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Scovata la polizia segreta cinese a New York, 2 arresti

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L’Fbi ha arrestato due persone con l’accusa di gestire nel cuore di New York una stazione di polizia cinese segreta con il compito, fra gli altri, di sorvegliare e fare pressione sui dissidenti. Le accuse mosse nei confronti di Lu Jianwang e Chen Jinping sono di aver cospirato per agire come agenti della Cina e di ostruzione alla giustizia per aver distrutto le prove dei loro legami con Pechino una volta saputo che l’Fbi aveva avviato delle indagini.

Se saranno riconosciuti colpevoli rischiano fino a 25 anni di carcere. Questa è una “flagrante violazione della nostra sovranità nazionale”, ha detto Breon Peace, il procuratore del distretto orientale di New York. “Non vogliamo e non abbiamo bisogno di una stazione di polizia cinese. Immaginate se il New York Police Department aprisse una stazione segreta a Pechino. Sarebbe inimmaginabile”, ha aggiunto il procuratore sottolineando che la stazione forniva anche alcuni servizi governativi, ad esempio “aiutare i cittadini cinesi a rinnovare la propria patente. Per fare questo la legge richiede che ci si identifichi come agenti di un governo straniero. Ma questo non è accaduto”.

In diverse altre occasioni però la stazione di polizia aveva anche altri compiti, come la localizzazione di “un attivista pro-democrazia di discendenza cinese che vive in California. In altre parole, la polizia cinese usava la stazione per rintracciare un residente americano sul suolo americano”. La stazione, chiusa nell’autunno del 2022, si ritiene che sia una delle oltre 100 che la Cina opera in 53 paesi.

In passato Le ambasciate cinesi negli Stati Uniti e in Canada avevano descritto queste ‘stazioni’ come delle postazioni oltreoceano aperte durante la pandemia per assistere i cittadini cinesi con alcuni servizi. I gruppi in difesa dei diritti umani invece avevano accusato la Cina di usarle per minacciare e monitorare i suoi cittadini all’estero. L’ex direttore dell’Fbi Christopher Wray le aveva descritte come un “problema reale”. Oltre ai due arresti a New York, le autorità americane hanno accusato 34 membri della polizia nazionale cinese di aver usato falsi account sui social media per seguire e controllare i dissidenti cinesi negli Stati Uniti e per diffondere la propaganda del governo di Pechino. I 34 accusati, secondo le autorità americane, fanno parte di una task force di élite chiamata ‘912 Special Project Working Group’ il cui compito è puntare i “dissidenti cinesi nel mondo, inclusi quelli negli Stati Uniti”.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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