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Milleproroghe, i medici in pensione a 72 anni

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Dall’innalzamento della pensione dei medici al calcio alla plastic tax. I partiti mettono nero su bianco le proprie proposte di modifica al decreto Milleproroghe. Alcune erano state annunciate, altre rappresentano una novità. Tutte dovranno passare al vaglio di ammissibilità delle presidenze delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera dove il decreto è in discussione. Intanto sul decreto energia si registra lo stop alla tassa sulle rinnovabili.

Tra le proposte di modifica al Milleproroghe arriva quella annunciata dalla maggioranza di uno scudo penale per medici e infermieri fino al 31 dicembre 2024 così come quella che innalza l’età pensionabile dei sanitari. Quattro emendamenti presentati da FdI, FI e Lega chiedono di alzare da 70 a 72 anni il limite massimo di permanenza in servizio per i dirigenti medici e i sanitari. Uno alza il limite per il trattenimento in servizio, anche per chi è stato “collocato a riposo dal primo settembre 2023” e l’altra consente alle aziende del Ssn, fino al 31 dicembre 2025, di trattenere in servizio dirigenti medici e sanitari fino a 72 anni. La Lega chiede di alzare da 70 a 72 anni il tetto inserito in manovra, mentre Fi chiede anche di lasciare i 70 anni per gli infermieri. Diverse le proposte di modifica sulla questione delle liste d’attesa.

Confermate poi le proposte bipartisan per rifinanziare i fondi per la lotta ai disturbi alimentari con 10 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024, un punto sul quale lo stesso ministro Schillaci si era impegnato. Forza Italia, come annunciato, propone, con un emendamento a firma Annarita Patriarca,il ripristino delle agevolazioni per gli sportivi che rientrano in Italia. Così come, con una proposta a prima firma del capogruppo Paolo Barelli, la richiesta di posticipare da luglio a ottobre l’entrata in vigore della plastic tax. Tra gli emendamenti dei partiti non può mancare, naturalmente, il capitolo Superbonus.

La Lega chiede che la proroga del 110% per i territori colpiti dal sisma venga estesa anche ai territori colpiti dagli eccezionali eventi metereologici e per i quali è stato dichiarato lo stato d’emergenza, come Marche, Emilia e Toscana mentre M5s chiede la proroga del 110% per i condomini fino a marzo. Va detto, però che il bonus è oggetto di un provvedimento a se’ sul quale domani si terrà una riunione tecnica di maggioranza dopo che Fratelli d’Italia ha presentato e poi ritirato un emendamento per una proroga di due mesi per chi abbia completato almeno il 70% dei lavori. Intanto arriva una novità sul fronte del dl energia. La Lega annuncia la cancellazione del contributo annuo di 10 euro per chilowatt a carico delle produzioni di elettricità da fonti rinnovabili con una potenza superiore a 20kW. Si tratta di quella che Pd e M5s definiscono una retromarcia. La norma – evidenziano – era uscita dal Cdm all’unanimità e lo stop “sacrosanto” è arrivato grazie al forcing delle opposizioni.

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Economia

Banche, utili record: in tre mesi a 6,3 miliardi

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Il sistema bancario “continua a macinare record”. Numeri in crescita anche nel primo trimestre dell’anno con i primi sette gruppi bancari del Paese (IntesaSanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) che hanno fatto registrare utili pari a 6,3 miliardi, per un +25,6% sui primi tre mesi del 2023. Lo rileva un report condotto dall’Ufficio studi & ricerche della Fisac-Cgil sui risultati di bilancio dei primi sette gruppi bancari nazionali nel primo trimestre del 2024.

“Dopo i risultati da record per i grandi gruppi bancari nel biennio passato – commenta la segretaria generale della Fisac-Cgil, Susy Esposito – molti si attendevano un rallentamento, complice l’attesa discesa dei tassi di interesse. Il ritardo della Bce a diminuire i tassi di riferimento, e di conseguenza la trasmissione di questo ai tassi attivi praticati dalle banche, insieme alla perdurante politica di scarsa remunerazione dei depositi, ha mantenuto elevato il livello dei ricavi dalla gestione del danaro”. Risultati che, aggiunge, “a fronte di un contenimento sul versante della spesa del personale, nonostante il rinnovo del contratto, così come delle spese amministrative, deve indurre il sistema bancario per intero a investire sull’occupazione e sul radicamento nel territorio”.

