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Cronache

La denuncia choc di Unicef: nel mondo 1 bimbo su 4 soffre malnutrizione cronica, ma ci sono milioni di bimbi gravemente obesi

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Nel mondo 1 bambino su 4 sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica: 150,8 milioni di bambini nel 2017, il 22,2% di tutti i bambini a livello globale. Se si considerano tutte le forme di malnutrizione i bambini che ne soffrono nel mondo salgono ad oltre 200 milioni. Nel 2017 la malnutrizione e’ stata concausa di circa 3 milioni di decessi infantili. Contemporaneamente nel 2017 ben 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni sono risultati in sovrappeso: 1 su 3 in Europa, 9,7 milioni in Africa, 17,5 milioni in Asia, 3,9 milioni America Latina e Caraibi, 1,7 milioni in Nordamerica. In Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi e’ aumentata di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975. Sono alcune dei dati e delle contraddizioni che emergono dal rapporto dell’Unicef  “Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione”. Il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo spiega che uno dei maggiori problemi per l’infanzia nel mondo e’ quello dei bambini malnutriti a causa della sotto-alimentazione. “Tuttavia malnutrizione – sottolinea – non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano. Per questo, attraverso questo rapporto, vogliamo mettere in luce anche il problema dell’obesita’ infantile che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia”. Anche in Italia c’e’ un problema di sicurezza alimentare per i piccoli che vivono nei nuclei familiari piu’ poveri e “non hanno accesso – sottolinea il presidente – a fonti di cibo sicure e sufficienti”. L’altro problema e’ quello dei disordini alimentare che “porta alla luce – ha aggiunto Samengo – una forma crescente di disagio tra gli adolescenti e presta il fianco ad una serie di altre problematiche quali quelle del bullismo legato all’immagine fisica”. Sono 50,5 milioni i bambini nel mondo colpiti da malnutrizione acuta. Africa e Asia sopportano il peso maggiore delle diverse forme di malnutrizione: nel 2017, il 55% dei bambini affetti da malnutrizione cronica viveva in Asia, il 39% in Africa; il 69% di quelli con malnutrizione acuta si trovava in Asia, il 27% in Africa. Quando all’obesita’ infantile in Italia, secondo l’Unicef, non e’ dovuta soltanto ad una cattiva alimentazione, in particolare per l’eccesso di consumo di zuccheri e di grassi, ma anche ad uno stile di vita spesso troppo sedentario. Secondo gli ultimi dati Istat la quota dei bambini sedentari e’ molto alta nella fascia di eta’ 3-5 anni (48,8%) diminuisce nelle fasce di eta’ successive, ma inizia a risalire e a mantenersi alta a partire dalla fascia di eta’ 18 – 19 anni (20,8%). Il Rapporto evidenzia che a livello internazionale, nei soggetti di eta’ compresa tra i 9 e i 14 anni, il 7,1% dei maschi e il 13,4% delle femmine presenta un comportamento alimentare disturbato. Disturbi che si presentano con maggior frequenza nei paesi industrializzati e ad alto reddito.

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Cronache

Ricerca sull’Intelligenza artificiale: il 65 per cento degli studenti italiani la usa per fare i compiti

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L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando ogni settore, compreso quello dell’istruzione. Secondo una ricerca condotta da Tgm Research per conto di NoPlagio su un campione di mille persone, il 71% dei ragazzi dai 16 ai 18 anni usa l’intelligenza artificiale per cercare informazioni il 60% per fare i compiti, il 33% per imparare, il 18% per rispondere ai test, il 21% la usa come assistente personale (per scrivere e mail per esempio), il 13% per scrivere saggi. “Non intendiamo demonizzare l’uso dell’intelligenza artificiale – ha spiegato Chorst Klaus, uno dei fondatori della startup Noplagio.it -, ma promuoverne l’uso consapevole per contrastare l’ignoranza che potrebbe colpire i nostri ragazzi. Gli stessi insegnanti dovrebbero essere i primi ad approfondire la materia per guidare i ragazzi verso un utilizzo corretto dell’intelligenza artificiale. Dalla ricerca emerge chiara la preoccupazione dei ragazzi dell’uso che si può fare dell’IA e la necessità che i governi intervengano nella gestione corretta di questo strumento”.

Rispondendo alla domanda “Hai mai utilizzato ChatGpt o strumenti di intelligenza artificiale simili per completare i compiti”, su coloro che hanno risposto sì all’uso in generale dell’intelligenza artificiale, il 79% dei ragazzi ha risposto che li usa per fare i compiti e scrivere saggi. I sedicenni sono più attivi dei diciottenni con un +3%. Se guardiamo la distribuzione geografica troviamo il 60% dei ragazzi appartiene alle città di Napoli e Torino seguite da Milano con il 56% e Roma con il 53%. I ragazzi sono entusiasti di usare l’intelligenza artificiale tanto che il 68% di loro intende continuare in futuro ad utilizzarla.

I ragazzi sono quelli più propensi a farlo con il 71% contro il 65% delle ragazze. Sicuramente in questo caso i sedicenni sono stati meno propositivi nell’uso futuro dei diciottenni: il 63% contro il 71%. Il 31% delle persone intervistate pensa che l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento utile nella vita quotidiana, ma c’è un buon 64% di ragazzi che si dice essere preoccupato dell’uso illimitato che se ne possa fare sia a scuola che a lavoro. Solo il 4% ha paura di questa scoperta. Il sesso femminile spicca il volo su questo aspetto con una percentuale del 70%.

