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Il magistrato di Roma manda gli atti della Sea Watch a Siracusa: l’ipotesi di reato è “sequestro persona”

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Su una delle varie denunce presentate da associazioni, Ong e esponenti politici sulla tempistica che ha preceduto lo sbarco di 47 migranti della Sea Watch il 31 gennaio scorso a Catania la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona. Da piazzale Clodio il fascicolo, al momento contro ignoti, e’ stato inviato ieri ai colleghi di Siracusa per valutare se esistono profili di competenza del Tribunale dei ministri di Catania. Ma domani stesso gli atti saranno trasmessi da Siracusa alla Procura distrettuale di Catania. “Noi ci limiteremo a fare questo passaggio previsto dalla legge – afferma il procuratore reggente Fabio Scavone – perche’ la competenza per valutare se esistono profili penali da fare valutare al Tribunale dei ministri di Catania spetta alla Procura distrettuale del capoluogo etneo”. Su reati non distrettuali, quindi di propria pertinenza, la Procura di Siracusa “non ha aperto alcuna inchiesta” sul caso Se Watch, ribadisce Scavone, perche’ non sono emerse responsabilita’ penali contestabili durante i cinque giorni di permanenza della nave al largo del porto aretuseo prima di fare rotta verso Catania per lo sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo. Ne’ nell’assistenza fornita a personale, passeggeri e ospiti, ne’ da parte del comandante della nave e del suo equipaggio. Intanto il ministro dell’Interno si chiede se “e’ in arrivo un altro processo nei confronti del cattivone Salvini? Lo scopriremo insieme solo vivendo – aggiunge – di certo io non cambio idea, in Italia si arriva solo col permesso. Possono denunciare quanto vogliono, i porti italiani sono chiusi”.

Il procedimento, coordinato dal sostituto procuratore di Roma Sergio Colaiocco, era stato avviato alla luce di un esposto presentato il primo febbraio da “Borderline” in cui si ipotizzava il reato di omissioni di atti di ufficio. I magistrati di piazzale Clodio hanno effettuato una serie di accertamenti delegati alla Guardia Costiera da cui risulterebbe che la vicenda della SeaWatch e’ sovrapponibile a quella della nave Diciotti e che quindi il reato piu’ grave e’ quello di sequestro di persona e cio’ radica il procedimento nel luogo in cui sarebbe avvenuta la limitazione della liberta’ personale. Ma da Siracusa domani il fascicolo arrivera’ a Catania dove il procuratore Carmelo Zuccaro dovra’ valutare se esiste l’ipotesi di reato e a chi eventualmente contestarla. Se dovesse ritenere non esistere alcun presupposto penalmente rilevante potra’ chiedere l’archiviazione al Gip. Se dovesse ritenere che sia stato commesso un reato potrebbe chiedere, chiusa la fase di indagini, un rinvio a giudizio al Gip o richiedere un giudizio al Tribunale dei ministri se dovesse ritenere di indagare esponenti del governo. A Catania risulta siano stati depositati diversi esposti sulla Sea Watch che ipotizzano il coinvolgimento di appartenenti all’Esecutivo, come conferma il procuratore Scavone (“quelle denunce le ho trasmesse senza valutarle alla competente Procura di Catania”), e non risulta che, fin’ora, la Procura abbia depositato richieste al Tribunale dei ministri. La Sea Watch aveva soccorso 47 migranti, compresi dei minorenni, su un gommone in avaria. E’ stata ferma cinque giorni al largo di Siracusa. A Catania, poi, e’ stata ferma dal 31 gennaio al 22 febbraio per “non conformita’” della nave riscontrate dalla Guardia costiera e da un successivo controllo del governo olandese, Paese di bandiera della nave della Ong tedesca.

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Terremoto di magnitudo 2.9 ai Campi Flegrei

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Una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 è stata registrata alle 3:30 in provincia di Napoli, nella zona dei Campi Flegrei. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a soli tre chilometri di profondità ed epicentro a due km da Pozzuoli. Non risultano danni a persone o cose. Tre giorni fa la stessa zona è stata interessata da due terremoti di magnitudo 3.6 e 3.7.

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Fuoco a ristoranti e veicoli, fermato un 29enne a Napoli

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I carabinieri della compagnia Centro a Napoli hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 29enne nigeriano, senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano e già noto alle forze dell’ordine. E’ ritenuto gravemente indiziato di alcuni incendi appiccati in più punti nei quartieri Chiaia e San Ferdinando di Napoli. Secondo quanto ricostruito dai militari dopo l’intervento sul posto e aver raccolto le denunce di alcuni commercianti del centro città, il 29enne avrebbe incendiato, nella notte tra il 7 e l’8 maggio, due ombrelloni posizionati all’esterno di altrettanti ristoranti tra via Verdi e via Santa Brigida.

Avrebbe poi dato alle fiamme due motorini parcheggiati in strada e tentato di incendiare i dehors di alcuni locali. Le fiamme hanno lambito i palazzi vicini alle attività commerciali colpite e sono state spente dai vigili del fuoco Il 29enne, individuato nella Galleria Umberto I dopo un’intensa attività di indagine, è stato portato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.

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Turista travolta e uccisa a Palermo da auto pirata

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Una turista è stata investita e uccisa a Palermo da un pirata della strada. L’incidente è avvenuto la scorsa notte in corso Tukory, una strada del centro nei pressi della stazione centrale. Dopo l’impatto l’automobilista è fuggito via. La donna stava attraversando quando un’auto, una Smart secondo alcune testimonianze, l’avrebbe falciata lasciandola senza vita sull’asfalto. A costatare la morte i sanitari del 118. La Polizia municipale e la Polizia di Stato hanno avviato le ricerche per risalire all’auto pirata che sarebbe già stata rintracciata. I rilievi sono stati eseguiti dalla sezione infortunistica della Polizia municipale.

La donna investita è uccisa è una turista polacca, Patrycja Bartosik Weder, di 31 anni. Era insieme al marito. Stava attraversando la strada. Soccorsa dai sanitari del 118 è stata portata in ospedale, ma era già morta.

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