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Messi ovvero il Papa del Pallone, 600 gol per celebrare il fenomeno del Barcellona

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Seicento volte Messi, e il Mondo si inchina alla ‘Pulce’. Se n’e’ avuta una riprova ieri, quando al numero 10 del Barcellona e’ bastato ‘accendersi’ nel secondo tempo della semifinale di Champions contro il Liverpool per decidere una partita che fino a quel momento i Reds non avevano meritato di perdere e Messi non aveva mostrato di poter vincere. Cosi’ ora c’e’ chi definisce la Pulce ‘Papa del pallone’, richiamandosi alla passione calcistica dell’argentino Bergoglio che da pontefice si e’ sentito anche chiedere se sia ‘sacrilego definire Messi un Dio’ (“si’, lo e’ e io non lo credo: ma la gente usa quell’espressione per dire ‘ti adoro'”). Due gol per raggiungere quota 600 col Barca, il secondo su una prodezza celebrata da tutti, ma per la quale Dino Zoff va in controdenza: “lui e’ un fenomeno, ma su quella punizione Alisson ha sbagliato piazzando male la barriera”.

I numeri restano, e il sei ricorre: la prova di ieri – in attesa dei desiderati sviluppi della Champions – potrebbe essere il viatico per il sesto del Pallone di questo fenomeno del calcio che cosi’ facendo staccherebbe l’eterno alter ego Cristiano Ronaldo. Cosi’ si sprecano, di nuovo, i paragoni fra i due, e torna attualissimo l’eterno dilemma di chi sia piu’ bravo. “Per il bene del calcio, non dite piu’ che Messi e Ronaldo si equivalgono”, ha twittato Balotelli scatenando critiche e dibattiti. “Non ho detto che Ronaldo non e’ forte, ma che Messi e’ superiore”, ha ribadito ancora oggi l’attaccante del Marsiglia. Con la doppietta al Liverpool anche Messi ha toccato quota 600. Ronaldo ci era riuscito pochi giorni prima, in un match molto meno importante come quello di campionato contro l’Inter di sabato scorso.

Con le sue pennellate di autore, Messi ha toccato quell’incredibile quota gol esattamente 14 anni dopo la sua prima rete contro l’Albacete, il Primo Maggio del 2005, su assist di Ronaldinho, del quale e’ rimasto grande amico.

Le 600 reti del fenomenale argentino con la casacca blaugrana sono divise cosi’: 417 nella Liga spagnola, 50 in Coppa del Re, 112 in Champions League (in 133 gare), 13 in Supercoppa di Spagna, 3 nella Supercoppa europea e 5 nel Mondiale per club. Gli statistici aggiungono annotazioni: 491 di sinistro, 85 di destro, 22 di testa, una di corpo e una di mano, in un derby contro l’Espanyol, nel 2007.

Rimane il mistero del suo rendimento cosi’ diverso quando gioca in nazionale, unico appiglio al quale i grandi rivali di sempre degli argentini, i brasiliani, si attaccano per respingere l’ipotesi che Messi possa entrare nell’Olimpo al fianco di O Rei Pele’: “riparliamone quando avra’ vinto tre Mondiali come lui”, ha spiegato Jairzinho, compagno di Selecao della Perla Nera, a chi gli ha riproposto il paragone. In Spagna invece hanno il rimpianto di non essere riusciti a convincere Lionel, e la sua famiglia, a scegliere la Roja anziche’ l’Albiceleste: lo ha sottolineato il ct ‘mundial’ Del Bosque, ed e’ impossibile dargli torto. La Spagna del nuovo millennio, che ha gia’ vinto parecchio, avrebbe avuto sicuramente altri trofei in bacheca, Messi invece ha dovuto incassare le finali mondiali e di Coppa America perse. Proprio nel torneo continentale che si giochera’ quest’anno in Brasile sogna di colmare la lacuna: va bene la Champions, ma anche l’Argentina campione continentale servira’ per conquistare un altro Pallone d’Oro. E dimostrare una volta di piu’ che Messi e’ unico, un Michael Jordan, Roger Federer o Usain Bolt: un altro cosi’ nascera’ chissa’ quando.

