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A Maturità torna prova italiano, c’è Covid non la guerra

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Dopo due anni di maturita’ con un solo maxiorale, oggi oltre 500 mila studenti delle scuole superiori si sono cimentati con la prova scritta di italiano. Sette le tracce proposte e mai come quest’anno le speranze degli studenti si sono avverate e le anticipazioni della vigilia sono state rispettate. “Una maturita’ rassicurante”, e’ stata definita la prova di stamane. A mancare e’ stato solo il tema sulla guerra in Ucraina, che certo era atteso da molti studenti. Per il resto le tracce hanno spaziato dalla poesia delle Myricae di Giovanni Pascoli “La via ferrata”, all’analisi del testo “La sola colpa di essere nati” di Gherardo Colombo e Liliana Segre, dalla novella di Giovanni Verga “Nedda” al discorso pronunciato alla Camera da Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, che ammonisce sulla gravita’ dei cambiamenti climatici e sulla necessita’, urgente, che la politica intervenga per invertire la rotta. Non manca il Covid, argomento ovviamente anche lui atteso: la pandemia e’ entrata nell’esame di Stato grazie al testo tratto da Luigi Ferrajoli “Perche’ una Costituzione della Terrra?” in cui si invita a riflettere sul fatto che l’umanita’ ha sempre sperato in qualcosa che unisse tutti i popoli del mondo, ma mai ci saremmo aspettati che la risposta arrivasse nella maniera piu’ tragica possibile: un lagello che ha colpito indistintamente tutto il mondo. La maturita’ 2022 ha riservato una traccia anche alla musica – “il tema che avrei scelto di fare”, ha confidato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – chiedendo ai maturandi la comprensione e l’analisi di un testo tratto da Oliver Sacks “Musicofilia”. E anche quest’anno e’ tornato il tema delle nuove tecnologie digitali, che con varie sfaccettature si palesa da ben 7 edizioni della Maturita’. Ai ragazzi e’ stato proposto infatti il brano “Tienilo acceso: posta, commenta, condividi, senza spegnere il cervello”: una riflessione a partire da un testo di Vera Gheno e Bruno Mastroianni. E’ stata questa la traccia che e’ maggiormente piaciuta agli studenti italiani: l’ha scelta un ragazzo su 5. A seguire la riflessione sulle leggi razziali, scelta dal 18% dei candidati. Al terzo posto, con il 16,5% delle preferenze, l’analisi del testo tratto da “Nedda” di Giovanni Verga. “Abbiamo assegnato tracce che consentissero a studentesse e studenti di tutti gli indirizzi di esprimere il proprio pensiero e di valorizzare il proprio percorso di studi”, ha commentato il ministro Bianchi. E in effetti molti hanno sottolineato come Verga e Pascoli vengono sempre compresi nei programmi trattati dagli studenti e i temi delle leggi razziali, il potere della musica, i cambiamenti climatici, la pandemia, siano sentiti tra gli studenti “tanto che alcuni mi sembravano indecisi sulla traccia da scegliere, ne avrebbero potuta fare piu’ d’una”, ha commentato Cristina Costarelli presidente Anp del Lazio. “Non c’e’ dubbio che ci sia stata la volonta’ di venire incontro ai ragazzi del primo esame normale dopo la pandemia”, ha osservato anche il presidente nazionale di Anp Antonello Giannelli. Sono state diverse le “diserzioni” di docenti e studenti dovute al covid: e’ il caso di un’intera commissione di un istituto del centro storico di Venezia risultata positiva nei giorni scorsi e che fortunatamente l’ufficio scolastico regionale e’ riuscito a sostituire. Il virus non ha risparmiato nemmeno gli studenti: le prove scritte per gli ammalati si terranno il 6 e 7 luglio mentre gli orali potranno essere svolti in videoconferenza. Oggi non sono mancate neppure le proteste: i ragazzi dell’Unione degli studenti hanno dato vita ad una iniziativa davanti al ministero, rivendicando maggiore protagonismo nei processi di decisione dell’esame. “Bocciamo Bianchi, sulla maturita’ ora decidiamo noi!” recitava lo striscione a viale Trastevere. E una singolare protesta e’ arrivata anche da uno studente di Enna che si e’ presentato agli esami con una maglia con la scritta “La scuola italiana fa schifo” ma in un video, in realta’, lamenta il fatto che ai maturandi siano stati rubati due anni di frequenza.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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