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Cronache

Foto in scarpette sul Rosa, insulti al re degli 8.000 dagli idioti del web

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In scarpe da ginnastica, caviglie scoperte e pantaloni quasi al ginocchio per una foto ricordo davanti alla Capanna Margherita, a 4.554 metri d’altezza sul Monte Rosa, il rifugio alpino piu’ alto. Per alcuni, “uno sprovveduto”, “un merendero arrivato fin li’ per fare aperitivo”, uno dei tanti che negli ultimi anni si sono avventurati sui ghiacciai del Monte Rosa o comunque sulle alte vette in ciabatte o abbigliamento non adeguato. Un’ondata di indignazione, ma quell’uomo con l’abbigliamento un po’ leggero e’ uno degli alpinisti piu’ esperti al mondo, capace in meno di sei mesi di scalare tutte le quattordici montagne che toccano e superano gli 8.000 metri di quota. Bersaglio dell’indignazione da social e’ stato infatti Nirmal Purja, alpinista nepalese, conosciuto come il “re degli 8.000” per le imprese portate a termine sulle montagne di tutto il mondo: uno sportivo da 2 milioni di followers su Instagram, l’unico ad aver effettuato la prima ascensione invernale del K2 insieme ad altri nove alpinisti nepalesi. Molti utenti non l’hanno riconosciuto in quegli scatti comparsi su Facebook, in cui viene immortalato in cima alla Punta Gnifetti (Vercelli), dove c’e’ la Capanna Margherita. E si sono scagliati contro quello “sprovveduto turista della domenica, che se ne deve stare a casa”. O ancora “il solito turista giapponese appena sceso dalla funivia con quei pantaloni a pinocchietto di quando era ragazzino”. Decine di post di sdegno contro “Nimsdai”, pseudonimo che il 39enne usa sui social network, non sapendo invece che si tratta dell’alpinista esperto, fotografato semplicemente con abiti piu’ comodi dopo aver raggiunto la cima del Monte Rosa, tra Piemonte e Valle d’Aosta. La foto e’ rimbalzata in diversi gruppi di alpinisti su Facebook: qualcuno ha provveduto a ricordare i rischi di percorrere il sentiero verso Capanna Margherita senza un’adeguata attrezzatura, altri hanno riconosciuto l’alpinista e criticato invece chi si e’ scagliato contro Purja non sapendo minimamente chi fosse. “Siete fantastici, riuscite a fare i fenomeni con uno che i 4.000 li fa a colazione, scalzo e bendato”, scrive Vittoria sulla pagina Facebook dei Rifugi Monterosa, che qualche giorno fa ha pubblicato la carrellata di scatti con protagonista “mister 8.000”. “Vi prego – aggiunge Loretta -, abbiate la decenza di cancellare da soli i commenti idioti che deridono o condannano il grande Purja”. A nulla sono serviti i tag al profilo ufficiale di Instagram dell’alpinista nepalese, inserito dagli stessi gestori della pagina Facebook dei Rifugi Monterosa, accompagnati dalla scritta: “Un mito”.

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Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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Coldiretti, 30 aprile agricoltori in assemblea in tutta Italia

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Il prossimo 30 aprile almeno 50mila agricoltori della Coldiretti si preparano a riunirsi in 96 assemblee nelle province di tutta Italia in vista delle elezioni europee e nell’ambito delle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola. Fra i temi della “giornata dell’orgoglio Coldiretti”, la raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, la fauna selvatica, la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole “che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali”.

Lo rende noto la stessa organizzazione agricola in un comunicato. Fra gli altri temi, le “importazioni sleali”, il “falso made in Italy” e “la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici”. Al centro degli incontri ci sarà la raccolta di firme “per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti” e “l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi, che deve diventare una priorità”. Per la Coldiretti “il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.

Sulla fauna selvatica incontrollata, definita “un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”, l’organizzazione agricola rileva che “mancano i piani regionali straordinari di controllo” e “strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto”. In particolare, la Coldiretti dice di avere chiesto “un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina”.

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