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È una bella Fiorentina, il Sassuolo può fare poco

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Missione compiuta per la Fiorentina, che vince in casa del Sassuolo e sale a 56 punti in classifica rafforzando l’ottavo posto in attesa del risultato del Torino. I gol tutti nella ripresa, ma sull’1-1 è decisivo l’eurogol di Saponara che riporta avanti i toscani. Poi Nico Gonzales di testa chiude il match. Un buon test per la squadra di Italiano che arriva così alla finale di Conference League di Praga con il morale giusto e con alcuni dei potenziali titolari tenuti parzialmente a riposo. Cambia poco per il Sassuolo, meno determinato dei propri avversari ma che ha finito in 9 la partita ed è senza obiettivi particolari da alcune settimane. All’inizio le scelte di Italiano sono condizionate dalla sfida di mercoledì, con Cabral al centro dell’attacco, Ranieri e Martinez Quarta al centro della difesa e Terzic sulla fascia sinistra.

Dionisi ha invece dato spazio tra i pali al giovane Russo all’esordio in serie A, con Ceide che ha vinto il ballottaggio con Bajrami. Per il resto tocca ai titolari. Con l’intero incasso della partita (122.342,00 euro) devoluto alla raccolta fondi dell’Emilia Romagna, succede poco nella prima parte con la Fiorentina, soprattutto all’inizio, che riesce più del Sassuolo a rendersi pericoloso in almeno un paio di occasioni. Al 10′ dalla sinistra Duncan serve a centro area Cabral che di testa gira versa la porta neroverde colpendo il palo esterno. Poco dopo ancora Cabral al13′ dalla distanza cerca di sorprendere Russo che devia in corner. Il Sassuolo si vede solo prima dell’intervallo con Pinamonti che dentro l’area lavora bene il pallone ma non inquadra la porta.

Ad inizio ripresa tocca a Romagna, lo sfortunato giocatore del Sassuolo da tre anni alla prese con un infortunio al ginocchio. Parte la gara e subito i viola in vantaggio: cross dalla sinistra, Russo esce basso ma respinge la palla sui piedi di Cabral che non sbaglia un gol facile facile. Per il brasiliano è l’ottava rete stagionale in campionato. Il Sassuolo fatica a ritrovarsi, Dionisi inserisce Defrel al fianco di Pinamonti per rafforzare il reparto offensivo. Italiano propone invece Bonaventura e Nico Gonzales tenuti a riposo all’inizio, ma potenziali titolare per la finale di mercoledì. A metà ripresa il pareggio del Sassuolo per un possibile tocco di braccio di Cabral (ammonito per proteste). Marchetti rivede l’azione al Var e concede il rigore ai neroverdi che Berardi trasforma spiazzando Cerefolini. Ma la Fiorentina non ci sta, e cerca nel finale il vantaggio. E lo trova. Al 33′ è bravo Russo nel deviare la conclusione ravvicinata di Cabral, ma nulla può il giovane portiere di casa sulla perla balistica di Saponara che dal limite dell’area spalle alla porta si gira e manda la palla all’incrocio dei pali. Un gol da applausi. La Fiorentina non vuole correre rischi e firma il tris: cross di Saponara, sul secondo palo irrompe Nico Gonzales che segna di testa sbattendo poi con il bacino sul palo. Nulla di grave per l’attaccante, anche se chiude la gara zoppicando per un precedente contrasto con un avversario. Nel finale il Sassuolo chiude in nove per le espulsioni di Ruan Tressoldi e Rogerio. La Fiorentina chiude nel migliore dei modi la stagione e ora sogna di completare l’opera con la finale di Conference a Praga contro il West Ham.

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Tonali stop anche in Inghilterra, ma da agosto in campo

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Niente prolungamento di squalifica per Sandro Tonali, che potrà tornare a giocare a fine agosto, come inizialmente stabilito dalla Federcalcio italiana. La FA, la federcalcio inglese, ha dunque deciso di non allungare la sospensione del centrocampista italiano, limitandosi a comminargli uno stop di due mesi con la condizionale per la violazione delle regole anti-scommesse. Una sospensione che Tonali non dovrà scontare se non commetterà nuovamente il reato in questione.

Le autorità inglesi avevano aperto un procedimento a carico del nazionale italiano per una serie di scommesse illecite, all’incirca 50, effettuate tra il 12 agosto, ovvero il giorno del suo debutto in Premier League con la maglia del Newcastle, e il 12 ottobre, quando gli inquirenti italiani lo avevano interrogato a Coverciano, dove si trovava in ritiro con la nazionale. Oltre allo stop di due mesi, che verrà cancellato al termine del prossimo campionato se il reato non verrà commesso di nuovo, la Fa ha inflitto al centrocampista una multa di circa 25mila euro. Una sanzione tutto sommato leggera, favorita dalla confessione dello stesso Tonali che di fatto si era auto-denunciato alla procura sportiva inglese una volta emersa la violazione.

Una ricostruzione dei fatti confermata dalla stessa Fa nel notificare le motivazioni della sentenza: “Tonali ha sempre collaborato con le indagini e ha fornito anche il suo cellulare in modo da dare alla FA tutti gli elementi per trarre le proprie conclusioni. La federazione inglese ha basato la propria indagine sull’autodenuncia di Tonali, segnalando come attenuanti l’esistenza di una squalifica già in essere, quella stabilita dalla Figc, per violazioni che – se commesse in Inghilterra – avrebbero portato ad una squalifica massima di 6 mesi”. Nel corso della sua auto-denuncia, l’ex Milan aveva confessato di aver scommesso anche su quattro partite del suo Newcastle, puntando sempre sulla vittoria, e di aver sempre giocato non per vincere o guadagnare denaro, bensì perché affetto da ludopatia.

