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Cronache

Uomo ucciso a Cagliari,il killer un vicino di casa

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 Una discussione finita male per la mensilità da pagare. O forse un vero e proprio assalto alla cassa degli affitti riscossi dal proprietario della palazzina. L’unica certezza è l’omicidio: Venerato Sardu, a meno di una settimana dal suo 75/o compleanno, è stato ucciso nell’appartamento al piano terra dello stabile in via Ogliastra, quartiere di Is Mirrionis, periferia di Cagliari. Sardu era il padrone dell’intero edificio a poche decine di metri dall’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. E dava le camere in affitto. Il movente sarà più chiaro quando sarà trovata l’arma del delitto: se i colpi alla testa che hanno provocato la morte sono stati scagliati con un oggetto trovato in casa, l’ipotesi potrebbe essere quella della lite degenerata in omicidio, magari per l’affitto arretrato. Se, invece, dovesse essere appurato l’uso di una spranga o di qualche tubo metallico portata sul posto per fare male alla vittima, si rafforzerebbe la possibilità dell’omicidio per rapina. Tutto ancora da verificare. La vittima potrebbe aver aperto la porta di casa al suo assassino: non ci sono segni di scasso. I carabinieri, a poche ore dal delitto, hanno fermato il presunto responsabile, Fabrizio Congiu, cagliaritano di 52 anni, residente all’ultimo piano dello stesso stabile, già noto alle forze dell’ordine. Era un inquilino di Sardu: verosimile che la vittima, di fronte alla richiesta di un chiarimento, possa aver invitato il suo presunto assassino ad entrare in casa.

Tutto potrebbe essere successo nel pomeriggio di ieri. Poi il silenzio. Perché per ore la figlia di Sardu ha cercato di rintracciare il padre per telefono. Inutilmente. In tarda serata, visto che la porta dell’appartamento era chiusa, la donna ha chiesto l’intervento dei Vigili del fuoco. L’uomo è stato ritrovato disteso sul pavimento con diverse ferite alla testa incompatibili con la caduta accidentale. Quando sul posto sono arrivati il pm di turno Andrea Massidda e il Nucleo investigativo dei carabinieri sono state subito visionate le immagini del sistema di videosorveglianza della palazzina. E il cerchio si è chiuso: il presunto assassino non andava cercato chissà dove, ma all’ultimo piano dello stesso stabile. Congiu, stando alle immagini, dovrebbe aver agito da solo. In casa i carabinieri del Ris hanno sequestrato alcuni oggetti e maggiore chiarezza sarà fatta dall’autopsia disposta dal magistrato.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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