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Pressing sui riformisti Pd e Calenda dice no alla piazza

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La mobilitazione di piazza del Pd annunciata da Elly Schlein in difesa della sanità pubblica per adesso non scalda più di tanto le altre opposizioni. Carlo Calenda ha già detto che Azione non ci sarà: “Andare in piazza per qualsiasi cosa non lo condividiamo né come approccio né come metodologia”. I leader dei Verdi, Angelo Bonelli, e di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, sono cauti: bene la battaglia, ma se è la manifestazione di un partito prima dobbiamo valutare. Mentre dal M5s per adesso non trapela alcuna posizione. Insomma, al momento, non pare che in piazza scenderà il fronte compatto che ha firmato la proposta di legge sul salario minimo. La questione non è il tema: la sanità pubblica è uno dei quelli che i leader di opposizione citano sempre come esempio di terreno di incontro. Però, “se il Pd promuove una manifestazione con le opposizioni, e ripeto con le opposizioni – spiega Bonelli – ci si incontra e si definiscono le modalità. Se invece si tratta di una manifestazione del Pd aspetteremo che ci inviti e valuteremo il da farsi”.

Dentro il Pd la proposta della segretaria va in discesa. Anche i riformisti, che con Schlein hanno un rapporto burrascoso, appaiono ben disposti: “E’ importante avere un nostro momento di mobilitazione – commenta un esponente di quell’area – meglio che andare a quelle degli altri”. Piazza insieme o no, la campagna sulla sanità con le altre opposizioni andrà avanti in Parlamento. L’intento è di ripercorrere la strada fatta col salario minimo: i partiti di opposizione stanno verificando la possibilità di una proposta di legge unitaria, che faccia da sintesi fra quelle presentate dalle varie forze. E poi, fra poco comincia la sessione di Bilancio e ci sarà modo di presentare emendamenti. La mossa della piazza è servita alla segretaria per rimarcare il peso del Pd nell’azione delle opposizioni. Ma la via di un’alleanza pare ancora stretta.

Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha già messo le mani avanti sulle prossime regionali: “Un accordo strutturale ovunque con il Pd non può essere, non ha senso”. E Calenda ha lanciato una sfida a Schlein: “Se domani i riformisti del Pd, invece di stare dentro dicendo non siamo d’accordo, trovano il coraggio di costruire un partito veramente riformista, repubblicano, liberal democratico – ha detto – saremo un pezzo avanti”. Un corteggiamento che fa il paio con quello di Antonio Tajani, pronto ad aprire le porte di Forza Italia ai moderati del Pd critici con la segretaria. E che rende più torrido il clima al centro. Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha commentato l’addio di Elena Bonetti, passata con Calenda: “È fisiologico che qualcuno vada e altri arrivino: nella nostra storia è sempre stato così. Non chiedo riconoscenza per ciò che in tanti hanno ricevuto perché so benissimo che la gratitudine non è una categoria della politica. Chiedo anzi il massimo rispetto”. E “chiedo di accogliere con entusiasmo i nuovi arrivi. Dopo le politiche eravamo 14 parlamentari, ora siamo 15. Avevamo 10 consiglieri regionali, oggi sono 15. Abbiamo raddoppiato gli iscritti”.

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Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

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“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

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Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

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“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

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Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

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“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

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