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Calcio: linea verde Italia, Gnonto scommessa di Mancini

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Diciannove anni li compira’ a novembre e da uno dei momenti piu’ difficili della nazionale, il calcio italiano ha scoperto una speranza molto concreta, che ha il dribbling imprendibile e il sorriso smagliante di Willy Gnonto. Se un giorno dovesse diventare un top player, non potra’ non riconoscere immensa gratitudine a Roberto Mancini, che lo ha buttato nella mischia nella sfida di Bologna contro la Germania in Nations League, dove non solo si e’ fatto trovare pronto, ma e’ stato protagonista servendo l’assist a Pellegrini per il gol del momentaneo uno a zero. Degnand Wilfired Gnonto e’ nato nel 2003 a Baveno, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, da una famiglia come tante: Noel, operaio e Chantal, cameriera, sono arrivati dalla Costa d’Avorio per cercare un futuro migliore per loro e per il figlio. E’ stato di fatto cresciuto dall’Inter, dove e’ arrivato da bambino e dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili, giocando anche nelle nazionali di categoria. Quando c’e’ stato pero’ da fare il salto nei grandi, Gnonto ha fatto una scelta controcorrente: anziche’ fare la riserva delle riserve nell’Inter, magari elemosinando qualche comparsata in Coppa Italia o andando in prestito nelle ruvide categorie inferiori, e’ emigrato in Svizzera. In due stagioni allo Zurigo e’ diventato un idolo dei tifosi, aiutando la squadra a vincere lo scudetto. “Devo tutto ai miei genitori – ha raccontato al termine della partita con la Germania – mi sono stati vicini anche quando ho deciso di trasferirmi in Svizzera per giocare di piu'”. Mancini lo ha chiamato per lo stage e ha visto subito che questo attaccante di un metro e 70 non e’ uno dei tanti: ha un dribbling esplosivo, salta l’uomo con facilita’, segna, fa segnare e mette i suoi educatissimi piedi al servizio del cervello. Cosi’, come ha fatto Enzo Bearzot con lui, lo ha fatto esordire in nazionale all’eta’ dell’esame per la patente. Uno dei suoi modelli e’ l’attaccante inglese del Manchester City Raheem Sterling, come lui figlio di migranti, come lui un giocatore che puo’ svariare indifferentemente su tutto il fronte offensivo. E’ probabile che martedi’ sera a Cesena con l’Ungheria sia in campo dal primo minuto. Ma e’ probabile anche che, da agosto, la serie A abbia un nuovo protagonista: tante, infatti, sono le squadre che gli hanno messo gli occhi addosso, e non solo in Italia. Uno che lo conosce bene come il coordinatore delle nazionali giovanili della federazione, Maurizio Viscidi, assicura che e’ pronto per il calcio dei grandi, come del resto ha gia’ dimostrato nel campionato svizzero. Anche perche’, a differenza di molti suoi coetanei, Willy Gnonto ha avuto una maturazione biologica precoce. Ma non solo: tutti i suoi tecnici lo considerano un ragazzo serio e intelligente, si e’ sempre fatto ben volere in tutti i gruppi di cui ha fatto parte. Prima di trasferirsi in Svizzera frequentava il liceo classico, dov’era particolarmente bravo con le versioni di latino. “Visto che non e’ molto alto – racconta Viscidi – capita spesso che incontri le gomitate dei difensori avversari: una volta, in una partita dell’under 16, un colpo gli fece perdere un dente. Lui lo raccolse, lo porto’ al fisioterapista e torno’ a giocare, dicendo che al dente ci avrebbero pensato dopo la partita…”.

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Nuovo incidente d’auto per Niang a Empoli

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L’attaccante dell’Empoli M’baye Niang, ieri sera, poco dopo le 21, è rimasto coinvolto in un incidente stradale a Empoli (Firenze). Da quanto appreso non risulterebbero feriti. Il giocatore insieme a un’altra persona era su una Mercedes che avrebbe colpito un furgone e due auto in sosta – su una delle quali c’era a bordo una persona – finendo infine contro un muro. Non è chiaro chi fosse alla guida della Mercedes. Niang era stato coinvolto il 20 febbraio in un altro incidente stradale a Empoli. Il giocatore alla guida del suo suv Mercedes aveva colpito due auto in sosta: nessun ferito anche allora. Oggi Niang sarà regolarmente a disposizione di Davide Nicola nell’allenamento pomeridiano di oggi in vista della sfida di domenica a Roma con la Lazio.

