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Mascherine in ospedale ma non su bus. Salgono i casi

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 Mascherine sul volto ancora per un mese negli ospedali e Rsa. Obbligo abolito, invece, sui mezzi di trasporto a partire dall’inizio di ottobre. E’ la linea decisa dell’esecutivo, che ha prorogato di 30 giorni l’utilizzo del dispositivo di protezione nelle strutture sanitarie. Una decisione, quella di prorogare l’obbligo nei nosocomi, che vede d’accordo medici e sanitari mentre continua la crescita dei contagi da Covid-19 in tutte le Regioni italiane: negli ultimi 7 giorni si e’ infatti registrato un balzo del +34%. Ed anche a livello europeo, avverte l’Oms, frena la discesa casi con un -1% negli ultimi 7 giorni. Dovranno dunque continuare ad indossare la mascherina lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e RSA (Residenze sanitarie assistenziali) per anziani, gli hospice e le strutture riabilitative. Il ministro della Salute Roberto Speranza, secondo quanto si apprende, firmera’ oggi l’ordinanza di proroga di un mese. Stop alle mascherine, invece, su bus e treni. Sul fronte dell’andamento epidemiologico si registra tuttavia un nuovo aumento dei contagi e dei ricoveri, come evidenzia l’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 21-27 settembre: i nuovi casi sono saliti del 34% in una settimana ed i ricoveri ordinari segnano un +4,5% sempre nell’arco di sette giorni. In calo, invece, le terapie intensive (-14,7%) e i decessi (-8,1%). L’incremento dei casi riguarda tutte le Regioni, dal +5,9% della Sicilia al +50,9% del Veneto. Anche le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, indicano che i casi di Covid in Italia sono entrati in una fase di crescita accelerata e la curva dei ricoveri nei reparti ordinari ha ripreso a salire. La crescita accelerata dei casi, precisa, si rileva in 102 delle 107 province italiane, con valori dell’incidenza che, per 42 di esse, negli ultimi sette giorni sono aumentati di almeno il 50%. Per quanto riguarda i ricoveri invece, sottolinea, “si prevede che anche la curva dell’occupazione delle terapie intensive termini la fase di decrescita entro 7-10 giorni”. Il dato negativo, e’ la previsione del matematico, e’ che “ci si aspetta un ulteriore contributo non trascurabile alla diffusione del virus dall’imminente fine dell’obbligo di indossare la mascherina all’interno dei mezzi pubblici”. Rispetto alle vaccinazioni, poi, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi non decolla, attestandosi, afferma Gimbe, al 17%. Tuttavia, secondo i dati dell’Unita’ per il completamento della campagna vaccinale guidata dal Generale Petroni, negli ultimi giorni aumentano le dosi di vaccino somministrate con numeri giornalieri che non venivano raggiunti da settimane. Nella giornata del 28 settembre sono state infatti somministrate 22.914 dosi, cifra record da settembre. Anche i dati giornalieri del ministero della Salute confermano numeri in salita: sono 37.522 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 36.632), mentre le vittime sono 30 rispetto alle 48 di ieri. Il tasso di positivita’ e’ al 18,9% (ieri era al 18,4%). Negli ospedali, sono 141 i ricoverati in terapia intensiva, due in piu’ di ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 3.849, ovvero 134 in piu’. Un quadro a fronte del quale Gimbe chiede al nuovo governo “raccomandazioni chiare” su come affrontare questa nuova fase. Intanto, le Regioni si preparano all’avvio da ottobre della campagna vaccinale antinfluenzale con la possibilita’, quest’anno, di somministrare nella stessa seduta sia il vaccino contro l’influenza sia quello anti-Covid. In almeno la meta’ degli studi dei medici di famiglia, afferma la Societa’ italiana di medicina generale (Simg), le prenotazioni per gli antinfluenzali sono gia’ al completo e quest’anno sono attesi almeno 6-7 milioni di casi di influenza vista la scarsa circolazione dei virus stagionali durante la pandemia. Consiglia fortemente la co-vaccinazione l’infettivologo Massimo Andreoni: “Non ci sono controindicazioni; anzi, e’ stato dimostrato – afferma – che la vaccinazione con due vaccini contemporaneamente stimola meglio il sistema immunitario”.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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