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‘Su manovra stipendi Juve non leale’, nuovo processo Figc

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La squadra è fuori dall’Europa per la sconfitta di Siviglia, il club si gioca invece le sue due finali nei tribunali sportivi. E anche qui la strada appare tutta in salita. La Juventus ha infatti ricevuto oggi il deferimento anche per il secondo filone di indagine aperto dalla procura Figc, quello della cosiddetta manovra stipendi. Un atto che apre un nuovo processo sportivo, che prevedibilmente sarà a metà giugno, e addensa nuove nuvole. Prima di allora la Juve dovrà difendersi, lunedì prossimo, davanti al tribunale d’appello federale che in nuova composizione dovra’ rimodulare la sanzione del processo plusvalenze, come ha indicato il Collegio di Garanzia. La Cassazione dello sport ha confermato la colpevolezza di Agnelli e tutti i principali dirigenti della gestione passata, per mancata lealtà sportiva, ma ha chiesto di definire meglio i ruoli dei dirigenti senza delega per capire quanto abbiano pesato sul -15, poi sospeso.

Lunedì la corte d’appello rimodulerà insomma la sanzione, e si capirà quanto sarà afflittiva: stante la classifica attuale (e prima della giornata che si chiuderà lunedi’ con Roma-Salernitana ed Empoli-Juve) basterebbe un -11 per rigettare indietro in classifica i bianconeri fuori dalle coppe, e un -9 per uscire dalla zona Champions, ma con ancora due giornate da giocare. Ogni scenario è aperto, ed influirà sul nuovo processo che dovrà affrontare il primo grado a giugno. Il procuratore federale, Giuseppe Chinè, in 72 pagine ha infatti descritto i capi d’accusa per il cosiddetto fascicolo “manovra stipendi”, che in realta’ comprende quattro punti; la spalmatura ‘fittizia’degli stipendi di due stagioni (2019-20 e ’20-’21), i rapporti con gli agenti (per i quali emergono anche affari che riguardano giocatori minorenni), la partnership con 6 club (Sassuolo, Atalanta, Udinese, Bologna, Sassuolo, Cagliari, su cui Chinè indagherà ancora).

La Juve è stata deferita per responsabilità “diretta e oggettiva” delle contestazioni fatte all’ex presidente Andrea Agnelli, a Nedved, Paratici, Cherubini e altri tre dirigenti (due del settore giovanile): per loro l’accusa e’ aver violato l’articolo 4.1, quello sulla lealtà sportiva. Agnelli e Paratici hanno depositato in Lega “gli accordi di riduzione di 4 mensilità” del 2020 per 21 calciatori e di Sarri “omettendo di depositare gli accordi di recupero di tre mensilità”, per farlo poi dopo la chiusura del bilancio al 30 giugno. La stassa violazione è contestata per il campionato successivo, dove il recupero di tre mensilita’ era fissato da scritture private, le cosiddette ‘side letter’. Il comportamento avrebbe “violato il principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega di A”. Agnelli e gli altri dirigenti avrebbero poi pagato “agenti sportivi per trasferimenti in assenza di una reale attività di intermediazione”, avrebbe usato agenti senza mandato, o pagato agenti fittiziamente per compensare altre operazioni di giocatori giovani o “minorenni”.

Tra le operazioni al centro della contestazione la cessione di Spinazzola alla Roma, il rinnovo di contratto di Chiellini nel 2020. Infine le partnership con sei club: sotto accusa di Chinè “accordi confidenziali” per trasferimenti di giocatori senza deposito in Lega o con cifre diverse dal reale. Sfumata per ora la possibilità di patteggiamento (la proposta Juve di ammenda non e’ stata accolta, ma resta una finestra fino al processo) la sanzione di lunedì avrà ripercussioni sul secondo processo: sia nella richiesta di afflittività della procura federale, che potrebbe ricadere sul prossimo campionato, sia sulla linea difensiva della Juve. Scenari aperti, insomma. Fermo restando il procedimento aperto dalla Uefa, che aspetta la giustizia sportiva italiana per decidere se escludere o no la Juve dall’Europa.

