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Cronache

Corruzione al Comune di Roma, il gip: grave quadro, politici a disposizione

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Un “quadro desolante” di corruzione che investe i “vertici di Roma Capitale”. E’ il biglietto da visita dell’indagine che investe i palazzi del Campidoglio e che ha portato in carcere Marcello De Vito, il numero due dell’amministrazione capitolina. E ora in un’informativa allegata agli atti emerge come De Vito abbia “chiesto e ottenuto da Parnasi un supporto per la campagna elettorale di Roberta Lombardi”, capogruppo alla Regione Lazio. Le centinaia di pagine depositate dalla Procura raccontano, attraverso intercettazioni, chat e informative, il sistema che De Vito, l’avvocato Camillo Mezzacapo e una serie di imprenditori e immobiliaristi aveva creato per tentare di pilotare alcuni tra i dossier piu’ “redditizi” come la riqualificazione degli ex Mercati Generale, dell’ex Stazione Trastevere e, ovviamente, del nuovo stadio della Roma. “L’analisi contestuale di entrambi i procedimenti (i due filoni di inchiesta sullo stadio della Roma ndr) fotografano il grave fenomeno corruttivo che si e’ realizzato ai vertici di Roma Capitale”, scrive il gip. Una disamina “che appare necessaria in quanto solo un’analisi complessiva consente di apprezzare la effettiva gravita’ delle condotte ed il contesto relazionale estremamente articolato nel quale le stesse si realizzano”. Il ruolo di “collettore” tra il mondo della politica e quello rappresentato dai fratelli Toti, Statuto e Parnasi, spettava al tuttofare di De Vito, Mezzacapo. A lui era affidato il compito di trattare e rassicurare “sulla buona riuscita del progetto”. L’avvocato ‘facilitatore’ non usava mezze parole. In una intercettazione arriva a dire: “i politici ce li abbiamo. Ce li abbiamo”e invita il suo interlocutore, in questo caso l’avvocato Pititto, uomo di fiducia di Statuto, a “rinnovargli il mandato ed inviargli l’acconto e pure un po’ gli strumenti per operare”. Gli indagati, comunque, erano consapevoli, sopratutto dopo la tornata di primi arresti che travolse l’avvocato Luca Lanzalone, nel giugno scorso, che il ‘clima’ era cambiato e che bisognava andare “con i piedi di piombo, non bisogna parlare” perche’ in questo periodo “stanno tutti con i telefoni sotto controllo”. Nonostante il rischio di un coinvolgimento giudiziario le “trattative” sono, comunque, proseguite fino a pochi giorni fa. Soldi dati e promessi per sbloccare pratiche o ottenere percorsi preferenziali nelle “stanze che contano”. Soldi che venivano convogliati nella ‘cassaforte’ della Mdl, il ‘bancomat’ creato da De Vito e Mezzacapo. Nei loro confronti il gip ha disposto un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di 250 mila euro. E ancora: il giudice, e’ detto nel decreto allegato agli atti, dispone inoltre il sequestro di 95mila euro, denaro riconducibile all’indagata Virginia Vecchiarelli e di 20mila euro attribuiti al commerciante d’auto Luca Bardelli che proprio oggi ha deciso di non rispondere al gip nell’interrogatorio di garanzia assicurando pero’ di essere “assolutamente estraneo alla vicenda: io non ha mai preso soldi”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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