ìOccupazione sui massimi a febbraio: il tasso sale al 61,9%, sfiorando il record storico del 62% registrato a dicembre scorso, ma con un numero di occupati che comunque tocca il livello più alto di sempre. Sono 23 milioni 773mila le persone con un lavoro, fotografate nelle ultime stime diffuse dall’Istat. A crescere sono i dipendenti a tempo indeterminato – che raggiungono i 15 milioni 969mila – mentre calano i dipendenti a termine e gli autonomi. A febbraio sale anche il tasso di disoccupazione (al 7,5% il totale, quello giovanile al 22,8%), ma scende il tasso di inattività (al 33%).
Diminuisce infatti il numero di quanti non hanno un lavoro e neppure lo cercano: questo significa che più persone tornano sul mercato. I dati fotografano, dunque, l’aumento dell’occupazione, e che a trainare sono ancora i posti fissi. In particolare, a febbraio, dopo il calo registrato a gennaio, l’occupazione cresce di 41mila unità (+0,2%) rispetto al mese precedente. Nel confronto annuo, il numero degli occupati è superiore a quello di febbraio 2023 di 351mila unità (+1,5%): un risultato che è frutto dell’incremento di 603mila dipendenti permanenti e della diminuzione di 200mila dipendenti a termine e di 53mila autonomi. L’aumento, sempre guardando al confronto annuo, coinvolge sia gli uomini (+1,4%) sia le donne (+1,6%) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 15-24enni tra i quali l’occupazione è in calo.
I dati confermano anche che aumenta soprattutto tra gli occupati over-50. Il mercato del lavoro continua a mostrare “importanti segnali di vivacità con tassi di attività e di occupazione che il nostro sistema non aveva mai sperimentato”, commenta l’Ufficio studi di Confcommercio, che calcola anche che se l’occupazione segna +351 mila unità nel confronto con febbraio 2023, il valore “sale a quasi 800mila nella comparazione con febbraio 2022”. In questo contesto, preoccupa però la situazione degli autonomi, scesi sotto la soglia dei 5 milioni. I dati parlano di un mercato del lavoro a due velocità, sottolinea anche Confesercenti: “da un lato l’occupazione dipendente, che continua a crescere e a consolidarsi; dall’altro il mondo del lavoro indipendente, che sembra aver imboccato una parabola discendente”. Di qui la richiesta di misure per sostenere le piccole imprese, a partire dal fisco. Di fronte all’andamento dell’occupazione plaudono il governo e la maggioranza.
“Zittisce tutti i profeti di sventura che tifano contro l’Italia e gli italiani”, afferma la viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, tornando a sostenere che aver “eliminato l’iniquo assistenzialismo” del Reddito di cittadinanza e “abbassato le tasse sul lavoro ha incoraggiato le aziende ad assumere”. Tra i sindacati commenta la Cisl, con il segretario confederale Mattia Pirulli, che sottolinea proprio che a crescere sono i dipendenti stabili mentre quelli a termine si riducono ulteriormente, arrivando a 2 milioni 817mila. “Continuare ad indicare come primo problema la precarietà del lavoro, come alcuni fanno, oltre a non corrispondere ai fatti, allontana l’attenzione dai problemi reali”, che invece – sottolinea – si sostanziano nella bassa partecipazione di donne e giovani e nella carenza di competenze. Contro la precarietà va avanti da tempo la battaglia di Cgil e Uil.
L’Ugl con il segretario generale Paolo Capone rimarca “i segnali importanti” e “incoraggianti” su cui andare avanti per continuare a crescere, proseguendo però ad investire sulla formazione e sulle politiche attive per allineare domanda e offerta di lavoro.