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Cronache

La vergogna di uno Stato che ha abbandonato alla vendetta delle mafie i testimoni di giustizia ma continua a protegge ex mafiosi e assassini che son diventati collaboratori di giustizia

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(Nella foto c’è Piera Aiello, testimone di giustizia oggi deputata, assieme a Paolo Borrometi, giornalista minacciato dalla mafia. Piera è la voce dei testimoni di giustizia in Parlamento. Nessuno la ascolta)

Le storie dei testimoni di giustizia in Italia sono tutte più o meno uguali. Sono storie di poveri cristi usati per assestare colpi alle mafie, poi abbandonati a se stessi. Sono storie di uomini e donne coraggiosi che hanno avuto la sventura di assistere a reati gravi e di aver avuto il coraggio di non girarsi dall’altra parte ma di denunciare, di andare in giudizio e di far condannare decine, centinaia di mafiosi in ogni posto d’Italia. Queste persone, che sono persone perbene, che per la loro scelta hanno vissuto incubi, hanno distrutto famiglie, devastato vite anche di loro congiunti, stanno ora assistendo ad una progressiva operazione di abbandono da parte dello Stato. L’abbiamo raccontato con Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia in processi chiave contro la camorra e contro chi gestisce appalti autostradali, lo si può constatare in tante altre storie di soprusi, angherie ed umiliazioni cui queste persone vengono sottoposte. Su Ciliberto, il testimone di giustizia napoletano, ci torneremo presto con grosse novità. Ora vi offriamo la storia di Vincenzo Conticello da Palermo. Facciamo la solita precisazione, che può apparire ridicola ma non lo è. Anzi, vi fa capire come questo Stato non ha alcuna intenzione di combattere la mafia. I testimoni di giustizia sono persone perbene. Sono cittadini onesti. Hanno solo avuto il coraggio civile di aver assistito a reati e di averli denunciati. Hanno reso un servizio allo Stato esponendosi anche alle intimidazioni, minacce di morte e talvolta attentati subiti. Proteggerli sarebbe il minimo. Ma in questi mesi li hanno abbandonati tutti. Senza scorta. Senza lavoro. Senza assistenza. Va meglio invece (aggiungiamo per fortuna) ai collaboratori di giustizia. Chi sono? Loro sono ex mafiosi, spesso assassini, che ad un certo punto hanno deciso di passare dalla parte dello Stato. Per loro c’è una legislazione premiale. E molte garanzie personali e patrimoniali. Insomma, due pesi e due misure.

Eccovi la storia di Conticello, il testimone di giustizia di Palermo.

”Non sono più in pericolo e la mafia è stata sconfitta? Bene. Per festeggiare invito tutti il 27 dicembre alle 18 davanti all’antica focacceria San Francesco a Palermo”. L’invito è ironico ed arriva dall’imprenditore Vincenzo Conticello, ex proprietario della negozio di specialità gastronomiche, testimone di giustizia e accusatore dei suoi estorsori, cui è stato comunicato il 14 dicembre scorso che a partire dall’8 dicembre gli era stata revocata la scorta per “cessato pericolo”.

”Ho richiesto – dice Conticello – al comandante del nucleo scorte di Roma se avesse un documento da notificarmi in modo da sapere chi ringraziare per questa grande vittoria sulla mafia e per la responsabile scelta. Mi ha detto di non aver alcun documento da notificarmi. Solamente una comunicazione verbale. Il 4 agosto scorso sempre in modo verbale, mi era stata già revocata la scorta a Palermo. Da quel momento ho più volte scritto e telefonato al ministro Salvini e al vice ministro dell’Interno Gaetti, ai questori e ai prefetti per richiedere un incontro. Nessuna risposta. Eppure quando decisi di denunciare i mafiosi della cosca del quartiere Kalsa di Palermo, lo Stato (oltre a rispondere immediatamente alle mie chiamate) mi chiese di compilare e firmare decine di carte. Fino a mettere in pieno rischio di morte la vita dei miei familiari e mia il giorno in cui riconobbi alla sbarra 3 dei 5 mafiosi che intendevano uccidermi se non mi fossi piegato alle loro volonta’. Gli arresti avvennero nel marzo 2006 Da allora con decreto notificato e firmato dal Sottosegretario Mantovano ebbi sempre la scorta (durante tutto il periodo di detenzione degli esponenti di cosa nostra coinvolti) e fui inserito nel programma di misure speciali per i testimoni di Giustizia”. ”Adesso – prosegue – che 3 su 5 dei mafiosi arrestati sono a piede libero qualcuno o alcune persone dello Stato (non si sa chi siano) – hanno deciso di togliermi la tutela (già per altro ridotta a un quarto livello) dicendo che è cessato il pericolo per la mia vita e quella della mia famiglia. Ma se non ci sono più pericoli allora la mafia è stata sconfitta. Ho chiesto in giro ma nessuno sembra essersene accorto (46 arresti la scorsa settimana)”. Conticello annuncia ”l’evento unico per festeggiare con la citta’ la fine di questo secolare assedio”.

