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Esteri

Blitz della polizia inglese nella ambasciata dell’Ecuador, Julian Assange arrestato a Londra

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Un blitz all’interno di una sede diplomatica, autorizzato eppure rarissimo. E’ finita cosi’, una mattina d’aprile, la partita della primula rossa Julian Assange, fondatore di WikiLeaks e nemico pubblico numero uno dei palazzi del potere Usa: arrestato dalla polizia britannica – o meglio consegnato a porte spalancate a Scotland Yard dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra – dopo quasi sette anni di asilo. Un epilogo che per ora significa la detenzione del Regno Unito per un banale reato procedurale, ma su cui gia’ pende la richiesta d’estradizione di Washington: che accusa Assange di ‘pirateria informatica’ e in realta’ lo vuole punire per la diffusione dal 2010 in avanti di una caterva di carte segrete imbarazzanti, a cominciare dai 700.000 documenti fatti filtrare a suo tempo dalla gola profonda Chelsea Manning su crimini di guerra imputati alle forze americane in Iraq. La cattura, largamente preannunciata, e’ avvenuta sotto gli occhi del mondo, ripresa da una telecamera dell’agenzia russa Ruptly. Il 47enne attivista e giornalista australiano, uomo dal carattere combattivo quanto difficile, si e’ visto revocare lo status di rifugiato e di cittadino ecuadoriano dal governo del presidente Lenin Moreno. Premessa per metterlo nelle mani della giustizia britannica. A trascinarlo fuori si e’ presentato un intero drappello di agenti in divisa e in borghese, con tanto di lasciapassare firmato dall’ambasciatore Jaime Marchan. L’irruzione nella palazzina diplomatica, nel cuore residenziale della Londra bene, e’ durata pochi minuti. Assange e’ stato portato via a viva forza, ammanettato, con in mano un libro dello scrittore-ribelle Gore Vidal e con una barba bianca degna piu’ dell’abate Faria del Conte di Montecristo che di un uomo di neppure 50 anni. Disorientato, al contatto con la luce del sole dopo circa 2500 giorni di auto-reclusione forzata, ma non domo: e pronto a gridare il suo j’accuse (“il Regno Unito non ha civilta’”) prima di essere spinto in un furgoncino.

Piu’ tardi e’ apparso con un sorriso di sfida dinanzi alla Westminster Magistrates’ Court, dove e’ stato riconosciuto colpevole ipso facto d’aver violato nel 2012 i termini della cauzione: quando aveva deciso di rifugiarsi nell’ambasciata (sotto la protezione dell’allora presidente dell’Ecuador, Rafael Correa) e di non comparire di fronte a un giudice britannico che lo aveva convocato per conto della magistratura svedese nell’ambito di una controversa inchiesta per presunto stupro e molestie avviata contro di lui a Stoccolma e nel frattempo archiviata. Ma la vera spada di Damocle resta quella dell’estradizione invocata dagli Usa, resa pubblica come un segreto di Pulcinella in contemporanea con l’arresto. Il cavillo scovato oltreoceano, sotto il mantello dell’amministrazione Trump, e’ l’imputazione per pirateria informatica in complicita’ con Chelsea Manning, in modo da evitare d’additare formalmente come spionaggio la pubblicazione giornalistica di documenti scomodi: condivisa peraltro in anni passati con testate quali il Guardian o il New York Times. Ma non cambia granche’. Per WikiLeaks – che denuncia l’affaire come “una violazione del diritto internazionale” – si tratta solo di un artificio per portare a termine la vendetta. Tanto piu’ poiche’ il reato ufficiale – che prevede al massimo 5 anni di carcere, ben al di sotto della soglia di rischio della pena di morte di fronte alla quale scatterebbe la sola garanzia d’una non estradizione – potra’ poi essere appesantito su misura con altre ipotetiche contestazioni. Gia’ evocate dalla Cnn. Il governo di Theresa May da parte sua difende le ragioni dell’arresto: “Nessuno e’ al di sopra della legge”. Ma le proteste di Reporters Sans Frontieres sono forti, come quelle di attivisti dei diritti umani che parlano di Assange come di “un eroe”, di consulenti Onu, del whistleblower Edward Snowden o dell’attrice-attivista Pamela Anderson. Mentre la Russia di Vladimir Putin coglie la palla al balzo per ritorcere contro le democrazie occidentali l’accusa di “strozzare la liberta’ di stampa” che tanto spesso viene lanciata nei suoi confronti. Per Lenin Moreno, finito sotto la lente di WikiLeaks in prima persona in uno scandalo di presunta corruzione, “le interferenze” dell’indocile ospite erano divenute del resto ormai insopportabili. E poco importa che il suo predecessore Rafael Correa, dall’esilio, lo chiami ora “traditore”.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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