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Cronache

Whirlpool, de Magistris in piazza con gli operai e poi in Consiglio comunale per difendere il lavoro

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“Mi auguro che il Consiglio comunale si esprima con voce unanime”. È questo  l’auspicio del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nei minuti precedenti l’inizio della seduta monotematica sulla vertenza Whirlpool  nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino. Nella sala oltre ai  consiglieri c’erano i vertici locali di Cgil, Cisl e Uil. De Magistris prima di entrare in aula è stato a lungo fuori con gli operai della Whirpool che rischia il posto ed ha ricordato che “noi come Giunta siamo stati dal primo momento sul pezzo e ci siamo ogni giorno. Abbiamo voluto fortemente questo Consiglio comunale monotematico e mi auguro non ci siano differenziazioni tra le forze politiche”.

”Oggi siamo tutti qui per difendere una fabbrica che significa difendere il reddito dei lavoratori e delle loro famiglie, la citta’ e il suo tessuto produttivo non solo di Whirlpool ma di tutto l’indotto, il lavoro e la legalita”’. Lo ha detto il presidente del Consiglio comunale di Napoli, Alessandro Fucito, aprendo la seduta monotematica sulla vertenza Whirlpool. Fucito ha sottolineato l’intenso lavoro realizzato dai gruppi consiliari e dalla conferenza dei capigruppo che ha prodotto un documento unitario in cui l’assemblea cittadina si impegna ”a considerare l’etica del lavoro come principio unitario e condiviso; a sostenere i lavoratori e le organizzazioni sindacali in tutte le sedi ordinarie e straordinarie contrastando ogni speculazione e ogni possibile motivo di allontanamento dall’accordo sottoscritto nel 2018; a porre la questione Whirlpool nelle opportune sedi politiche e amministrative come parte della questione meridionale nella sua complessita’ sociale, economica, produttiva; ad attivare ogni possibile contrasto alle speculazioni finanziarie, a imprenditorialita’ senza futuro e investimenti scellerati e a sostenere lo sciopero generale proclamato per il 14 giugno”. La seduta si svolge alla presenza di 38 consiglieri su 40. Sono assenti il consigliere di Fdi, Andrea Santoro, e i giustificati Diego Venanzoni (Pd) e Mara Carfagna oggi impegnata nella conduzione della seduta della Camera. Carfagna ha fatto pervenire al Consiglio comunale un documento in cui esprime il proprio sostegno ai lavoratori napoletani di Whirlpool.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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