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Cronache

Pirateria, la Guardia di finanza di Fano sgomina gruppo hacker di film e serie Tv

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La Guardia di finanza di Fano ha individuato e sgominato uno dei più influenti gruppi di rilascio di materiale video pirata (registrazioni illecite di film e serie tv) in Italia e all’estero: denunciati 4 hacker italiani, le Fiamme gialle hanno eseguito perquisizioni a Orciano di Pesaro (Pesaro Urbino), Orbassano (Torino), Milano, Ruvo di Puglia (Bari), sequestrando pc, smartphone e supporti vari contenenti 800 mila file video. I film in prima visione proiettati nelle sale cinematografiche o le serie tv trasmesse dalle pay Tv venivano acquisiti con la tecnica del camcording: il materiale protetto da copyright e abusivamente registrato veniva elaborato e ottimizzato e poi distribuito in rete a pagamento. Indagando nel deep web, le Fiamme Gialle hanno scoperto un gruppo ben organizzato, dove ognuno dei 4 componenti aveva compiti precisi. Con il nome “FREE/iNCOMiNG”, i pirati informatici si erano affermati, dal 2010 al 2016, come il principale gruppo di rilascio operante sulla scena italiana ed internazionale, anche grazie ai contatti con gruppi esteri ai quali avevano occasionalmente fornito contenuti video. Secondo una stima della Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), che ha collaborato con i suoi tecnici alle indagini, i 4 hacker italiani avrebbero registrato abusivamente il 66% della quota totale di opere pirata in prima visione immesse su internet in tutto il mondo. Gli accertamenti condotti nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura di Pesaro sono stati determinanti per collegare i responsabili del camcording alle loro identita’ digitali (e per identificarli in una selva di nickname) e per ricostruire l’intera filiera distributiva dei video pirata. Dopo aver acquisito film e serie Tv, i quattro curavano il montaggio e la codifica per il loro caricamento su server adeguatamente dimensionati. I file modificati venivano pubblicizzati sui siti internet che, previo pagamento, agevolavano il download illegale. I gruppi stranieri che ricevevano il materiale provvedevano all’editing e ai sottotitoli. Una volta effettuato l’upload sul web delle opere cinematografiche, gli utenti finali effettuavano il pagamento di quanto dovuto attraverso i normali canali utilizzati per gli acquisti su internet, come ad esempio PayPal. Secondo stime dalla Fapav, “il camcording e’ la fonte primaria della pirateria, nelle prime visioni in nove casi su dieci la fonte audio e video dei file pirata e’ rappresentata dalle registrazioni non autorizzate nelle sale”, spiega il segretario generale Federico Bagnoli Rossi. La Federazione esprime “pieno apprezzamento per l’importante operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Fano e coordinata dal Comando Provinciale di Pesaro”, e chiede “un cambiamento della vigente normativa sul camcording per avere maggiori strumenti di tutela”.

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Commando armato tra i vicoli dei Quartieri: volevano uccidere

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Armi in pugno, volti coperti, in quattro hanno fatto irruzione nell’androne di Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli, in via Portacarrese a Montecalvario. Erano circa le mezzanotte di domenica scorsa e i componenti del commando erano convinti che lì dentro si nascondesse l’uomo che stavano inseguendo per uccidere, come vendetta per un precedente agguato, avvenuto due settimane prima in via Nardones. Non trovandolo, sono fuggiti via. Attimi di terrore per il custode, che ha denunciato tutto.

Il contesto: vendetta e criminalità

Secondo le indagini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, quella incursione armata è stata la risposta a un episodio camorristico. Un agguato, avvenuto a tarda notte tra i vicoli del centro, documentato grazie alla testimonianza di uno studente. L’inchiesta è condotta dalla DDA con il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la dinamica e il livello di pericolosità dei quattro incappucciati, armati di pistole e fucili.

L’emergenza criminale e il caso minorenni

L’attacco a Foqus arriva in un momento già delicato per Napoli, dove si sta alzando l’allarme sulla presenza di armi tra i giovanissimi. Solo pochi giorni fa due ragazzini di 14 e 15 anni sono stati pugnalati da coetanei nei pressi di piazza Dante, per futili motivi. Ieri, il prefetto Michele di Bari e l’assessore alla legalità Antonio De Iesu si sono recati nella zona degli accoltellamenti per incontrare commercianti e cittadini e ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro la devianza giovanile.

La missione di Foqus e la voce di Rachele Furfaro

“Domenica notte il nostro portone era aperto”, spiega Rachele Furfaro, fondatrice e presidente di Foqus. “Da quando siamo nati, nel 2013, abbiamo cercato di vivere la realtà dei Quartieri come una grande piazza, aperta alla contaminazione culturale e al contrasto della povertà educativa”. Non a caso, proprio ieri, la struttura ha ospitato un incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, in collaborazione con la Robert Francis Kennedy Foundation e l’Università Orientale.

Diritti, scuola e coraggio nei Quartieri

“Serve più coraggio anche da parte delle scuole per stare in questi territori e mettere in campo interventi di qualità. Bisogna affermare il diritto alla formazione, alla lettura, al gioco”, insiste la presidente Furfaro. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesimo episodio di violenza giovanile che ha scosso Napoli lo scorso week end.

Il lavoro di Foqus non si ferma. La comunità reagisce, nonostante tutto.

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Videochiamata al concerto dal carcere, indagato Baby Gang

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La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo. Agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.

All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è in un carcere in Calabria, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti.

“È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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False fatturazioni e riciclaggio, 29 misure e 40 perquisizioni

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Ventinove misure cautelari e 40 perquisizioni sono in corso di esecuzione in 10 citta tra Emilia Romagna , Campania e Lombardia nei confronti di presunti appartenenti a un’associazione per delinquere operante nel settore edilizio e dedita all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro. Oltre 100 unità composte da operatori della polizia di Stato e da militari della guardia di finanza sono impegnate nell’operazione che si sta svolgendo Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. Si tratta del risultato di una complessa indagine – partita dalla segnalazione di movimentazioni di denaro sospette pervenuta alla polizia postale da parte di Poste Italiane – condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’ Emilia-Romagna coordinato dal Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, e dal Nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pubblico ministero Flavio Lazzarini della procura di Bologna.

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