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Cronache

La Cei avvia il primo report sui servizi anti-abusi

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A meno di un mese dalla nomina a presidente del cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi, la Cei avvia il suo primo Report sulle attivita’ dei Servizi Regionali, dei Servizi Diocesani/Interdiocesani e dei Centri di ascolto per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Il progetto rientra in una delle cinque linee di azione varate dalla 76/a assemblea generale dei Vescovi del maggio scorso e volte a una piu’ efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sessuali: tra le iniziative, e’ stata annunciata anche una Analisi quantitativa e qualitativa dei dati custoditi presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, facenti riferimento a presunti o accertati delitti perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, condotta in collaborazione con Istituti di ricerca indipendenti. Scopo dell’indagine che e’ stata intanto avviata, non meramente statistica, spiega la Cei, “e’ delineare la realta’ dei Servizi diocesani e dei Centri di ascolto, la loro diffusione e strutturazione, l’operativita’ ed efficacia nell’azione pastorale di formazione, prevenzione e accoglienza”. Nella ricerca saranno coinvolti 16 coordinatori per i Servizi regionali, 226 referenti per quelli diocesani e 96 responsabili dei Centri di ascolto: saranno somministrati questionari specifici per ciascun ambito da compilare online, garantendo la massima riservatezza. I dati raccolti verranno esaminati da ricercatori dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, specializzati in economia, statistica, sociologia con esperienza specifica in analisi di policy children safeguarding, “cioe’ in politiche di tutela dei minori, che sono richieste a livello europeo a tutte le organizzazioni operanti con minori ai fini di garantire loro ambienti sicuri in termini di prevenzione, contrasto e protocolli di segnalazione abusi, e che rappresentano il quadro delle Linee guida della Chiesa che e’ in Italia del 2019”. Gli esperti avranno il compito “non solo di presentare una radiografia dell’esistente, ma di trarre suggerimenti e indicazioni per implementare l’adeguatezza dell’azione preventiva e formativa delle Chiese che sono in Italia”. La scelta dell’Universita’ Cattolica si e’ fondata sul suo coinvolgimento come soggetto valutatore del progetto “Safe – Educare e Accogliere in ambienti sicuri” che ha interessato per due anni, dal 2019 al 2021, la Comunita’ Papa Giovanni XXIII, il Centro Sportivo Italiano, l’Azione Cattolica Italiana e il CentroInterdisciplinare di Ricerca sulla Vittimologia e sulla Sicurezza-Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Alma Mater Studiorum di Bologna. Quello che e’ uno dei primi passi della “via italiana” dei vescovi nell’analisi e nella lotta del fenomeno degli abusi sui minori. scontenta pero’ il fronte delle associazioni delle vittime. “Il Coordinamento ItalyChurchToo – fa sapere la Rete l’Abuso che chiedeva a gran voce un’indagine indipendente sulla piaga degli abusi sessuali dei chierici in Italia – ritiene inutile un Report annuale basato sui soli dati raccolti dai servizi diocesani, destinati a risultare gravemente lacunosi e parziali e, pertanto, a fornire un’immagine falsata del fenomeno”. “La collaborazione con un Centro accademico di ricerca in fase di analisi dei dati – aggiunge – non costituisce quella garanzia di indipendenza necessaria a raggiungere la conoscenza piu’ ampia possibile del fenomeno, che puo’ essere ottenuta soltanto grazie all’accessibilita’ di tutti gli archivi ecclesiali, messi a disposizione di un Ente o una commissione super partes dotata di altissima competenza interdisciplinare”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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