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Cronache

Allegri denuncia l’ex compagna: spesi per sè i soldi per il nostro bimbo

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L’ex compagna dell’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, Claudia Ughi, e’ accusata di appropriazione indebita e violazione degli obblighi familiari e il 5 luglio comparira’ in aula, a Palazzo di Giustizia ‘Bruno Caccia’ di Torino, per l’udienza preliminare. A querelare la donna e’ stato proprio il mister, rappresentato dall’avvocato Pietro Gaetano Nacci Manara, che sostiene che Ughi abbia utilizzato per se’ e per pagare le rette universitarie di sua figlia il denaro destinato al mantenimento del figlio 11enne dei due. Claudia Ughi, difesa dall’avvocato Davide Steccanella e dall’avvocato Paolo Davico Bonino, respinge ogni accusa, mentre il fascicolo e’ finito sul tavolo del pubblico ministero Davide Pretti che, dopo la querela, ha coordinato le indagini della guardia di finanza.

Dall’inchiesta sarebbe emerso che ci sarebbero state oltre 200mila euro di spese indebite su 600mila euro che Ughi aveva percepito dopo la fine della relazione con Allegri. Una relazione durata 13 anni e’ terminata nel 2017. I due avevano trovato un accordo al tribunale civile di Torino, dove l’allenatore della Juventus si impegnava a versare diecimila euro al mese per il mantenimento del figlio. Nel 2021, visto che da due anni non sedeva su nessuna panchina, Allegri aveva chiesto di ridurre la cifra a cinquemila euro. Richiesta respinta. Da qui la querela contro la Ughi. La vicenda segue a stretto giro quella di un’altra coppia dai nomi noti finita in Tribunale, quella di Chiambretti, che avrebbe chiesto la modifica delle condizioni di affidamento della figlia alla ex, Federica Laviosa. Chiambretti stesso ha pero’ immediatamente smentito attraverso la sua legale l’intenzione “di sottrarre parte dell’assegno di mantenimento”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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