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Cronache

Scontro tra auto a Recanati, muore coppia che rientrava assieme ai figli da una festa di Carnevale: arrestato pregiudicato marocchino che guidava ubriaco

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È finito in tragedia il ritorno a casa dopo una festa di Carnevale di Gianluca Carotti, 47 anni, ed Elisa Del Vicario, 40 anni, di Castelfidardo: la scorsa notte intorno all’una, la loro Peugeot si e’ scontrata frontalmente con un’Audi 6 che ha invaso la corsia opposta lungo la SS16 a Porto Recanati. La Peugeot si e’ ribaltata e la coppia e’ morta sul colpo, i vigili del fuoco hanno estratto i loro corpi dalle lamiere e i loro figli, avuti da precedenti unioni: una bambina di 10 anni, figlia di lui, in gravi condizioni, e un maschietto di 8, figlio di lei, in condizioni gravi ma stabili, entrambi ricoverati in Rianimazione Pediatrica ad Ancona. Feriti lievemente i tre occupanti dell’Audi, il cui conducente Farah Marouane, 34 anni, marocchino, da anni residente a Monte San Giusto (Macerata), e’ stato arrestato dalla polizia stradale per omicidio stradale. Tutti e tre sono stati sottoposti ad alcoltest e a narcotest con esito positivo: sono ricoverati all’ospedale di Civitanova Marche, Farah Marouane e’ piantonato in attesa dell’udienza di convalida. Si tratta di un soggetto noto da tempo alle forze dell’ordine con vari precedenti per reati legati alla droga, un settore seguito con particolare impegno e determinazione dal questore di Macerata Antonio Pignataro. Il gravissimo incidente e’ stato commentato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha chiesto “una preghiera per questa mamma e questo papa’, un pensiero ai loro bimbi. Solo schifo – ha poi aggiunto parlando del conducente dell’Audi che ha provocato la tragedia – per l’assassino”. Nel 2018 Marouane era stato arrestato in un blitz dei carabinieri per una partita di oltre 220 kg di hascisc, con altre persone, tra cui suo fratello. Era sottoposto all’obbligo di firma, ma questo non gli ha impedito di essere alla guida dell’Audi, sprovvista di assicurazione, la scorsa notte. Le indagini della polizia stradale proseguono per accertare se ci sono gli estremi di altri reati: inizialmente si era pensato che i tre fossero in fuga dopo un altro incidente. Ipotesi non confermata dai successivi accertamenti. Nessun riscontro neppure per l’ipotesi che avessero messo a segno un furto denunciato a Porto Recanati: sull’automobile sono stati trovati oggetti che non corrispondono alla refurtiva. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Enrico Riccioni comunque prosegue, senza trascurare alcuna eventualita’. “Dalle notizie che arrivano sembra che il peggiore dei balordi abbia ucciso il meglio della nostra comunita’” si sfoga su Facebook il sindaco di Castelfidardo (Ancona) Roberto Ascani, esprimendo “dolore e rabbia. Due genitori splendidi, pronti ad aiutare gli altri e a sorridere alla vita stanotte ci hanno lasciato. Non certo per fatalita’”. Il sindaco ha dichiarato il lutto cittadino “in segno di vicinanza ai familiari e ai tanti amici coinvolti”. Gianluca e Elisa erano molto noti nella cittadina: lui dipendente di un’azienda di componenti elettrici ed elettronici, volontario della Croce Verde e in passato capitano della Castelfidardo Calcio: ora si dedicava ai baby calciatori ed era atteso stamattina per una partita. Impiegata in un’azienda della zona, Elisa era invece molto attiva nel volontariato, da tempo era impegnata nei campi estivi per ragazzi disabili. Una coppia affiatata, con molti amici. Alcuni erano andati con loro a quella festa di Carnevale e stavano tornando indietro insieme: erano a bordo di una Ford, colpita dalla Peugeot che si e’ ribaltata. Loro sono illesi, ma sotto choc, dopo avere assistito allo schianto che ha ucciso Gianluca e Elisa.

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Cronache

Sophie Codegoni: «Ho denunciato il mio ex compagno, ma sto vivendo un inferno»

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Sophie Codegoni, 23 anni, influencer da oltre un milione di follower e volto noto del Grande Fratello Vip, racconta per la prima volta con dolore e coraggio il suo calvario. Una storia di violenza psicologica, controllo ossessivo e minacce che l’ha portata a denunciare l’ex compagno Alessandro Basciano, oggi indagato per stalking aggravato.

Un amore nato sotto i riflettori, finito nel terrore

«Tante volte ho pensato: ma chi me l’ha fatto fare di denunciare? È tostissimo. So di aver fatto la cosa giusta, ma sto vivendo un inferno», dice Sophie tra le lacrime. La relazione con Basciano era nata nel 2021 all’interno della casa del GF Vip. Lei aveva 19 anni, lui 31. Dopo il reality, la convivenza a Roma e la nascita della figlia Celine Blue sembravano coronare una storia d’amore. Ma dietro la facciata, si nascondeva un incubo.

La denuncia e il dispositivo anti-stalker

«A dicembre 2023 ho ricevuto l’orologio anti-stalker dai carabinieri. Basta un tasto e arrivano le pattuglie», racconta. Prima, Sophie aveva persino assunto una guardia del corpo per tutelarsi. Ma il vero spartiacque è arrivato con la decisione di tornare dalla sua famiglia, dopo aver scoperto numerosi tradimenti.

