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Cronache

La pergamena antica donata al Papa in visita a Marsiglia è una patacca

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Una pergamena antica donata a Papa Francesco durante la sua visita a Marsiglia il 23 settembre e presentata come originale, è in realtà una copia: lo rivela il quotidiano locale La Provence. La pergamena era stata donata al papa da presidente della Regione Provence-Alpes-Cote d’Azur, Renaud Muselier, e presentata come “titolo di proprietà originale dell’Enclave dei Papi di Valréas datato 1 settembre 1553”. In realtà, “quel dono – ha detto al giornale marsigliese il capo di gabinetto del sindaco di Valréas, Marc Martinet – è semplicemente una riproduzione del XXI secolo, dal momento che l’originale, che è stato presentato al papa, deve necessariamente rimanere sul territorio francese”. Una notizia confermata dallo storico Henri Veyradier, che ha confermato che “in nessun caso poteva essere consegnato al papa un originale. Queste pergamene sono oggetti protetti. Mi sembrerebbe strano che il comune prenda l’iniziativa di regalare a qualcuno, chiunque egli sia, ma in più uno straniero, un documento del genere. Che finirà, se ne può essere quasi certi, nel dimenticatoio del Vaticano”. Muselier, però, il presidente della Regione che ha consegnato il “dono”, afferma di “non sapere che il regalo fosse un falso”. Ha poi aggiunto: “è comunque un bellissimo dono e il papa l’ha molto apprezzato”

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Cronache

Mostra pistola e parte colpo, morto il vigile 22enne

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E’ morto l’agente di polizia locale di 22 anni di Mortara (Pavia) che oggi pomeriggio era rimasto gravemente ferito da un colpo partito dalla sua pistola, mentre si trovava nelle mani di una sua amica. Il dramma è accaduto in una villetta di Gropello Cairoli (Pavia), in Lomellina. Il vigile è stato subito soccorso dal 118 e trasportato in ambulanza al Policlinico San Matteo di Pavia. Una volta arrivato in ospedale, già in gravissime condizioni, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico nel disperato tentativo di salvargli la vita. Purtroppo gli sforzi dei medici sono stati vani. Il 22enne è morto in sala operatoria.

I carabinieri di Pavia e Vigevano (Pavia) hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica del fatto. Secondo una prima ricostruzione il giovane ha mostrato la sua pistola d’ordinanza all’ amica. Mentre la ragazza stava maneggiando l’arma, è partito il colpo che ha raggiunto il vigile all’altezza del petto.

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Cronache

Procura stoppa pressing Toti, nessun obbligo per sentirlo

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Il presidente della Regione Giovanni Toti “così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria” o fare “spontanee dichiarazioni al Riesame”. Una precisazione che arriva dal procuratore capo di Genova dopo giorni in cui si rincorrono indiscrezioni su possibili date sull’interrogatorio chiesto dal governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio per corruzione. Perché, come spiegano in procura, “in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia” e dunque il pubblico ministero “non è obbligato a farlo”. Sempre in via generica, continua il procuratore “l’indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c’è urgenza può presentare memorie”. L’unico momento in cui la procura è obbligata a interrogare l’indagato “è nella fase della chiusura indagini”. In tutte le altre fasi, “è una decisione del pm sul se e sul quando”.

E intanto chi preme per farsi ascoltare dagli investigatori è anche il sindaco di Genova Marco Bucci, più volte intercettato in particolare nella vicenda del rinnovo della concessione a 30 anni per il Terminal Rinfuse data agli Spinelli. Il primo cittadino ha mandato una mail al procuratore capo spiegando di mettersi “a disposizione dei magistrati”. Nei giorni scorsi Bucci aveva detto ai cronisti “non mi pento di nulla… Forse di qualcosina sì, ma me lo tengo per me. Anzi lo dirò ai pm”. Non è ancora stato deciso quando verrà sentito. E’ rimasto invece quasi 5 ore davanti al pubblico ministero Luca Monteverde e al generale della Gdf Andrea Fiducia un altro testimone chiave Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova.

“Non mi sorprendo dello scandalo, sono 50 anni che scrivo di porto”, ha detto prima di entrare dai pm. Carozzi si era mostrato in un primo momento contrario alla concessione per 30 anni del Terminal Rinfuse. Con lui avevano espresso perplessità anche l’avvocato Andrea La Mattina, che nel board rappresenta la Regione, e all’ex presidente dell’autorità portuale di Savona Rino Canavese. Secondo l’accusa ci sarebbero state pressioni affinché votassero a favore. La Mattina e Carozzi poi cambiarono il loro voto mentre Canavese fu l’unico a opporsi. E dai verbali emergono ancora nuovi dettagli. Da un lato le dichiarazioni di Roberto Spinelli, imprenditore figlio di Aldo che ha rivelato come avesse più volte pensato ad un “amministratore di sostegno” per l’anziano genitore.

“Toti chiamava mio padre, faceva delle sceneggiate perché voleva finanziamenti leciti”. ha anche detto. Un passaggio che ha necessitato di una precisazione depositata dai legali dell’imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, oggi al gip dopo avere letto il verbale. Nel documento, infatti, era stato trascritto “finanziamenti illeciti”. Dall’altro le frasi di Ilaria Cavo, deputata e giornalista, sentita come persona informata dei fatti. “Avvisai il presidente che i fratelli Testa non mi piacevano”, la sua dichiarazione al pubblico ministero Federico Manotti. I fratelli Testa, Angelo Arturo e Italo Maurizio, sono indagati loro per voto di scambio aggravato dall’aver agevolato la mafia. Nelle prossime ore, con una consulenza tecnica irripetibile verrà effettuata la copia del contenuto dei telefoni e dei dispositivi elettronici sequestrati a Toti e agli altri indagati. Anche per questo passaggio tecnico i tempi per l’interrogatorio del governatore si potrebbero allungare.

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Ex vigilessa Sofia Stefani uccisa, la difesa fermato: è stato un incidente

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“Nell’udienza di convalida domani intendiamo rispondere all’interrogatorio e chiariremo ogni aspetto di quello che è successo. E’ stato un incidente, non è stato volontario, non è stato un femminicidio. E’ una tragedia immane per cui siamo tutti devastati”. Lo dice l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Giampiero Gualandi, l’ex comandante della polizia locale di Anzola fermato per l’omicidio della ex collega Sofia Stefani, uccisa con la pistola di ordinanza del 62enne, nel suo ufficio del comando.

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