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Giro d’Italia, tutti a caccia di Tadej Pogacar

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Tutti a caccia di Tadej Pogacar, il favorito numero 1 per vincere il Giro d’Italia edizione 2024. Il campione sloveno della UAE Emirates farà il suo debutto nella Corsa Rosa a caccia di una doppietta straordinaria dopo aver già vinto il Tour nel 2020, 2021 e protagonista anche nell’edizione 2024. In questo primo scorcio di stagione ha vinto sette corse su dieci giorni di gara, centrando successi come quello alle Strade Bianche e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Nel mirino anche le Olimpiadi di Parigi 2024. Pogacar dovrà guardarsi dalla marcatura stretta di Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), secondo al Giro 2023 quando si inchinò a Primoz Roglic, vincitore di una impresa epoca nella cronoscalata sul Monte Lussari Saranno da tenere d’occhio anche Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), quarto nel 2023, Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), 7° nel 2023, Romain Bardet (Team DSM-Firmenich PostNL) sec ondo quest’anno alla Liegi-Bastogne-Liegi, Ben O’ Connor (Decathlon AG2R), vincitore di una tappa e secondo classificato all’UAE Tour, Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek), che ha vinto il Tour of the Alps 2024, Daniel Felipe Martinez (team Bora-Hansgrohe) che ha vinto tre corse in questa stagione, Nairo Quintana (Movistar Team), vincitore del Giro d’Italia 2014. TRa finisseur di una giornata battaglia tra Jonathan Milan (Lidl-Trek), Caleb Ewan (Team Jayco AlUla), Fernando Gaviria (Movistar Team), Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) e Tim Merlier (Soudal Quick-Step). Tra i giovani velocisti anche Olav Kooij (Team Visma-Lease) e Laurence Pithie (Groupama-FDJ).

Nelle due cronometro il principale favorito sarà Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che si confronterà in particolare contro Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), Tobias Foss (Ineos Grenadiers), Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), Edoardo Affini (Team Visma-Lease a Bike) e Lorenzo Milesi (Movistar Team), vincitore del titolo mondiale a cronometro 2023. Faranno il loro esordio al Giro d’Italia anche Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), 31 anni, a caccia di risultati che scaccino una crisi che dura dal 2021 e Cristophe Laporte (Team Visma-Lease a Bike), campione d’Europa in carica. Tra gli italiani cercano un posto al sole Domenico Pozzovivo (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 41 anni, che correrà per la 18esima volta la Corsa Rosa, Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), Andrea Bagioli (Lidl-Trek), Andrea Vendrame Decathlon (AG2R La Mondiale Team), Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Stefano Oldani (Cofidis).

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Da punti a imbattibilità, Inter a caccia di nuovi record

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La seconda stella è già sul petto, ma l’Inter non ha intenzione di fermarsi. Smaltita la sbornia dei festeggiamenti dello scorso weekend per la conquista del ventesimo scudetto, i nerazzurri sono pronti per tornare in campo domani in casa del Sassuolo. Una sfida che vale sicuramente più per i neroverdi a caccia di punti salvezza, ma gli uomini di Simone Inzaghi hanno ancora diversi record a portata di mano e non vogliono lasciarseli scappare. Dai punti nel girone di ritorno (vincendo tutte e quattro le ultime partite supererebbe i 52 della Juventus 2015/16) ai punti in trasferta (-5 dal primato di 49 del Milan 2020/21 e della stessa Inter 2006/07), passando per il maggior numero di vittorie in trasferta (ne basta una per superare le 16 del Milan 2020/21) e le zero sconfitte lontano da casa (come Inter 2006/07, Fiorentina 1968/69, Perugia 1978/79, Millan 1987/88 e 1992/93 e Juventus 2011/12), non mancano infatti i record che Lautaro Martinez e compagni possono ancora centrare e che potrebbero dare qualche motivazione in più nelle ultime gare visto l’obiettivo già ottenuto.

