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Prima vittoria dell’Udinese a San Siro, Milan esce tra i fischi

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Diluvio dal cielo e pioggia di fischi dalla Sud. Una serata inzuppata di note negative per il Milan, che quando vede bianconero, piange. Era successo all’ultima casalinga con la Juve, capita di nuovo con l’Udinese che era arrivata a Milano con una dote di 7 pareggi in 10 partite. Il primo bottino pieno passa dai piedi del “Tucu” Pereyra e dal rigore che trasforma a metà ripresa per lo 0-1 finale. È l’incarnazione del verbo di Cioffi, che non più tardi di 6 giorni prima a Monza, dopo il suo secondo esordio in bianconero, lo aveva detto chiaramente: “La nostra mentalità deve essere quella di cercare di andare a vincere ovunque”.

Non che manchino le scusanti, a Pioli. Al fischio d’inizio, out anche Theo Hernandez per una contusione alla caviglia, così tocca a Florenzi prendersi la fascia sinistra. Sono 9 gli indisponibili tra i rossoneri, con Giroud a festeggiare le 400 presenze nei top 5 campionati europei. Per il resto, l’annunciato 4-4-2 è più fumo negli occhi per l’avversario, perché quando attaccano i rossoneri lo fanno almeno in 4, mentre in fase di copertura non sono distanti dal consueto 4-3-3 che dalla sfida interna con il Verona di fine settembre non era più stato abbandonato. La prima occasione, clamorosa, è però per l’Udinese: transizione a centrocampo, con Pereira che manda alle stelle da due passi. Aveva chiesto mentalità, Cioffi: del resto, dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro il Cagliari, in campo ci era andato il medesimo 11 che aveva strappato il pari in campionato a Monza.

Squadra fisica, l’Udinese, e a suon di sportellate per i primi 25 minuti la partita è emozionante quanto la pioggia fredda che cade incessante su San Siro.Finché Reijnders trova l’accentramento di Calabria, bravo a calciare un destro su cui Silvestri allunga in corner. Ci provano Leao e Musah, per far valere i 15 punti punti in più che al fischio d’inizio dicevano di un Milan favorito, ma che già all’intervallo esce tra qualche fischio. Dopo la pausa, Kabasele manca la ribattuta in porta e dall’altra parte Ofafor non fa meglio con Silvestri davanti. Poi, al 14′, Sacchi indica il dischetto: Ebosele affonda da destra, Adli lo tampona con la punta del piede e Pereyra dagli undici metri spiazza Maignan. Pioli si gioca tutte le carte che ha, e dopo oltre un mese si rivede anche Loftus-Cheek, ma è Success di testa a chiamare Maignan agli straordinari. Giroud illude di testa, ma Silvestri vola a mano aperta. Okafor spreca poco dopo, poi ci provano vanamente anche Florenzi e Leao, ma al triplice fischio Pioli si ritrova a -6 dalla vetta, con la seconda sconfitta casalinga consecutiva e con il Psg che bussa alla porta.

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Mbappé: Se sarò all’Olimpiade? Non dipende solo da me

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“Se parteciperò all’Olimpiade di Parigi? utti conoscono la situazione, non è una decisione che dipende da me. Qualunque cosa accada, sarò felice. Le Olimpiadi vanno oltre la mia presenza o meno. Spero che dimostreremo che la Francia è un paese di sport e che sappiamo accogliere il mondo. Non sarò mai lontano da qui”. Così Kylian Mbappé, premiato come ‘giocatore dell’anno’ in Ligue 1 tramite referendum fra i suoi colleghi di ogni squadra, ha risposto a chi gli ha chiesto se ci sarà ai Giochi di casa, come auspicato perfino dl Presidente francese Emmanuel Macron.

Inevitabile, visto che già annunciato che lascerà il Psg, anche la domanda su quale sarà la sua prossima squadra. “0Nella vita bisogna prendersi il tempo per tutto – la risposta di Mbappé -, l’unica cosa da sapere è che lascio il Psg. Il resto forse non è il momento per scoprirlo”. “È difficile, molto più di quanto possa sembrare – ha aggiunto riferendosi al suo addio al Psg -. È un capitolo della mia vita che si chiude, ma la Ligue 1 ha ancora un posto importante nella mia vita. Ho cercato di essere il degno rappresentante di questo campionato. Parto a testa alta, ma non avrei mai potuto farcela senza il Monaco e ovviamente il Psg dove tutti hanno avuto fiducia in me”.

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Tar conferma multa a Tim e Dazn per intesa su diritti calcio

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Restano confermate le sanzioni inflitte a metà dello scorso anno dall’Antitrust a Tim e Dazn per alcune clausole del loro accordo sulla trasmissione delle partite del campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024. L’ha deciso il Tar del Lazio con una lunga e complessa sentenza con la quale ha giudicato i ricorsi proposti da Dazn Ltd, Dazn Media Services, Telecom Italia, Fastweb e Sky Italia.

