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Travolti da un tir in moto, morti due italiani negli States

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Vivevano per il ‘sogno americano’, una Harley Davidson da cavalcare e i capelli al vento su e giu’ per le strade degli States. Ed e’ proprio inseguendo quel sogno che Francesco Vitagliano e Bruno Di Cosimo, torinesi di 45 e 55 anni, sono morti. Partiti la scorsa settimana per un viaggio on the road, sono finiti sotto un tir in Florida, sull’interstatale 75, prima tappa di un lungo viaggio che li doveva portare fino a New York. E invece vicino a Ocala, nella contea di Marion, hanno perso il controllo delle Harley su cui viaggiavano e, una volta sull’asfalto, sono finiti sotto un tir. “Viaggiavo sulla corsia di destra e me li sono trovati davanti – ha raccontato ai media americani l’autista del mezzo pesante, un 66enne di Launderhill – Ho provato ad evitarli, ma non e’ stato possibile”. Si e’ invece salvato Paolo, un terzo amico italiano che era col loro in vacanza negli Usa. Dove dovevano restare fino a fine mese. Amici, con la mania per le due ruote, Vitagliano e Di Cosimo erano uniti anche dalla passione per la moda e per il bello. Interior designer il primo, aveva un negozio e dedicava molto del suo tempo libero al figlio, dieci anni appena; il secondo era proprietario di un atelier di moda e, anche lui, aveva un figlio neo maggiorenne. “Erano sempre eleganti. Con uno stile eccentrico e particolare, ma raffinato. Da dandy. Facevano tendenza – li descrivono gli amici – Nulla era mai fuori posto, nemmeno quando erano in sella alle loro Harley”. Anche quest’anno, com’erano soliti fare, erano arrivati a Miami domenica 9 giugno per un viaggio attraverso l’America che sarebbe dovuto durare sino alla fine del mese. “Francesco era un grande esperto di moto e di Harley, un grande amante degli Stati Uniti – lo ricorda la moglie Antonella -. La sua passione era il sogno americano, aveva anche percorso la Route66. Per lui la moto era una parte di cuore, una parte di famiglia, una parte di vita. Sino alla fine”.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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