Alla domanda pensi che i contenuti prodotti da ChatGpt possano portare al rischio di opinioni non inclusive e prevenute. Il 48% pensa che l’utente potrebbe raggirare questo rischio. Il 32% risponde positivamente dichiarando che i contenuti prodotti dagli algoritmi seguono un pregiudizio rispetto ai contenuti mainstream su Internet. Il 19% ammette di non saperlo. Il 54% risponde che l’utente dovrebbe fare attenzione e non fare affidamento sui contenuti prodotti da ChatGpt. Il 25% ammette l’affidabilità dello strumento.

Il 18% indica una risposta netta, che non bisognerebbe mai fidarsi. Il 57% dei ragazzi ha risposto di non credere che l’intelligenza artificiale possa arrivare a imporre i suoi algoritmi influenzando l’opinione pubblica, contro il 21% che crede spaventosamente reale questo rischio, seguito da un altro 20% convinto che si possa evitare di essere soggiogati, se i governi intervengono con delle apposite politiche di controllo e restrizioni.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dei ragazzi per compiti scolastici e la scrittura di saggi è molto diffuso in Germania, Spagna e Italia. Nonostante ci siano leggere variazioni tra i tre paesi, con il 63% dei ragazzi in Germania, l’70% in Spagna e il 65% in Italia che utilizzano l’intelligenza artificiale per questi scopi, si può notare una tendenza comune verso l’adozione di questa tecnologia nell’ambito dell’istruzione. In particolare, la Spagna si distingue per avere la percentuale più alta di utilizzo dell’intelligenza artificiale in questi contesti rispetto agli altri due paesi.

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Cronache

Marito violento arrestato, episodio da film horror nella vita reale

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Un episodio di violenza familiare degenerato in azioni da thriller si è consumato a nord di Napoli, a Calvizzano, dove un uomo di 49 anni ha seminato il panico armato di coltello, in una notte che ha terrorizzato i residenti.

Tutto ha inizio in un appartamento a Calvizzano, dove, durante una violenta lite, l’uomo aggredisce la moglie di 50 anni. La donna, riuscita a fuggire, si rifugia nell’appartamento dei cognati a Giugliano in Campania, pensando di essere al sicuro. Ma il marito, non contento, inizia a inviarle minacce di morte tramite smartphone.

In preda alla rabbia, l’uomo esce di casa armato di un coltello da cucina e, giunto a Villaricca, aggredisce un giovane di 17 anni fermo con il suo scooter, rubando il veicolo per proseguire la sua folle corsa verso la moglie. Arrivato sotto la sua abitazione, tenta di entrare, ma le porte chiuse non fermano la sua furia. Scardina le persiane di un appartamento al primo piano, spaventando una donna di 82 anni.

Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei carabinieri, chiamati al 112, mette fine all’incubo: gli agenti della sezione radiomobile di Giugliano e della tenenza di Sant’Antimo arrivano e disarmano l’uomo prima che possa fare ulteriori danni o vittime. L’individuo è stato arrestato e portato in carcere, dove dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, rapina e violazione di domicilio.

L’episodio solleva nuovamente questioni urgenti sulla sicurezza e la violenza domestica, evidenziando la necessità di risposte rapide e decise da parte delle forze dell’ordine e della comunità per proteggere le vittime di tali aggressioni. Nel frattempo, il coltello utilizzato è stato sequestrato e lo scooter è stato restituito al legittimo proprietario.

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Ora è vero, Chico Forti è tornato in Italia dopo anni di detenzione in Florida

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Chico Forti, il 65enne originario del Trentino, è stato rilasciato da un carcere della Florida e atterra oggi in Italia. Forti, che ha trascorso un lungo periodo in detenzione negli Stati Uniti, arriverà in tarda mattinata all’aeroporto militare di Pratica di Mare e sarà trasferito al carcere di Verona per completare le procedure necessarie.

La famiglia e gli amici di Forti hanno scelto di non commentare il suo rientro, ma esprimono la speranza che “questa vicenda, che dura da 25 anni, si possa velocemente concludere”. Hanno inoltre riconosciuto che l’intervento recente del governo Meloni ha accelerato l’iter del rientro.

Il trasferimento di Forti in Italia rappresenta il completamento delle procedure giudiziarie avviate negli USA, come sottolineato dall’avvocato Carlo Delle Vedove, che ha seguito da vicino il caso. “Il ritorno di Chico è una buona notizia,” ha dichiarato Delle Vedove, aggiungendo che Forti era “un po’ ansioso” durante la loro ultima comunicazione.

Il piano originale prevedeva il trasferimento di Forti al carcere di Montorio a Verona, ma la presenza del Papa, atteso per una visita già annunciata, potrebbe modificare temporaneamente questi piani. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha elogiato l’operato silenzioso e efficace del governo e della diplomazia italiana nel gestire il caso, sottolineando che “quando si lavora in silenzio, senza fare polemiche, si ottengono risultati”.

Tajani ha anche enfatizzato che il rientro di Forti è una “scelta giusta” che tutela l’interesse di un cittadino italiano, noto per essere stato un detenuto modello negli Stati Uniti, e che ora potrà continuare a dimostrarlo anche in Italia.

Mentre Forti ritorna in patria, il paese attende ulteriori sviluppi sulla sua situazione e sulle eventuali modifiche alla sua detenzione a causa della visita papale a Verona.

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