In base ai ricavi che sarebbero derivati a Tim e Dazn dalla commercializzazione dei diritti televisivi per la stagione sportiva 2021-2022, l’Autorità ha sanzionato Tim con 760.776,82 e Dazn con 7.240.250,84 euro. Per l’Antitrust, l’accordo, che prevedeva l’esclusiva a favore di Tim e il divieto di partnership con i concorrenti, poteva determinare effetti dannosi per le dinamiche competitive nel mercato di settore. E Tim, quindi, avrebbe commercializzato un’offerta in bundle non replicabile dai suoi concorrenti. Sky e Fastweb intervenivano in giudizio con proprie impugnative formulando specifiche censure di segno opposto a quelle spiegate da Dazn e Tim.

Il Tar, respingendo in premessa la censura di tardivo avvio del procedimento istruttorio, ha in primo luogo ribadito come “l’intesa sia stata correttamente qualificata dall’Autorità come ‘restrittiva per oggetto’, atteso che lo scopo precipuo dell’accordo era pacificamente quello di escludere una serie di concorrenti sia dal mercato della pay tv sia da quello delle telecomunicazioni”, osservando in più come “l’Agcm abbia comunque fornito piena prova degli effetti (quanto meno potenziali) di natura anticoncorrenziale dell’intesa”.

Conseguentemente “appare evidente che la strategia commerciale” puntasse “al fine di aumentare la clientela Tim: difatti, rendendo difficoltosa la fruizione dei contenuti Dazn svincolata dai servizi Tim, l’utente sarebbe stato indotto a rivolgersi prioritariamente a tale operatore, soprattutto considerando che l’offerta prevedeva, con un’unica bolletta, una serie di servizi (c.d. triple play) a prezzi inferiori rispetto a quelli di regola praticati separatamente sul mercato”. In merito poi alla censura di mancata applicazione delle esenzioni previste dal Vber, il Regolamento europeo sugli ‘accordi verticali’, “va rilevato come correttamente l’Agcm qualificava l’intesa esaminata come orizzontale, operando sia Dazn sia Tim nel mercato della fornitura dei servizi audiovisivi”; e tale circostanza risulta dirimente per escluderne l’applicabilità.

Quanto ai ricorsi proposti da Sky e Fastweb – società entrambe partecipanti al procedimento istruttorio anche in qualità di ‘soggetti segnalanti l’illecito’ – il Tar, premettendo come palese il fatto che “le censure rivolte avverso la valutazione dell’accordo del 3 agosto 2022 risultino infondate, atteso che sembrano ignorare un dato di fatto incontestabile, ossia la legittima assegnazione dei diritti tv a Dazn”, ha ritenuto che “emerge con evidenza la contraddittorietà (quale figura sintomatica dell’eccesso di potere) del provvedimento impugnato, atteso l’insanabile e inspiegabile contrasto tra la comunicazione delle risultanze istruttorie e la decisione finale”. Ecco che allora i giudici hanno ritenuto che “alla luce della parziale fondatezza delle censure spiegate da Sky e Fastweb, vanno accolti i loro ricorsi, con obbligo dell’Autorità di riavviare il procedimento istruttorio”.

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Al Hilal vince il campionato in Arabia, CR7 senza titoli

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L’Al Hilal ha conquistato il quarto titolo della Saudi Pro League in cinque anni, negando ancora una volta alla superstar portoghese Cristiano Ronaldo dell’Al Nassr la possibilità di vincere il trofeo. L’Al Hilal, che ha ingaggiato Neymar la scorsa estate ma che da ottobre è privo del brasiliano infortunato, si è imposto per 4-1 sull’Al-Hazem. Ancora imbattuto in 31 partite di campionato, l’Al Hilal ha ora 12 punti di vantaggio sull’Al Nassr a tre turni dalla fine.

Per CR7 è la seconda stagione in Arabia Saudita senza vincere il campionato. Dopo il clamoroso trasferimento del portoghese nel regno, altri grandi nomi del calcio hanno firmato contratti importanti con diversi club del Paese, tra cui Neymar, Karim Benzema, Sadio Mané, N’Golo Kanté e Riyad Mahrez. I membri delle “Big Four” saudite – Al Hilal, Al Nassr, Al Ittihad, il club di Benzema, e Al Ahli, la squadra di Mahrez – appartengono tutti al Public Investment Fund (PIF), un fondo sovrano che sta lavorando per diversificare l’economia saudita. L’Al Hilal e l’Al Nassr si incontreranno nuovamente nella finale della Coppa del Re il 31 maggio.

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