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Esteri

I militari di Maduro sparano al confine, ci sono almeno due morti

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Alla vigilia del giorno X, annunciato da Juan Guaido’ per l’arrivo degli aiuti umanitari internazionali in Venezuela, la tensione e’ altissima ai confini del Paese, militarizzati e sigillati da Nicolas Maduro. Con i militari del regime chavista che sembrano pronti a restare fedeli al loro leader: non hanno esitato a sparare, uccidendo almeno due indigeni e ferendone un’altra decina, al confine con il Brasile. In quel varco, cioe’, controllato dalla comunita’ dei Pemon pronta a bloccare i soldati. E mentre al confine della Colombia, il principale e simbolico punto di accesso dove ha annunciato la sua presenza anche il presidente autoproclamato Juan Guaido’, si alza la musica del concerto per un ‘ponte di speranza’ voluto dal filantropo Branson, il rischio che la situazione degeneri e’ reale. Tanto da registrare un appello del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a “evitare ogni violenza”. Le Forze Armate “sono dispiegate su tutto il territorio nazionale per garantire la pace e la difesa integrale del Paese”, ha proclamato Maduro su Twitter, e a Kumarakapay, piccola localita’ a poca distanza dalla frontiera con il Brasile, i militari hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco degli Aretauka, la forza di sicurezza autonoma della comunita’ indigena locale, che cercavano di fermarli. Almeno altri 12 Pemon sono rimasti feriti nello scontro. Ma gli indigeni hanno catturato vari militari, fra i quali un generale della Guardia Nazionale, Jose’ Miguel Montoya, accusato di aver “comandato il tragico attacco”. La frontiera con il Brasile, chiusa da Maduro, e’ stata riaperta per qualche istante per permettere che passassero gli indigeni feriti, giacche’ negli ospedali locali mancavano le medicine per curarli. E anche in quell’occasione si sono registrati se non veri e propri scontri, tafferugli e momenti di tensione.

La Guardia Nazionale ha anche cercato di impedire che un convoglio di deputati oppositori, partito giovedi’ da Caracas, arrivi fino alla frontiera con Colombia, per partecipare domani all’accoglienza degli aiuti umanitari. Durante il percorso, di circa 800 km, i deputati hanno dovuto superare vari ostacoli e posti di blocco. Guaido’ e i deputati oppositori vogliono essere domani nello Stato di Tachira, dove hanno annunciato quattro punti per la raccolta degli aiuti, attualmente depositati a Cucuta, il principale dei quali e’ sul ponte di Las Tienditas. E’ su questo ponte che oggi e’ andata in scena la sfida di concerti fra i pro e gli anti Maduro: sul versante colombiano, il “Venezuela Aid Live” organizzato da Richard Branson con ‘big’ della musica latina, e su quello venezuelano “Hands Off Venezuela”, lo spettacolo annunciato dal governo di Caracas, con artisti molto meno noti. Oltre all’invio di rinforzi militari sul confine con la Colombia, Maduro ha anche ordinato la chiusura totale del ponte, e durante la notte soldati venezuelani hanno saldato alla sua struttura i container che nei giorni scorsi avevano istallato sulle corsie per impedire il traffico fra i due paese. Resta poco chiaro, dunque, come faranno i volontari di Guaido’ per attraversare i confini con Brasile e Colombia per andare a raccogliere l’assistenza umanitaria, che Maduro respinge, definendola uno “show mediatico” creato per camuffare un intervento militare degli Stati Uniti e Venezuela. Russia, Cina e Bolivia, intanto, hanno ribadito il loro messaggio, indirizzato principalmente agli Usa di Donald Trump: ‘Gli aiuti non sia usati come alibi per un attacco’, come un ‘cavallo di Troia’, per mascherare un intervento militare.

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Economia

Corte russa sequestra 463 milioni beni a Unicredit Russia

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Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Unicredit in Russia per un valore di quasi 463 milioni di euro. La decisione è stata presa su istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso. Lo riferiscono le agenzie russe. La misura riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa.

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Esteri

Seattle, uccide figlio di 9 mesi mentre dorme e incolpa i demoni

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Dion Lamont Montgomery, un uomo di 35 anni di Seattle, è stato arrestato e accusato di omicidio di primo grado per aver sparato al figlio di 9 mesi mentre stava dormendo. L’uomo e’ rinchiuso nel carcere di King County con una cauzione di 5 milioni di dollari. Montgomery ha detto che aveva assunto una droga che può causare allucinazioni, deliri ed estrema agitazione, e ha incolpato i demoni di quanto successo. Come riportano i media Usa, la polizia è stata chiamata per una sparatoria intorno alle 18.30 di mercoledi’ in un’abitazione del quartiere Magnolia, e una volta sul posto una donna ha detto loro che suo figlio era stato colpito. Il bambino è stato dichiarato morto sul posto, e dai documenti del tribunale emerge che dopo la sparatoria Montgomery ha sparato a due persone e poi e’ scappato, ma nessuno è rimasto ferito. L’uomo ha detto agli inquirenti di aver fatto uso di fenciclidina, una sostanza allucinogena di sintesi a base di piperidina, mentre la madre del bimbo (arrestata e poi rilasciata), ha dichiarato che si trovava in bagno quando ha sentito gli spari.

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Esteri

Ucraina: immagini satellite confermano, distrutti 3 caccia russi

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Nuove immagini satellitari che mostrano le conseguenze di un attacco ucraino alla base aerea di Belbek, nella Crimea occupata, hanno confermato la distruzione di tre caccia russi, oltre ai danni subiti da un quarto velivolo da combattimento: le immagini, riporta Ukrinform, sono state pubblicate su X dal giornalista investigativo del New York Times, Christiaan Triebert. “Nelle immagini di Maxar, due MiG-31 e un Su-27 sono stati completamente distrutti e un MiG -29 è stato danneggiato nella base aerea di Belbek dell’Aeronautica russa nella Crimea occupata – ha scritto Triebert -. Anche un deposito di carburante vicino alla pista principale della base aerea è stato distrutto e i detriti hanno continuato a bruciare” dopo l’attacco avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì.

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