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Cronache

Malata di tumore in ambulanza, a Napoli negato l’imbarco per Capri

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Era arrivata a Napoli in mattinata, a bordo di una ambulanza imbarcata su un traghetto di linea, per affrontare una terapia oncologica. Al momento del ritorno a Capri, la pessima sorpresa: la compagnia di navigazione Caremar si rifiuta di far accedere alla stiva della sua nave l’ambulanza con la paziente a bordo. Motivo: il rispetto della normativa di sicurezza che proibisce la presenza di passeggeri nei vani dei traghetti adibiti a garage durante le traversate. Per le ambulanze si era soliti ‘chiudere un occhio’, ma di recente le compagnie operanti nel Golfo di Napoli hanno deciso un giro di vite, probabilmente nel timore di controlli e contravvenzioni. La donna ammalata di tumore cosi’ ha dovuto accettare, sotto la propria responsabilita’, di imbarcarsi per Capri viaggiando, in sala passeggeri, su una sedia a rotelle fornita dalla Caremar, mentre la sua ambulanza prendeva posto, vuota, nei garage della nave. Il caso ha suscitato scalpore ed e’ stato oggetto anche di una interrogazione parlamentare del M5S. Il sindaco di Capri, Marino Lembo, si e’ subito imbarcato per Napoli, raggiungendo nel porto la sua concittadina in attesa e compiendo con lei il viaggio di ritorno. Alcuni giorni fa, dopo aver appreso dello stop all’imbarco di ambulanze con pazienti a bordo da parte della compagnie, lo stesso sindaco ha emesso una ordinanza che fino al 31 luglio, in attesa di una soluzione strutturale, obbliga le navi a far salire le ambulanze. Ordinanza che ha permesso stamane alla paziente di imbarcarsi a Capri, ma che non era piu’ valida al momento della ripartenza da Napoli. La donna, visibilmente provata prima dalla terapia oncologica e poi dallo stop all’imbarco, ha espresso al sindaco tutto il proprio dolore e sconcerto. Il comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, contrammiraglio Pietro Giuseppe Vella, ha contattato il primo cittadino e le compagnie di navigazione annunciando l’immediata convocazione di un incontro in cui trovare una soluzione definitiva. “E’ inaccettabile – commenta Lembo – che i cittadini di Capri e Anacapri debbano essere discriminati in modo cosi’ palese dal punto di vista del diritto alla salute, alla mobilita’ ed a quei servizi che su un’isola non e’ possibile offrire”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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