Un solo colpo di pistola ha squarciato la notte di Mergellina, riaccendendo i riflettori su una zona da tempo al centro delle dinamiche criminali napoletane. Raffaele Piccirillo, 25 anni, figlio di Rosario “‘o biondo” Piccirillo e fratello di Antonio, entrambi recentemente arrestati per estorsione, è stato ferito al polpaccio in quello che sembra un chiaro avvertimento di camorra.
L’agguato, avvenuto all’alba di venerdì, ha tutti i contorni di una spedizione punitiva. Un segnale che conferma come la guerra tra i clan della Torretta sia tutt’altro che sopita.
La dinamica dell’agguato: un solo colpo, poi la fuga
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Piccirillo si trovava con alcuni amici nel bar Aurelio, alla Riviera di Chiaia, quando un uomo armato si è avvicinato e, senza esitazione, ha estratto una pistola calibro 7,65. Il sicario ha mirato alle gambe del giovane e ha premuto il grilletto, colpendolo al polpaccio destro. Poi si è dileguato nel nulla.
Piccirillo, nonostante la ferita, ha raggiunto autonomamente il pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, dove è stato ricoverato. I medici hanno diagnosticato una prognosi di trenta giorni, escludendo danni gravi all’arteria.
Sul luogo dell’agguato, i Carabinieri del comando provinciale hanno trovato tracce di sangue e un solo bossolo, chiaro indizio di un attacco chirurgico, finalizzato a ferire, non uccidere.
Le indagini: camorra e vendette interne
Le indagini, coordinate dal Nucleo investigativo dei Carabinieri e dal colonnello Andrea Leo, si muovono negli ambienti della criminalità organizzata della Torretta, territorio conteso tra due fazioni rivali:
- Il cartello Frizziero-Piccirillo-Cirella
- Il clan Strazzullo
Il controllo di droga, estorsioni e affari illeciti è la posta in gioco. Dietro la parvenza di calma che avvolge Chiaia e Mergellina, ribolle un conflitto che, ciclicamente, sfocia in sparatorie e vendette.
L’ipotesi più accreditata è che l’agguato a Piccirillo sia una ritorsione. Il 25enne è noto alle forze dell’ordine per il suo carattere violento e, secondo gli investigatori, sarebbe stato coinvolto in un’aggressione a un imprenditore della zona, picchiato e ferito con un collo di bottiglia l’11 febbraio 2023, per un presunto tentativo di estorsione.
Tensione alle stelle: il precedente del 6 agosto
Il colpo contro Piccirillo arriva in un contesto già incandescente. L’episodio più eclatante risale al 6 agosto scorso, quando un commando armato tentò di assassinare due esponenti del clan Strazzullo a Cupa Caiafa.
L’agguato, fallito solo per un caso fortuito, si inseriva nella lunga scia di scontri per il controllo delle piazze di spaccio, della gestione degli ormeggi nei moli di Mergellina e del racket sulla ristorazione e la movida.
L’arresto dei Piccirillo: il colpo alla cosca
L’ultimo grande colpo giudiziario ai clan della Torretta è arrivato il 28 ottobre scorso, con l’arresto di Rosario e Antonio Piccirillo nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
I due sono accusati di estorsione ai danni degli imprenditori degli ormeggi di Mergellina, tra cui il marito della tiktoker Rita De Crescenzo. L’arresto di Antonio Piccirillo aveva destato scalpore, poiché il giovane si era costruito un’immagine pubblica di “tutore della legalità”, prendendo le distanze dal clan e dal padre.
L’ombra della criminalità organizzata continua però ad aleggiare sulla Riviera di Chiaia, e l’agguato a Raffaele Piccirillo dimostra che la guerra tra clan non si è mai fermata.
Un colpo solo, preciso, simbolico. Il messaggio dietro l’agguato è chiaro: la camorra non dimentica e regola i conti a modo suo. Le indagini dovranno chiarire chi ha ordinato l’attacco e quale sia il vero movente, ma una cosa è certa: a Mergellina la tensione è più alta che mai.