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Carceri, caos ad Avellino: rissa e agenti in ostaggio

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 Agenti penitenziari presi in ostaggio dai detenuti, uno che minaccia di buttarsi dal tetto, una rissa nel reparto di isolamento: secondo Donato Capece, segretario del sindacato Sappe, il carcere di Avellino è “una polveriera pronta ad esplodere”. “Sono affermazioni non conformi alla verità e che configurano un procurato allarme”, replica la direttrice, Concetta Felaco. Secondo la ricostruzione di Maria Anna Argenio, vice segretaria regionale del Sappe in servizio a Secondigliano, intorno alle dieci di ieri mattina due detenuti che stanno scontando una condanna passata in giudicato per spaccio di droga, hanno preso in ostaggio due agenti minacciandoli con coltelli rudimentali ricavati da lamette da barba e si sono barricati all’interno del reparto di isolamento. È seguita una trattativa al termine della quale altri agenti in servizio sono riusciti ad entrare nel reparto e a liberare i colleghi. Nessuno è rimasto ferito. Pochi minuti dopo, nello stesso reparto, si è accesa una rissa tra detenuti anche in questo caso faticosamente sedata dal personale in servizio. Infine, in un’altra ala della Casa circondariale, quella in cui si trova l’infermeria, un detenuto con problemi psicologici è riuscito a salire sul tetto minacciando atti autolesionistici. Un altro detenuto, insieme agli agenti, lo hanno convinto a desistere. Un racconto, quello reso noto dal sindacato, che però la direzione del carcere bolla come infondato. E la stessa direzione starebbe predisponendo un “dettagliato rapporto” per spiegare come sono andati veramente i fatti. Da parte sua, però, il Sappe conferma tutto: “La situazione ad Avellino è incandescente. Siamo stanchi di registrare continui atti e comportamenti violenti da parte dei detenuti che mettono ogni giorno a rischio l’incolumità delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria”, dice Capece. Che ribadisce: “agenti presi in ostaggio, rissa… tutto vero”. Sono 162 gli agenti in servizio nel carcere di Avellino, cinquanta in meno di quelli previsti dalla pianta organica, rispetto a 560 detenuti. Da tempo i sindacati denunciano le difficoltà a garantire la sorveglianza e l’ordine interno a causa della carenza di organico: spesso, dicono, un solo agente è chiamato a garantire la sorveglianza di più sezioni che si trovano peraltro su piani diversi della casa circondariale.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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