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Trovato in Francia il pallone d’oro rubato a Maradona: andrà all’asta

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Il 6 giugno andrà all’asta in Francia il Pallone d’Oro di Maradona, si quello che venne rubato dal caveau della Banca della Provincia di Napoli in via Duomo. Era il 26 ottobre 1989. Un furto clamoroso, un colpo avvenuto scavando cunicoli da parte degli uomini del clan di Giuseppe Misso. Aprirono le svuotarono molte cassette di sicurezza, anche quelle di Diego Maradona e dell’allora sua moglie Claudia. All’interno, il pallone d’oro vinto dal campione nel 1986. Oggetto che lo stesso calciatore aveva provato a recuperare chiedendo ad altri personaggi napoletani ma senza successo.

Come sia venuto alla luce il Ballon d’Or ha del rocambolesco, lo racconta l’Equipe annunciando l’asta della casa Aguttes a Neuilly Sur Seine, Parigi. Un pezzo importante che sembrava perduto: c’era chi riteneva che fosse stato fuso per farne lingotti visto quanto scottava… In realtà è finito in possesso di un signore franco -algerino, gallerista, ex gioielliere: Abdelhamid B. che è stato rintracciato e intervistato dal giornalista di France Football, Theo Troude. A lui ha spiegato di aver acquistato degli scarti proprio della casa d’aste Aguttes attraverso un’altra ditta la Tessier & Sarrou dove spesso ha recuperato oggetti che si sono rivelati essere buone occasioni. Questo nel 2016, quando l’ex gioielliere ha acquistato alcune casse d’oggetti, fra le quali una contenente trofei sportivi: molta paccottiglia, tanti oggetti inutili, ma anche la Scarpa d’oro persa da Van Basten, che era stato premiato nella stessa cerimonia di Parigi di Maradona oltre al pallone d’oro.Anche la scarpa andrà all’asta ma in un lotto diverso.


Quanto al ‘Ballon d’Or’ ha dovuto faticare non poco per capire che era proprio quello di Maradona: ha anche cercato di rintracciare il suo mito ma non c’è riuscito e nel 2020 il campione è morto. La certezza che fosse davvero quel cimelio prezioso rubato a Napoli solo un mese fa ed ora l’asta. Che potrebbe essere milionaria. Secondo la casa d’aste potrebbe addirittura valere tra 12 e 15 milioni.

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Solito Napoli, l’Udinese pareggia a fine partita e spera ancora nella salvezza

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Pareggio amaro per il NAPOLI, che nel finale viene ripreso dall’Udinese non andando oltre l’1-1 sullo stesso campo dove, poco più di un anno fa, conquistava il terzo scudetto della sua storia. Al momentaneo vantaggio siglato da Osimhen ha risposto nel finale Success, firmando un pari che concede ancora speranza in ottica salvezza per il club friulano.

Avvio di palleggio da parte degli azzurri, che al 16′ lanciano il primo segnale di pericolo con la punizione dalla trequarti battuta forte da Lindstrom verso la porta e disinnescata da Okoye. Gara che fatica tuttavia ad accendersi, con un’Udinese ordinata e che al 34′ si affaccia in avanti trovando la conclusione dalla distanza di Samardzic che fa girare il sinistro ma non trovando lo specchio difeso da Meret. Bianconeri pericolosi, così come al 44′, con Bijol che raccoglie un pallone sporco in area e calcia in girata spedendolo però di poco largo. Il pareggio reggerà fino al 51′, con Politano che dalla destra mette il cross velenoso sul quale arriva Osimhen che di testa batte Okoye e porta avanti il NAPOLI. Udinese in svantaggio ma pronta a rispondere, dopo meno di dieci minuti, con il neo entrato Davis che si accentra dalla destra e lascia partire il tracciante mancino sul quale è reattivo Meret in tuffo.

 

Finale di partita in cui la formazione di Cannavaro aumenta possesso e transizioni avanzate, lasciando maggiore spazio al NAPOLIche all’80’ troverebbe anche il 2-0, ancora con Osimhen, pescato però in posizione di offside dal Var. Partenopei in gestione nei cinque minuti di recupero conclusivi ma al 92′ è Success a firmare il pari ai bianconeri, con il cambio di campo di Zemura a servire Kristensen che dalla corsia di destra serve l’assist per aggancio e girata vincente del numero 7. È proprio il primo gol in campionato dell’attaccante nigeriano a regalare un punto importante in chiave salvezza all’Udinese di Cannavaro, con il NAPOLI che viene così condannato al terzo pareggio nelle ultime quattro partite.

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