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Cronache

Ucciso e bruciato in auto, tre arresti nel Pavese

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Un’esecuzione brutale, con almeno tre colpi di fucile da caccia e uno di pistola calibro 9. Così è stato ucciso, la sera dell’11 gennaio in un capannone a Cassolnovo (Pavia), in Lomellina, Mohamed Ibrahim Mansour, cittadino egiziano di 44 anni residente a Cilavegna (Pavia). Il suo corpo è stato poi caricato sulla sua auto, un’Audi A3, condotta nelle campagne della frazione Morsella, vicino a Vigevano (Pavia), e data alle fiamme la sera di sabato 14 gennaio. A distanza di poco più di un mese dal ritrovamento del cadavere carbonizzato, le indagini coordinate dalla Procura di Pavia hanno già fatto luce su un giallo che appariva di difficile soluzione. Questa mattina all’alba sono state arrestate tre persone, accusate dell’omicidio. Le tre ordinanze di custodia cautelare hanno interessato tre conoscenti di Mansour: i fratelli Massimo e Claudio Rondinelli, 34 e 39 anni, e il compagno della loro sorella, Luigi D’Alessandro, 37 anni. Il 44enne egiziano con un’altra sorella dei Rondinelli aveva avuto una figlia. Massimo Rondinelli è stato fermato a Tursi (Matera) a casa della fidanzata, il fratello Claudio a Vigevano (Pavia) e D’Alessandro a Cilavegna (Pavia).

“I fatti – sottolinea una nota della Procura di Pavia – paiono essere legati a dinamiche familiari” e sono stati accertati grazie a un’attività di intercettazione telefonica e di analisi dei dati di traffico telefonico e telematico. In particolare, secondo quanto è emerso dall’inchiesta, Mansour avrebbe voluto diventare proprietario di parte delle terre di proprietà della famiglia Rondinelli: in tal modo puntava ad ottenere le garanzie economiche per avere l’affidamento della figlia avuta dalla loro sorella. Una trattativa che, evidentemente, deve essere stata caratterizzata da momenti di forte tensione, sino all’uccisione del nordafricano. Secondo quanto emerge dalle indagini dei carabinieri “i soggetti arrestati, tutti appartenenti al medesimo nucleo familiare, nella serata dell’11 gennaio 2023 avrebbero teso un vero e proprio agguato alla persona offesa mentre si trovava presso il suo luogo di dimora, un capannone industriale, un tempo usato per scopi agricoli, a Cassolnovo (Pavia)”.

E’ un magazzino nel quale Mansour ha lavorato, consegnando frutta e verdura sempre per conto della famiglia Rondinelli. Quando la sera del 14 gennaio il corpo dell’egiziano è stato ritrovato sulla sua auto in fiamme tra i boschi della Morsella, la scena del crimine era già stata “completamente ripulita”. Prima dell’identificazione del cadavere carbonizzato sono trascorsi alcuni giorni. Qualcuno aveva anche ipotizzato la possibilità di un suicidio. L’autopsia ha però stabilito che Mansour era stato ucciso con colpi d’arma da fuoco. La mattina di venerdì 10 febbraio è arrivata la svolta decisiva delle indagini, con la perquisizione del magazzino di Cassolnovo (Pavia) e il ritrovamento di un foro nel portone esterno, prodotto probabilmente da uno dei proiettili. L’inchiesta dei carabinieri (condotta con l’ausilio di strumenti tecnici, attività di osservazione e controllo e anche con il supporto di cani molecolari per la ricerca di armi, esplosivi e tracce di sangue e resti umani) prosegue per verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.

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Lavoratore 21enne morto a Scafati in un incidente

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Lavorava in nero il 21enne Alessandro Panariello, che ieri è morto in un incidente avvenuto a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro. A denunciarlo sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, che assistono la famiglia del giovane lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni Panariello è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. “L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale”.

“Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati la madre Flora, il compagno di quest’ultima (il papà di Alessandro è morto da anni) e la fidanzata del 21enne, Annachiara – ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta; sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restuirci il nostro Alessandro”. Il 21enne aiutava economicamente, nonostante la sua giovane età, l’intera famiglia.

“Queste morti – dice l’avvocato Caracciolo – accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante”.

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Turista Usa denunciata a Capri per furto con destrezza

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Dopo aver acquistato un articolo, ha misurato un bracciale in ottone del valore di 500 euro e, approfittando della distrazione della commessa, lo ha fatto scivolare all’interno della sua borsa, per poi allontanarsi. E’ successo nei giorni scorsi in una boutique di Capri. La donna – una turista statunitense – è stata però identificata perchè, avendo effettuato il pagamento col sistema “tax free”, ha consegnato il suo documento all’esercente commerciale. Questo ha consentito agli agenti del locale commissariato di identificarla e, poco dopo, di rintracciarla in una struttura ricettiva dell’isola, dove è stata trovata in possesso del bracciale rubato. La turista è stata denunciata all’autorità giudiziaria per furto con destrezza.

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Nappi, il Comune si preoccupi del degrado della Galleria Umberto

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“È assurdo e paradossale che davanti al degrado totale che attanaglia la Galleria Umberto I, ci si preoccupi prima di tutto di smantellare il salottino allestito per l’inaugurazione dello store Mondadori. Le irregolarità vanno sempre combattute e sanzionate, ma allo stesso modo mi chiedo: il Comune perché non interviene anche per riportare il decoro in uno dei luoghi simbolo della città? Perché continua a non vedere la sporcizia che interessa ogni angolo della struttura storica, l’accampamento di clochard, le facciate dei palazzi dai colori diversi, i vetri rotti e tutto ciò che mortifica e arreca danno all’immagine di Napoli  e dei napoletani?”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.

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