Il margine di interesse, si rileva nel report della Fisac-Cgil, sale ancora, per il campione, di quasi il 7% nei primi tre mesi dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2023. La dinamica delle commissioni, per quasi tutti i gruppi, ha accelerato (+5,3%) e spesso deriva dalla spinta alla vendita di prodotti assicurativi ma anche da quelle relative all’amministrazione dei titoli. Il prodotto delle due componenti più significative dell’attività caratteristica bancaria ha spinto ulteriormente verso l’alto i ricavi totali (17,8 miliardi di euro per un +9,8%). Sul versante dei costi del personale, che hanno registrato un aumento del +2,5% derivato anche dal rinnovo del contratto Abi, si mantengono mediamente più elevati rispetto allo stesso periodo del 2023 seppur in maniera contenuta, così come le spese amministrative, sottolinea il rapporto della Fisac.

Questa dinamica dimostra, dal lato dei costi per il personale, “la capacità delle banche di agire gestionalmente per mantenere sotto controllo questi ultimi, anche e purtroppo attuando politiche di riduzione degli organici come di mancato turn over”, prosegue il report. Dal lato delle spese amministrative (-0,5%), la previsione di investimenti in nuova tecnologia, spiega inoltre la Fisac-Cgil, come previsto da quasi tutti i piani di impresa, “farebbe pensare ad un incremento di queste ultime anche a scapito della erosione dei margini, fenomeno che non si è ancora verificato. Viceversa il contenimento delle spese, anche attraverso la politica della chiusure delle filiali, a beneficio della redditività a disposizione della distribuzione di utili, può rallentare il processo di innovazione tecnologica, così come confermare la dinamica di riduzione di dipendenti e sportelli”.

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Economia

Abi, tasso medio dei conti corrente sale allo 0,59%

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In aprile il tasso medio praticato dalle banche italiane sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è stato il 3,63%. A marzo 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,67%, area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l’incremento è stato di 334 punti base.

Lo afferma il rapporto mensile dell’Abi. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad aprile 2024 è stato il 3,81%, con un incremento di 250 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. In aprile il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,05% (1,04% nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è salito allo 0,59% (0,57% nel mese precedente), tenendo presente che il conto corrente “permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento”, conclude l’Abi.

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Economia

Gli indici Pmi al centro della settimana dei mercati

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Mercati, la prossima settimana, soprattutto nel segno degli indici pmi di maggio in calendario giovedì, tanto in Europa quanto negli Usa. Dati preliminari che saranno determinanti per valutare se, dopo un primo trimestre migliore delle attese, la ripresa possa consolidarsi durante la primavera. La lente è in particolare al manifatturiero tedesco che, al momento, stenta a dare segnali di ripresa, e sul comparto dei servizi statunitense che di recente ha evidenziato segnali di indebolimento. Tra gli altri dati saranno da monitorare le letture dell’inflazione in arrivo dal Regno Unito (martedì) e dal Giappone (venerdì), anticipato il giovedì dal pmi manifatturiero. Da tenere sotto osservazione, sempre giovedì, la pubblicazione del dato relativo al primo trimestre dei salari negoziati dell’Eurozona. Si tratta di “un elemento particolarmente monitorato dalla Bce per valutare le future mosse di politica monetaria, anche se solo un’accelerazione inattesa del dato potrebbe mettere in dubbio il taglio di giugno”, evidenzia Mps nei market movers.

“I rinnovi contrattuali nazionali, nonché le rilevazioni Indeed a più alta frequenza, sembrano suggerire che il picco per la crescita delle retribuzioni sia stato ormai superato”, aggiunge Intesa Sanpaolo nella Weekly economic monitor. Venerdì in Germania, la seconda stima del pil fornirà lo spaccato delle componenti, che dovrebbe evidenziare un calo per i consumi privati a fronte di un apporto positivo di esportazioni nette e investimenti. Questi ultimi verosimilmente trainati dalle costruzioni. In agenda dagli Stati Uniti, oltre ai pmi di maggio (giovedì), gli ordinativi di beni durevoli (venerdì) sono attesi in rallentamento ad aprile, ma potrebbero risultare poco variati per il secondo mese al netto dei trasporti. Sul fronte immobiliare, le vendite sia di case esistenti che di nuove abitazioni (giovedì) potrebbero correggere dopo i forti incrementi del mese precedente, anche a causa della salita dei tassi sui mutui ad aprile.

Riguardo alle banche centrali, ci saranno interventi di diversi banchieri Fed ma anche della Bce, (la Lagarde tra gli altri è prevista martedì) e la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fomc. In agenda infine le decisioni delle banche centrali cinese (lunedì), neozelandese (mercoledì) e turca (giovedì), da cui non sono attese variazioni ai tassi di riferimento.

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