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Mercato: su Conte ora c’è il Chelsea, Milan ecco Martinez

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Sono sempre gli allenatori i protagonisti, almeno per ora, del calciomercato in Italia. Ha tenuto banco, per giorni, la questione di LOPETEGUI al Milan, con tanto di hashtag dei tifosi rossoneri contrari all’arrivo dell’ex ct della Spagna. Il quale ha fatto sapere di essere molto contrariato per l’accaduto e ora riflette sulla proposta del Manchester United, mentre al Milan salgono le quotazioni di MARTINEZ, attuale ct del Portogallo, FONSECA e DE ZERBI, che però ha una clausola rescissoria di 14 milioni con il Brighton. E a proposito di club inglesi: il Chelsea avrebbe deciso di esonerare Pochettino a fine stagione, e la prima scelta del patron del club, Todd Boehly, sarebbe CONTE.

Ci sarebbero già stato contatti con l’entourage dell’ex ct azzurro, che con il Chelsea ha vinto il titolo della Premier League nel 2017. Se il ritorno del tecnico leccese ai Blues si concretizzasse, potrebbe tornare a Londra per rimanerci LUKAKU, molto stimato da Conte. Il quale è nei piani anche del Napoli, che però ora potrebbe orientarsi su altri, in primis PIOLI, stimato da De Laurentiis.

Sulla scena è tornato anche MOURINHO, con uno spot in cui allude a Londra, forse non solo come sede della finale di Champions ma anche per un suo possibile futuro (il West Ham cerca un manager per la prossima stagione). A Bologna si registra il crescente interessamento del Tottenham per CALAFIORI e si cerca di risolvere i rebus THIAGO MOTTA, sempre in pole per la Juventus se andrà via ALLEGRI, e ZIRKZEE, per il quale si è rifatta sotto la Juventus. I bianconeri, con il ds Giuntoli, guardano anche a ZHEGORVA, 25enne esterno offensivo della nazionale kossovaro che gioca in Francia nel Lilla. Fonti vicine al giocatore riferiscono dell’interesse della Roma per CHIESA, mentre in casa Lazio si tenterà l’approccio con il Monza per COLPANI. IMMOBILE potrebbe rimanere a Formello, mentre al Milan, che per la difesa segue DIEGO CARLOS dell’Aston Villa (BUONGIORNO del Torino costa troppo), c’è Ibrahimovic che in prima persona sta cercando di risolvere la grana CAMARDA, giovanissimo bomber che ha appena compiuto 16 anni e quindi deve firmare il primo contratto.

L’agente Beppe Riso ha fatto delle richieste che il Milan ritiene troppo elevate, ‘Ibra’ si è arrabbiato, il Borussia Dortmund segue la questione a fari spenti ma con grande interesse. Il Napoli, che cederà OSIMHEN (il Paris SG è la destinazione più probabile), si sta invece muovendo per prendere DAVID dal Lilla e FERGUSON dal Bologna, Quest’ultimo però potrebbe rimanere dov’è perché vorrebbe giocare la Champions. KVARATSKHELIA avrà un adeguamento dell’ingaggio, pare a 4 milioni all’anno, così da poter respingere le lusinghe del Barcellona, al quale è stato proposto VERRATTI, già stanco del calcio del Qatar. Si è mossa anche l’Inter, che ha chiesto al Frosinone informazioni su BRESCIANINI.

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Ayrton Senna, trent’anni dopo: un mito e una bella persona

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Scusate il ritardo ma dopo trent’anni parlare di Ayrton che non c’è più a me fa ancora male. Soprattutto non mi piace celebrare una scomparsa. Per questo arrivo solo il giorno dopo.
L’ho conosciuto che correva in Formula Ford, si chiamava Ayrton Senna da Silva ma poi ha scelto di portare solo il cognome di sua madre, di origini napoletane e l’ho seguito durante la sua carriera, mi ha regalato molti scoop emozionanti ma il giorno che è morto non ero a Imola perché avevo l’esame di subacquea. E chi se la dimentica quella giornata: ero appena uscita dall’acqua per la prova per il brevetto open, ero a Sant’Angelo, nella mia Ischia. I miei colleghi sub mi dissero: vedi che Senna ha avuto un brutto incidente. Tornai di corsa a casa di mio fratello dove stavo in quei giorni ed accesi la tv giusto quando annunciarono che Ayrton era morto. E da allora io non me la sento di vedere la Formula 1.

Senna

Ogni volta ci provo ma troppi ricordi affollano la mia mente: Ayrton che pulisce il casco mentre siamo seduti sulle gomme nella prima intervista. Che mi fa entrare mentre sta girando uno spot pubblicitario a dispetto dello sponsor. Che si concede alle mie domande per l’Europeo mentre non parla con gli altri. Che telefona con me al mio direttore di allora, Marcello Sabbatini. E quando mi offre un suo pass per entrare al GP di Francia… E l’ultima intervista quando tutti dicevano che si sarebbe ritirato… E poi ai box suo fratello, mamma Joanna, l’impegno nel sociale per aiutare i bimbi sfortunati, la pastasciutta e quel messaggio registrato per un ragazzino ricoverato in coma all’ospedale di Imola . “Ana, non lo scrivere”, mi disse allora: pudico sempre quando faceva qualcosa per aiutare gli altri. Faceva tanto bene ma non lo diceva a nessuno. Una perdita vera, non solo per l’ automobilismo (un mondo al quale stava diventando scomodo quale paladino della sicurezza) e per la sua famiglia, ma per tutti, perché era un esempio positivo. Addio, Ayrton. Trent’anni dopo, un ricordo immutato.

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