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Cronache

Brugnaro accusato di corruzione: sono galantuomo, lo dimostrerò in aule di giustizia

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“Dimostrerò nelle aule di giustizia di essere un galantuomo. Non posso rispondere oggi a domande inerenti l’inchiesta, per rispetto della magistratura, e degli altri indagati, che hanno diritto a difendersi in processo con le loro argomentazioni”. Lo ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, parlando al Consiglio della città Metropolitana di Venezia, disertato dai sindaci dei partiti di opposizione. Brugnaro ha confermato che affronterà i riflessi dell’inchiesta sul piano amministrativo e politico – non giudiziario – nel consiglio comunale fissato il 9 settembre. Ha poi annunciato di aver tenuto per se’, al momento, le deleghe dell’assessore Renato Boraso, dimissionario dopo l’arresto. Riferendosi alle proteste messe in campo in questi giorni dai comitati cittadini a lui contrari, e dai gruppi di opposizione, che l’altro ieri avevano abbandonato l’aula di Ca’ Farsetti, ha voluto fare solo un accenno, per i cittadini: “questo – ha detto – è quello che ci aspetta fuori della porta , questi sono i modi di operare, questo è il rispetto che si ha per la giustizia, il rispetto per la politica”.

“Per quanto riguarda me – ha osservato Brugnaro, sui filoni dell’accusa della Procura – le questioni sono sempre le stesse, se ne parla dal 2015: la proprietà dei PIli, il sistema del blind trust. E’ stata messa dentro anche la vicenda della vendita di palazzo Papadopoli, di cui io non so assolutamente nulla. So che dovevamo venderlo, è stato veduto secondo le procedure, come altre cose che non si riuscivano a vendere. Ne faccio anche un motivo di orgoglio, perchè quei soldi li abbiamo utilizzati poi nel bilancio del Comune. La magistratura vuole vederci chiaro sulle procedure adottate, fa benissimo a farlo”. Infine, il sindaco ha accennato anche ad un’altra delle attività a lui collegate, citate nell’inchiesta, la squadra di basket della Reyer. “E’ la mia passione, è il cuore – ha detto – certo che mi arrabbio o gioisco, a seconda che vincano o perdano, ma mai e poi mai ho pensato di fare pressioni su chicchessia per far sponsorizzare la Reyer. Lo dico per rispondere a tutto quello che ho letto in questi giorni”.

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Cronache

Muore la terza vittima ferita nella sparatoria a Monreale

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Salgono a tre le vittime della sparatoria della scorsa notte a Monreale (Palermo). E’ morto in ospedale uno dei tre feriti: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni, era ricoverato al Civico di Palermo. Gli altri due deceduti sono Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni.

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Cronache

Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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