Da lì, minacce continue: «Ovunque andassi, lui lo sapeva. Mi scriveva: “Put***, ti tolgo la bambina”». E quando tentava di allontanarsi, le rispondeva con messaggi in cui minacciava il suicidio. Fino all’episodio culminante: «Ha aggredito i miei amici, ha spaccato la loro macchina, poi mi ha chiamata dicendo che avrebbe ammazzato anche me». È stato allora che Sophie ha sporto una seconda denuncia.

Le misure del giudice: divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico

Il 30 aprile 2025 la Corte di Cassazione ha confermato il divieto per Basciano di avvicinarsi a meno di 500 metri da Sophie e dalla figlia, e gli ha imposto il braccialetto elettronico. L’inchiesta è ancora in fase preliminare, ma le prove raccolte — comprese tre anni di chat fornite da Sophie — hanno mostrato, secondo la Procura, un quadro «più infernale di quanto sembrava».

La solitudine dopo la denuncia

Nonostante le misure di protezione, Sophie si dice distrutta: «Mi sento svuotata, piango sempre. Devo mostrarmi forte per mia figlia e per il mio lavoro, ma ogni parola è una ferita». Dopo la scarcerazione di Basciano nel novembre scorso, Sophie ha sentito su di sé lo sguardo del sospetto: «È stato durissimo. Ma ora ho trovato la forza di parlare».

Un messaggio alle donne

«Non ero più io, non sono più io», confessa. Il percorso è ancora lungo, ma Sophie Codegoni — con il sostegno dell’avvocata Jessica Bertolina — ha deciso di non rimanere in silenzio. Una testimonianza potente, che contribuisce a rompere il muro dell’indifferenza e dell’incredulità intorno alla violenza domestica.

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Cronache

Archiviata l’inchiesta sull’aggressione a Iovino: cadono le accuse contro Fedez

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Il gip ha archiviato l’indagine sull’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino, avvenuta nell’aprile 2024, scagionando definitivamente il rapper Fedez. Lo ha reso noto la Procura di Milano, che ha chiesto l’archiviazione per assenza di prove a sostegno dell’ipotesi di una rissa.

Nessuna prova, niente rissa

Secondo quanto stabilito dal giudice, non esistono elementi sufficienti a sostenere l’accusa, e la vicenda non può essere qualificata come una rissa, né tantomeno attribuita con certezza a responsabilità personali del cantante.

Il personal trainer Cristiano Iovino non aveva presentato querela e aveva accettato una transazione economica da 10 mila euro, chiudendo così la vicenda in sede civile.

La reazione della difesa

Soddisfatti gli avvocati di Fedez, Gabriele Minniti e Andrea Pietro-lucci, che in una nota dichiarano: «Viene finalmente esclusa ogni responsabilità del nostro assistito. È la miglior risposta al pesante processo mediatico a cui è stato sottoposto da un anno».

Con questa decisione si chiude ufficialmente un capitolo controverso che ha coinvolto il nome dell’artista per mesi, oggetto di speculazioni e attenzione mediatica, senza che vi fosse mai stata una denuncia da parte della persona coinvolta.

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Se non rispetti l’ordinanza del giudice, paghi ogni giorno: a Verona scatta la linea dura nelle cause di separazione

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Una svolta significativa nei casi di separazione e affidamento dei figli arriva da Verona, dove la sezione Famiglia del Tribunale civile ha cominciato ad applicare una misura finora poco utilizzata, prevista dalla riforma Cartabia: sanzioni pecuniarie giornaliere, anche d’ufficio, per i genitori inadempienti.

La novità introdotta dalla riforma Cartabia

La norma, contenuta nell’articolo 473-bis.39 del Codice di procedura civile, permette al giudice di disporre, anche senza richiesta della parte lesa, una somma da versare per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione di un provvedimento che riguarda il benessere dei figli, sia sul piano economico che relazionale. È uno strumento pensato per garantire l’effettività delle decisioni giudiziarie in materia familiare, contrastando inadempienze gravi.

Due i casi applicati a Verona

Nel primo caso, un padre che si rifiutava di pagare i 300 euro mensili stabiliti per il mantenimento dei figli, sostenendo di avere già sostenuto altre spese, è stato condannato a pagare 100 euro per ogni giorno di ulteriore inadempienza. La minaccia ha funzionato: dopo cinque giorni, e quindi dopo una multa complessiva di 500 euro, l’uomo ha versato quanto dovuto.

Nel secondo caso, ancora più delicato, una madre che tiene il figlio all’estero impedendo gli incontri con il padre è stata condannata a pagare 200 euro al giorno finché non rispetterà l’ordinanza di far collocare il minore anche presso il padre. A nulla sono valse finora una condanna a 3.000 euro di risarcimento e una sentenza del tribunale stranieroche le intima di rimpatriare il figlio: la donna, pur rientrando saltuariamente in Italia, continua a ignorare l’ordinanza del settembre 2024.

Un cambio di passo nei tribunali

Queste misure — spiega il giudice Massimo Vaccari, estensore di una delle ordinanze — servono a tutelare i minori e a far rispettare l’autorità giudiziaria. Non si tratta di strumenti nuovi in assoluto: già esistevano, ma erano applicabili solo su richiesta delle parti. Con la riforma, invece, il giudice può intervenire direttamente quando ravvisa danni o pregiudizi per i figli.

Il messaggio ai genitori separati è chiaro: disattendere le decisioni del giudice costa caro, giorno dopo giorno. E ora il sistema giudiziario sembra pronto a far valere davvero queste regole.

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