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Cronache

Uccide la ex, era già a processo per maltrattamenti: sono originari di Torre del Greco

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Un processo già in corso per maltrattamenti in famiglia e un divieto di avvicinamento con obbligo di braccialetto elettronico non sono stati sufficienti a fermare Franco Panariello, un operaio metalmeccanico di 55 anni, che la scorsa notte si è presentato nella casa di famiglia a Cerreto d’Esi (Ancona) dove viveva Concetta Marruocco, 53 anni, infermiera, la moglie da cui si stava separando.

In pochi istanti la lite e l’aggressione a colpi di coltello, che Panariello aveva portato con sé da Cancelli di Fabriano, dove si era trasferito da alcuni mesi. La donna, raggiunta da vari fendenti al petto non ha avuto scampo, i sanitari del 118 intervenuti sul posto hanno solo potuto constatarne il decesso. Le urla hanno svegliato la figlia minorenne della coppia (altri due figli maggiorenni vivono altrove), che però non avrebbe assistito al fatto. “Ho fatto una sciocchezza, chiama i carabinieri” le ha detto il padre, che all’arrivo dei militari li ha aiutati a recuperare l’arma del delitto. Poi in caserma è stato interrogato alla presenza del pm Paolo Gubinelli e del suo difensore Ruggero Benvenuto.

“Ha collaborato, non si è sottratto all’interrogatorio” sottolinea il legale. “Un femminicidio annunciato” secondo le operatrici dello sportello antiviolenza Artemisia di Fabriano, che avevano preso in carico Concetta a marzo, quando dopo 20 anni infernali segnati da botte, insulti (anche per le scelte relative all’identità di genere di uno dei figli), violenze di ogni tipo, ha trovato la forza di denunciarlo, mandandolo subito a processo. In un’aula di Tribunale, a settembre, Concetta, parte civile, insieme alla figlia, ha ripercorso il suo calvario, raccontando anche di un tenatvo di strangolarla e di violenze sessuali. Una vicenda ben nota in paese, tanto che la famiglia “era seguita da anni dai servizi sociali e dalle strutture sanitarie, oltre che dalle forze dell’ordine”, spiega il sindaco David Grillini, che assicura il massimo impegno “a tutela del minore coinvolto”.

La scorsa notte, prima di andare a Cerreto d’Esi, Panariello si è rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Fabriano per un lieve malore. Ma dopo alcuni accertamenti che hanno dato esito negativo è stato dimesso. E’ tornato a casa, ma poi è ripartito da lì diretto a Ceretto d’Esi, dove è arrivato intorno alle 3 di notte. E’ seguito da un centro di salute mentale, per cercare di contenere quegli scoppi di ira che sfociavano in violenze e maltrattamenti contro la sua famiglia per i quali è finito in tribunale. Intorno a mezzogiorno il 55enne, originario di Torre del Greco come Concetta, è stato trasferito nel carcere di Montacuto ad Ancona, con le accuse di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla premeditazione, legata quest’ultima al coltello che aveva portato con sé.

“Panariello era sottoposto a misura cautelare con l’applicazione del braccialetto elettronico, misura cautelare che più volte era stata violata, senza che al riguardo venissero prese altre misure più restrittive” accusano oggi le operatrici di Artemisia. Solo tre giorni fa avevano incontrato Concetta: “voleva aiutare le donne che, come lei, vivono la sopraffazione e la violenza maschile. Questo omicidio non deve essere derubricato come raptus – incalzano – è l’epilogo di una vicenda familiare intrisa di maltrattamenti e violenze che si protraevano da moltissimi anni”. Come spesso succede in altri femminicidi. E come altrettanto spesso succede alcuni post sui social semmbrano ammonimenti. “E’ un difetto essere brave persone” aveva scritto su Facebook.

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Lavoratore 21enne morto a Scafati in un incidente

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Lavorava in nero il 21enne Alessandro Panariello, che ieri è morto in un incidente avvenuto a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro. A denunciarlo sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, che assistono la famiglia del giovane lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni Panariello è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. “L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale”.

“Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati la madre Flora, il compagno di quest’ultima (il papà di Alessandro è morto da anni) e la fidanzata del 21enne, Annachiara – ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta; sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restuirci il nostro Alessandro”. Il 21enne aiutava economicamente, nonostante la sua giovane età, l’intera famiglia.

“Queste morti – dice l’avvocato Caracciolo – accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante”.

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Turista Usa denunciata a Capri per furto con destrezza

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Dopo aver acquistato un articolo, ha misurato un bracciale in ottone del valore di 500 euro e, approfittando della distrazione della commessa, lo ha fatto scivolare all’interno della sua borsa, per poi allontanarsi. E’ successo nei giorni scorsi in una boutique di Capri. La donna – una turista statunitense – è stata però identificata perchè, avendo effettuato il pagamento col sistema “tax free”, ha consegnato il suo documento all’esercente commerciale. Questo ha consentito agli agenti del locale commissariato di identificarla e, poco dopo, di rintracciarla in una struttura ricettiva dell’isola, dove è stata trovata in possesso del bracciale rubato. La turista è stata denunciata all’autorità giudiziaria per furto con destrezza.

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Nappi, il Comune si preoccupi del degrado della Galleria Umberto

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“È assurdo e paradossale che davanti al degrado totale che attanaglia la Galleria Umberto I, ci si preoccupi prima di tutto di smantellare il salottino allestito per l’inaugurazione dello store Mondadori. Le irregolarità vanno sempre combattute e sanzionate, ma allo stesso modo mi chiedo: il Comune perché non interviene anche per riportare il decoro in uno dei luoghi simbolo della città? Perché continua a non vedere la sporcizia che interessa ogni angolo della struttura storica, l’accampamento di clochard, le facciate dei palazzi dai colori diversi, i vetri rotti e tutto ciò che mortifica e arreca danno all’immagine di Napoli  e dei napoletani?”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.

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