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Tonali stop anche in Inghilterra, ma da agosto in campo

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Niente prolungamento di squalifica per Sandro Tonali, che potrà tornare a giocare a fine agosto, come inizialmente stabilito dalla Federcalcio italiana. La FA, la federcalcio inglese, ha dunque deciso di non allungare la sospensione del centrocampista italiano, limitandosi a comminargli uno stop di due mesi con la condizionale per la violazione delle regole anti-scommesse. Una sospensione che Tonali non dovrà scontare se non commetterà nuovamente il reato in questione.

Le autorità inglesi avevano aperto un procedimento a carico del nazionale italiano per una serie di scommesse illecite, all’incirca 50, effettuate tra il 12 agosto, ovvero il giorno del suo debutto in Premier League con la maglia del Newcastle, e il 12 ottobre, quando gli inquirenti italiani lo avevano interrogato a Coverciano, dove si trovava in ritiro con la nazionale. Oltre allo stop di due mesi, che verrà cancellato al termine del prossimo campionato se il reato non verrà commesso di nuovo, la Fa ha inflitto al centrocampista una multa di circa 25mila euro. Una sanzione tutto sommato leggera, favorita dalla confessione dello stesso Tonali che di fatto si era auto-denunciato alla procura sportiva inglese una volta emersa la violazione.

Una ricostruzione dei fatti confermata dalla stessa Fa nel notificare le motivazioni della sentenza: “Tonali ha sempre collaborato con le indagini e ha fornito anche il suo cellulare in modo da dare alla FA tutti gli elementi per trarre le proprie conclusioni. La federazione inglese ha basato la propria indagine sull’autodenuncia di Tonali, segnalando come attenuanti l’esistenza di una squalifica già in essere, quella stabilita dalla Figc, per violazioni che – se commesse in Inghilterra – avrebbero portato ad una squalifica massima di 6 mesi”. Nel corso della sua auto-denuncia, l’ex Milan aveva confessato di aver scommesso anche su quattro partite del suo Newcastle, puntando sempre sulla vittoria, e di aver sempre giocato non per vincere o guadagnare denaro, bensì perché affetto da ludopatia.

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Mercato: su Conte ora c’è il Chelsea, Milan ecco Martinez

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Sono sempre gli allenatori i protagonisti, almeno per ora, del calciomercato in Italia. Ha tenuto banco, per giorni, la questione di LOPETEGUI al Milan, con tanto di hashtag dei tifosi rossoneri contrari all’arrivo dell’ex ct della Spagna. Il quale ha fatto sapere di essere molto contrariato per l’accaduto e ora riflette sulla proposta del Manchester United, mentre al Milan salgono le quotazioni di MARTINEZ, attuale ct del Portogallo, FONSECA e DE ZERBI, che però ha una clausola rescissoria di 14 milioni con il Brighton. E a proposito di club inglesi: il Chelsea avrebbe deciso di esonerare Pochettino a fine stagione, e la prima scelta del patron del club, Todd Boehly, sarebbe CONTE.

Ci sarebbero già stato contatti con l’entourage dell’ex ct azzurro, che con il Chelsea ha vinto il titolo della Premier League nel 2017. Se il ritorno del tecnico leccese ai Blues si concretizzasse, potrebbe tornare a Londra per rimanerci LUKAKU, molto stimato da Conte. Il quale è nei piani anche del Napoli, che però ora potrebbe orientarsi su altri, in primis PIOLI, stimato da De Laurentiis.