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Ancora un forte terremoto fa tremare Napoli e i Campi flegrei: serata di paura

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Ancora una forte scossa di terremoto di magnitudo 4 a dopo  le 22 avvertita a Napoli. Epicentro Campi Flegrei, ipocentro a circa 6,o k. di profondità. Molte persone hanno avvertito il movimento tellurico. Sui social network sono comparsi subito i primi post di persone che commentavano il terremoto. Con ogni probabilità si tratta di scosse che rientrano nello sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei. L’evento maggiore registrato è forse proprio quello delle 3,30 circa di qualche giorno fa. Molte persone hanno avvertito nitidamente la scossa soprattutto nella zona occidentale di Napoli e nel quartiere collinare del Vomero. Molte telefonate arrivate ai centralini delle forze dell’ordine e le telefonate all’Osservatorio Vesuviano.

Da alcune settimane, come segnalato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è in corso uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei, con moltissimi eventi poco più che strumentali e tanti altri anche di magnitudo superiore a 3 che vengono avvertite e generano paura nella popolazione. Al momento, però, nel corso di queste settimane,  da tutte le verifiche al momento non sono stati segnalati danni.

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Coppia di Acerra muore in un incidente stradale, gravi i due figli

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Una notte di tragica fatalità ha colpito Acerra, una cittadina in provincia di Napoli, quando un terribile incidente stradale ha sconvolto una famiglia, lasciando dietro di sé una scia di dolore e interrogativi.

La notte scorsa, intorno alle 4 del mattino, una Fiat 600 bianca stava facendo ritorno a casa dopo una serata trascorsa fuori. A bordo c’erano quattro persone: Rino Losco, 65 anni, Lina Iannone, 45 anni, e i loro due figli, una bambina di 8 anni e un bambino di 3 anni. La loro serata si è trasformata in una tragedia quando la loro auto è entrata in collisione con una Opel Astra guidata da un uomo di circa 40 anni. Lo schianto è avvenuto in via Volturno, una strada periferica di Acerra, vicino al rione Tappia.

L’impatto è stato così devastante che i due genitori sono stati sbalzati fuori dall’abitacolo e sono finiti in un terreno privato nelle vicinanze. Purtroppo, per loro non c’è stato nulla da fare, e sono deceduti sul colpo. Per estrarre i loro corpi dalle lamiere contorte dell’auto, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Afragola.

I due bambini, gravemente feriti nell’incidente, sono stati trasportati d’urgenza in codice rosso all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove la loro prognosi rimane riservata. La situazione è drammatica per la giovane famiglia, e le speranze sono rivolte a un recupero miracoloso.

Le forze dell’ordine sono intervenute prontamente sulla scena. Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Acerra, in collaborazione con i carabinieri del nucleo radiomobile di Castello di Cisterna, stanno indagando sull’incidente. Il conducente dell’Opel Astra, anch’egli residente ad Acerra, non ha riportato ferite significative nell’incidente. Tuttavia, il sospetto di un possibile comportamento imprudente pesa su di lui, poiché è stato sottoposto al drug-test, il quale ha rivelato un risultato positivo. In base a questa scoperta, l’uomo è stato fermato con l’accusa di “omicidio stradale.”

Sorgono domande sul possibile coinvolgimento di sostanze stupefacenti nella tragedia, in particolare la cocaina, che potrebbe aver compromesso la capacità di guida del conducente dell’Opel Astra. L’indagine in corso cercherà di gettare luce su questo aspetto, mentre la comunità di Acerra e l’intera regione di Napoli si uniscono nel cordoglio per questa terribile perdita e nell’auspicio di un pronto recupero per i due bambini sopravvissuti.

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Illegalità e falso in arresti, nove poliziotti indagati

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Otto agenti della questura di Piacenza sono indagati con le accuse di arresto illegale, calunnia, falso in atto pubblico, mentre un nono poliziotto è accusato di false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Ne riferisce questa mattina il quotidiano Libertà precisando che l’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dalla sostituto procuratrice Daniela Di Girolamo, riguarda episodi del periodo tra gennaio e luglio 2022, con una più recente coda relativamente alle false informazioni fornite al pubblico ministero. Gli indagati operavano sulle volanti. Le accuse a loro carico sono state mosse anche sulla base di intercettazioni.

 

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