Non solo, perché i nerazzurri puntano anche al maggior distacco dalla seconda (oggi +19 sul Milan, il record è il +22 fatto segnare dall’Inter nel 2006/07) così come il minor numero di reti subite nell’intero campionato (ne ha incassate 19, un solo gol in meno della Juventus 2011/12 e 2015/16). Nonostante i primati ancora alla portata, non mancheranno le novità di formazioni per Inzaghi. A partire da Sommer che, seppur guarito dalla febbre che lo ha colpito questa settimana, è probabile che lasci il posto ad Audero tra i pali. La difesa sarà confermata con Pavard e Bastoni ai lati di De Vrij, mentre sulle fasce Dumfries dovrebbe partire titolare a destra e Carlos Augusto a sinistra con Dimarco in panchina. A centrocampo, Frattesi e Mkhitaryan si muoveranno accanto ad Asllani, che prenderà il posto di Calhanoglu davanti alla difesa. Infine in attacco Lautaro sarà titolare mentre Thuram dovrebbe partire dalla panchina, con Sanchez favorito su Arnautovic per una maglia dal 1′.

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Tennis: Roma in ansia per Sinner, e Alcaraz non ci sarà

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L’ansia per Jannik Sinner, la rinuncia di Carlos Alcaraz, i forti dubbi su Daniil Medvedev e i punti interrogativi per Novak Djokovic e Rafa Nadal. Non è spensierato l’avvicinamento dei big del tennis, e dei loro tifosi, agli Internazionali d’Italia della prossima settimana. La tempesta perfetta che si è abbattuta sul Masters 1000 di Madrid, che tra defezioni, ritiri e sconfitte legati a problemi fisici ha perso per strada i primi quattro giocatori al mondo, rischia di avere riflessi sul torneo romano e in prospettiva anche sul secondo slam stagionale, il Roland Garros, che comincerà il 26 maggio. Gli occhi sono tutti puntati su Sinner, in attesa del suo arrivo nella Capitale previsto per domenica, al termine dei tre giorni di riposo e terapie cui il campione azzurro si sta sottoponendo per superare il dolore all’anca che lo ha indotto a fermarsi nel torneo madrileno. Lunedì ci sono i sorteggi dei tabelloni, maschile e femminile, e il timore è che alcune caselle importanti restino vuote.

Per l’altoatesino non viene valutata questa eventualità, anche se la prudenza è d’obbligo, mentre ha già alzato bandiera bianca Alcaraz, annunciando sui social che non farà gli Internazionali di Roma: “Ho sentito dolore dopo aver giocato a Madrid, fastidio al braccio – le parole del n.3 al mondo su Instagram -. Dagli esami è emerso un edema muscolare, conseguenza del mio ultimo infortunio, e purtroppo non potrò giocare a Roma. Ho bisogno di riposo per recuperare e giocare al 100% senza dolore. Mi dispiace molto”. Domenica prossima il murciano – eliminato a Madrid dal russo Andrey Rublev, che domenica giocherà per il titolo dopo aver sconfitto in due set lo statunitense Taylor Fritz in semifinale – compirà 21 anni e avrà tempo per rifarsi, al contrario del connazionale Nadal, che ancora non ha deciso su Roma, uno dei suoi tornei preferiti. Le quattro partite che ha giocato a Madrid sono un segnale positivo, ma lo stesso maiorchino dopo la sconfitta con il ceco Liri Lehecka ha detto di poter solo sperare di esserci, a Roma.

Intanto, il campione uscente Daniil Medvedev attende gli esiti degli esami per capire l’entità dell’infortunio muscolare che lo ha obbligato ieri a fermarsi durante il match con Lehecka a Madrid. Difficile che il n.4 al mondo possa giocare al Foro Italico, mentre al momento niente lascia pensare che manchi il n.1, Novak Djokovic, che da una ventina di giorni si allena senza pressione dopo l’uscita di scena a Montecarlo. Anche lui ama molto Roma.

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