Collegati con noi

Esteri

I cechi svoltano ed eleggono Pavel alla presidenza 

Pubblicato

del

 I cechi cambiano strada ed eleggono alla presidenza della Repubblica un ex generale, Petr Pavel, consegnando una sonora sconfitta all’ex premier Andrj Babis, il milionario appoggiato dall’uscente Milos Zeman, che ha animato le cronache degli ultimi anni con uno stile ritenuto da molti quanto meno controverso. E il risultato della seconda elezione diretta di un capo dello Stato è un cartellino rosso al populismo. Con il 587,3% dei voti al ballottaggio, Pavel, il quarto presidente della Repubblica, succede a Vaclav Havel, Vaclav Klaus e Milos Zeman, che aveva vinto le ultime due elezioni. La bocciatura di Babis, che ha perso con il 41,68%, dà il via a una vera e propria svolta, che potrebbe rappresentare un cambiamento della cultura politica del Paese, che premia chi ha promesso “l’ordine e la pace”, “la tolleranza e la decenza e il rispetto della Costituzione. “Non vedo vincitori e sconfitti. In questa elezione hanno vinto i valori quali verità, dignità, rispetto, umiltà. Sono i valori che ci stanno a cuore e che io voglio far tornare al Castello di Praga e nella politica”, ha commentato il vincitore, aggiungendo: “Non posso farcela da solo, ma sarà possibile assieme a tutti gli abitanti di questo Paese. Il ritorno a questi valori può migliorare la vita nella Repubblica ceca”. I cechi con il loro voto hanno inoltre confermato una fiducia altissima nei confronti dell’esercito, che per molti rappresenta il simbolo di schiettezza, dedizione e fedeltà. Petr Pavel, 61 anni, è stato infatti Capo di Stato maggiore dell’esercito ceco dal 2012 al 2015 e presidente del comitato militare della Nato dal 2015 al 2018, quando è andato in pensione. Durante l’epidemia del coronavirus nel 2020 ha fondato l’iniziativa “Insieme più forti”, per aiutare la gente maggiormente colpita. Spesso gli è stato rimproverato il passato nel partito comunista, dove entrò nel 1985; fra il 1988 e il ’92 seguì il corso di addestramento dei servizi militari comunisti che preparava agenti da infiltrare nei Paesi della Nato. Pavel, oggi, definisce tutto questo periodo “un errore” ma è anche convinto di aver rimediato lavorando per 30 anni a favore della Repubblica ceca. “Se ci fosse qualcosa di squalificante nel mio passato, difficilmente sarei scelto dai rappresentanti di 30 paesi della Nato come loro rappresentante”, aveva dichiarato durante la campagna elettorale. E del resto a votarlo oggi sono stati anche gli ex dissidenti vessati dal regime comunista. Nel gennaio del 1993, nell’ambito della missione Unprofor nell’ex Yugoslavia, il neopresidente salvò 53 soldati francesi e fu insignito della Croce di guerra francese. Ebbe simili riconoscimenti anche da altri paesi. Pavel è favorevole alla permanenza della Repubblica ceca nelle strutture europee e nella Nato. E se Babis aveva improntato la sua campagna spingendo sulla guerra, Pavel ha assicurato di voler tenerne la Repubblica ceca “il più lontano possibile”. Il giuramento è previsto il 9 marzo al Castello di Praga.

Advertisement

Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

Pubblicato

del

Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

Continua a leggere

Esteri

Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

Pubblicato

del

A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

Continua a leggere

Esteri

Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

Pubblicato

del

Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto