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Politica

Ve li ricordate i migranti? Bene, se ne torna a parlare ed il titolone dei giornali è sempre quello: record di sbarchi a Lampedusa

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Non si fermano gli sbarchi di migranti a Lampedusa: 23 dalla mezzanotte con 932 arrivi e l’hotspot di Contrada Imbriacola in sofferenza con oltre 1.900 ospiti a fronte di una capienza massima di 350. Per la verità non si erano mai fermati, ma i media italiani non se ne accorgevano più. Troppo presi da epidemia, pandemia, collasso del sistema sanitario, guerre, cavallette. Ora che si va a votare il 25 settembre, le strutture d’informazione più sensibili ad argomenti politicamente capaci di orientare l’opinione pubblica, tornano a mettere nel frullatore mediatico “l’invasione dei migranti”. Benzina nella macchina propagandistica di chi da sempre usa la paura del migrante come argomento principe di conversazione per stimolare la pancia della politica italiana.  E la polemica politica si riaccende con il leader della Lega Matteo Salvini che parla di “record di arrivi rispetto a tutti gli ultimi anni”. “Non c’entrano i russi, cinesi, turchi, c’entra un nord Africa abbandonato a se’ stesso e una politica italiana a guida Pd e Lamorgese assolutamente assente, se non complice”, dice. Mentre per la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, “la legge Bossi-Fini sull’immigrazione va profondamente cambiata, altrimenti continueremo ad essere un territorio su cui arrivano immigrati irregolari”. Di parere opposto la presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini, che chiede un “rafforzamento delle norme di contrasto all’immigrazione irregolare, perche’ spetta ai governi italiani, non certo agli scafisti o alle Ong, decidere quanti e quali migranti possono entrare dentro i nostri confini, e a questo servono i decreti flussi”. Le polemiche sono alimentate dai numeri degli sbarchi. Durante la notte sulla maggiore delle isole delle Pelagie sono approdati, con 10 diversi barconi, complessivamente 580 profughi. Tre gli sbarchi autonomi. 43 bengalesi, eritrei ed egiziani sono giunti direttamente al molo commerciale, altri 45 egiziani a molo Madonnina; altri 68 sono invece sbarcati in contrada Madonna nei pressi del santuario. A bloccare i primi due gruppi sono stati i militari della Guardia di finanza, i 68 sono stati intercettati e fermati dai carabinieri. Fra i gruppi soccorsi, su un barchino di 6 metri, assieme a 24 tunisini e un cane. Due i fronti aperti dai quali continuano a salpare, verso la Sicilia, le imbarcazioni cariche di profughi: quello tunisino e quello libico. I 10 natanti – con un minimo di 11 e un massimo di 117 passeggeri – giunti a partire da mezzanotte a Lampedusa, sono salpati da Mahdia, Sidimansour, Zazis in Tunisia e da Zouara, Zawia, Zuwara, Zebrata, Saborata, Zaira in Libia. Secondo il racconto dei profughi, il viaggio verso le coste siciliane sarebbe costato da 15 mila a 20 mila dinari libici a testa. In giornata altri 161 migranti, su sette barchini, sono stati intercettati fra tre e un miglio dalla costa di Lampedusa. La motovedetta Rv2170 di Frontex ha bloccato un barchino di 5 metri con 16 tunisini, mentre quelle della Guardia di finanza hanno soccorso, al largo di Capo Ponente, 23 persone in fuga da Camerun, Guinea, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Mali e Guinea e 9 tunisini. Altri undici sbarchi, nel pomeriggio con 306 persone approdate a Lampedusa. Al collasso l’hotspot con oltre 1.900 ospiti a fronte di una capienza massima di 350. La struttura di contrada Imbriacola resta dunque in ginocchio, nonostante la notte scorsa in 351 siano stati imbarcati sulla nave Diciotti della Guardia costiera che sta viaggiando verso Porto Empedocle. La prefettura di Agrigento, d’intesa con il ministero dell’Interno, ha gia’ disposto l’ulteriore imbarco di altre 350 persone sul traghetto Pietro Novelli che andra’ a Mazara del Vallo. Insomma la colpa o è dalla Lamorgese o della Bossi-Fini o della guerra in Ucraina. Quel che importa è che l’argomento immigrazione non deve essere trattato con serietà ma solo come questione di ordine e sicurezza pubblica.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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