Sulla scena è tornato anche MOURINHO, con uno spot in cui allude a Londra, forse non solo come sede della finale di Champions ma anche per un suo possibile futuro (il West Ham cerca un manager per la prossima stagione). A Bologna si registra il crescente interessamento del Tottenham per CALAFIORI e si cerca di risolvere i rebus THIAGO MOTTA, sempre in pole per la Juventus se andrà via ALLEGRI, e ZIRKZEE, per il quale si è rifatta sotto la Juventus. I bianconeri, con il ds Giuntoli, guardano anche a ZHEGORVA, 25enne esterno offensivo della nazionale kossovaro che gioca in Francia nel Lilla. Fonti vicine al giocatore riferiscono dell’interesse della Roma per CHIESA, mentre in casa Lazio si tenterà l’approccio con il Monza per COLPANI. IMMOBILE potrebbe rimanere a Formello, mentre al Milan, che per la difesa segue DIEGO CARLOS dell’Aston Villa (BUONGIORNO del Torino costa troppo), c’è Ibrahimovic che in prima persona sta cercando di risolvere la grana CAMARDA, giovanissimo bomber che ha appena compiuto 16 anni e quindi deve firmare il primo contratto.

L’agente Beppe Riso ha fatto delle richieste che il Milan ritiene troppo elevate, ‘Ibra’ si è arrabbiato, il Borussia Dortmund segue la questione a fari spenti ma con grande interesse. Il Napoli, che cederà OSIMHEN (il Paris SG è la destinazione più probabile), si sta invece muovendo per prendere DAVID dal Lilla e FERGUSON dal Bologna, Quest’ultimo però potrebbe rimanere dov’è perché vorrebbe giocare la Champions. KVARATSKHELIA avrà un adeguamento dell’ingaggio, pare a 4 milioni all’anno, così da poter respingere le lusinghe del Barcellona, al quale è stato proposto VERRATTI, già stanco del calcio del Qatar. Si è mossa anche l’Inter, che ha chiesto al Frosinone informazioni su BRESCIANINI.

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Ayrton Senna, trent’anni dopo: un mito e una bella persona

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Scusate il ritardo ma dopo trent’anni parlare di Ayrton che non c’è più a me fa ancora male. Soprattutto non mi piace celebrare una scomparsa. Per questo arrivo solo il giorno dopo.
L’ho conosciuto che correva in Formula Ford, si chiamava Ayrton Senna da Silva ma poi ha scelto di portare solo il cognome di sua madre, di origini napoletane e l’ho seguito durante la sua carriera, mi ha regalato molti scoop emozionanti ma il giorno che è morto non ero a Imola perché avevo l’esame di subacquea. E chi se la dimentica quella giornata: ero appena uscita dall’acqua per la prova per il brevetto open, ero a Sant’Angelo, nella mia Ischia. I miei colleghi sub mi dissero: vedi che Senna ha avuto un brutto incidente. Tornai di corsa a casa di mio fratello dove stavo in quei giorni ed accesi la tv giusto quando annunciarono che Ayrton era morto. E da allora io non me la sento di vedere la Formula 1.

Senna

Ogni volta ci provo ma troppi ricordi affollano la mia mente: Ayrton che pulisce il casco mentre siamo seduti sulle gomme nella prima intervista. Che mi fa entrare mentre sta girando uno spot pubblicitario a dispetto dello sponsor. Che si concede alle mie domande per l’Europeo mentre non parla con gli altri. Che telefona con me al mio direttore di allora, Marcello Sabbatini. E quando mi offre un suo pass per entrare al GP di Francia… E l’ultima intervista quando tutti dicevano che si sarebbe ritirato… E poi ai box suo fratello, mamma Joanna, l’impegno nel sociale per aiutare i bimbi sfortunati, la pastasciutta e quel messaggio registrato per un ragazzino ricoverato in coma all’ospedale di Imola . “Ana, non lo scrivere”, mi disse allora: pudico sempre quando faceva qualcosa per aiutare gli altri. Faceva tanto bene ma non lo diceva a nessuno. Una perdita vera, non solo per l’ automobilismo (un mondo al quale stava diventando scomodo quale paladino della sicurezza) e per la sua famiglia, ma per tutti, perché era un esempio positivo. Addio, Ayrton. Trent’anni dopo, un ricordo immutato.

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