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Papa Francesco incontra l’Unione ciclistica europea in Vaticano: atleti sono esempio di vita, il doping inquina lo sport

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Gli atleti siano esempi di vita e stiano lontani dal doping, dalla disonesta’ e dalla corruzione, elementi che disonorano lo sport. Papa Francesco sceglie l’incontro con l’Unione Ciclistica Europea per lanciare un monito a chi pratica lo sport, affinche’ questo non diventi “un fine in se’ e la persona uno strumento al servizio di altri interessi, ad esempio il prestigio e il profitto perche’ allora compaiono disordini che inquinano lo sport”. Parole condivise anche dal commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani. “Sono anni che il ciclismo lotta contro il doping – dice Cassani -, con consapevolezza e senza mai mettere la testa sotto la sabbia”. Stamattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, di fronte a Bergoglio, c’erano i massimi vertici del ciclismo internazionale, guidati dal presidente dell’Uci, David Lappartient. E a loro il Pontefice ha ricordato il rapporto “consolidato” tra Chiesa e sport. Ha poi elogiato il ciclismo, come espressione dei valori che dovrebbero pervadere la vita di ognuno. “E’ uno degli sport – ha detto – che mette maggiormente in risalto alcune virtu’ come la sopportazione della fatica – nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio – nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrita’ nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra”. “Durante le gare tutta la squadra lavora unita – gregari, velocisti, scalatori – e spesso deve sacrificarsi per il capitano – ha sottolineato Francesco -. E quando un compagno attraversa un momento di difficolta’, sono i suoi compagni di squadra a sostenerlo e ad accompagnarlo. Cosi’ anche nella vita e’ necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosita’ e di comunita’ per aiutare chi e’ rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”. Il presidente dell’Uci, su Twitter, si e’ detto “onorato di aver incontrato papa Francesco e di aver potuto pronunciare un discorso sui valori di pace e amicizia portati dal ciclismo”. Un incontro che conferma la vicinanza del papa al ciclismo, cosi’ come fatto anche dai suoi predecessori. Appena due mesi dopo la sua elezione, nel 2013, Francesco benedi’ la maglia rosa del Giro d’Italia. Due anni dopo gli venne regalata una bici elettrica e in piu’ occasioni ha utilizzato il ciclismo come metafora per la vita.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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