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Cronache

Presi a uova, pietre ed insulti mentra andavano a visitare un bene confiscato a Casapesenna al mafioso Michele Zagaria, se ne sono tornati a casa gli studenti pisani

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Sono ripartiti e tornati a casa, a Terricciola in provincia di Pisa, come era in programma, gli studenti e i docenti il cui pulmino ieri è stato preso d’assalto a Casapesenna (Caserta), a colpi di uova marce, qualche pietra e insulti da un gruppo di ragazzini che hanno poi picchiato anche l’autista del mezzo, che era sceso chiedendo di smetterla. Il fatto e’ accaduto mentre la scolaresca si stava recando presso un bene confiscato al boss dei Casalesi Michele Zagaria. Dopo l’episodio, per gli investigatori forse una bravata carnevalesca, gli studenti toscani, della provincia di Pisa, hanno incontrato i responsabili del Comitato Don Diana presso il caffe’ Letterario ArtEspressa di Casapesenna, sorto proprio grazie al riutilizzo sociale del bene confiscato, e in serata hanno avuto un secondo incontro con Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di Don Peppe Diana, il sacerdote anticamorra ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994.

In una nota, il Comitato guidato da Valerio Taglione, annuncia che “incontreremo i ragazzi delle uova e dell’aggressione all’autista per ragionare insieme; per loro sono necessari immediati interventi rieducativi per far comprendere le conseguenze delle azioni oltre che far capire a dei giovani che ci sono ben altri modi per divertirsi. Nessuno dei ragazzi in visita nelle Terre di don Diana si e’ fatto male e ad onor del vero, la banda di bulli neppure sapeva chi fosse a bordo del mezzo di trasporto. Le uova sono state, infatti, lanciate anche a tutte le altre auto che precedevano l’autobus, secondo una barbara pratica carnevalesca di alcune frange giovanili. Siamo certi che i giovani saranno individuati dai carabinieri, sperando nelle immagini delle telecamere e nella collaborazione del titolare del bar presso cui sono avvenuti i fatti, sicuri che omerta’ e reticenza non prendano assolutamente posto in questo spiacevole episodio. Lasciare impuniti gli autori del gesto, vorrebbe dire far del male prima di tutto a loro e alla loro crescita culturale, morale ed etica”.

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Muore la terza vittima ferita nella sparatoria a Monreale

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Salgono a tre le vittime della sparatoria della scorsa notte a Monreale (Palermo). E’ morto in ospedale uno dei tre feriti: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni, era ricoverato al Civico di Palermo. Gli altri due deceduti sono Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni.

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Cronache

Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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