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Cronache

Padre cerca di salvare il figlio di 11 anni sulla A21, sono morti entrambi

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Una famiglia distrutta in un tragico incidente, sulla strada del ritorno verso la Francia dopo una vacanza in Italia. Un uomo di 45 anni ed il figlio di 11 sono morti, la scorsa notte mentre il genitore cercava di salvarlo, nel tamponamento avvenuto la scorsa notte, poco dopo l’una, su un tratto pavese dell’autostrada Piacenza-Torino, tra i caselli di Casteggio (Pavia) e Voghera (Pavia) lungo la carreggiata diretta al capoluogo piemontese. Le due vittime abitavano a Parigi. La dinamica e’ stata ricostruita dalla polizia stradale di Alessandria. Sul furgone guidato dal 45enne francese viaggiavano anche la moglie, 43 anni, ed i quattro figli: tre maschi di 15, 14 e 11 anni e una bambina di 4 anni. Il mezzo si e’ improvvisamente fermato a causa di un’avaria. Il conducente e’ sceso per capire cosa avesse provocato il problema. In quel momento e’ giunta una Mercedes sulla quale era bordo una famiglia di Casale Monferrato (Alessandria) che stava facendo ritorno a casa dopo una vacanza in Campania. La vettura ha tamponato il furgone. L’urto e’ stato particolarmente violento, provocando il ribaltamento del mezzo. Il ragazzino 11enne e’ stato sbalzato dall’abitacolo cadendo sull’asfalto. Il padre si e’ precitato dal figlio per cercare di salvarlo, anche se non si puo’ escludere che a quel punto fosse gia’ morto a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto con la strada. Mentre il 45enne parigino stava chinandosi sul figlio per verificarne le condizioni, e’ giunta a velocita’ elevata una terza vettura che ha travolto lui e il figlio. L’auto ha proseguito la corsa senza fermarsi. In tarda serata e’ stato fermato dai carabinieri, che hanno operato in collaborazione con la Polizia Stradale di Alessandria nei pressi di Acqui Terme, un automobilista italiano. E’ accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso: sarebbe stato lui alla guida era alla guida dell’auto che ha travolto l’uomo e il figlio. L’auto danneggiata presenterebbe elementi di compatibilita’ con quella monitorata dalla polizia stradale attraverso i circuiti di videosorveglianza dell’autostrada. L’automobilista, dopo essere scappato dal luogo dell’incidente, ha lasciato la A21 per proseguire la fuga sulla viabilita’ ordinaria, dove e’ stato fermato. Nel giro di pochi minuti dall’incidente sono giunti sul posto, oltre agli agenti della polizia stradale di Alessandria, i vigili del fuoco e gli operatori del 118. I soccorritori hanno dovuto purtroppo constatare l’avvenuto decesso dell’uomo e di suo figlio. Gli altri feriti sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di Voghera (Pavia) e al Policlinico San Matteo di Pavia. Le loro condizioni, per fortuna, non destano preoccupazioni. Gli altri quattro componenti della famiglia francese sono rimasti praticamente illesi: medici ed infermieri hanno cercato soprattutto di confortarli per il grande dolore provato per la perdita dei loro due congiunti. Per gli occupanti della Mercedes (due donne di 63 e 34 anni e due uomini di 63 e 33 anni) sono stati diagnosticati lievi traumi giudicati guaribili nel giro di pochi giorni. In seguito al grave incidente avvenuto nel cuore della notte, il tratto dell’A21 tra Casteggio (Pavia) e Voghera (Pavia) e’ rimasto chiuso diverse ore per consentire il soccorso dei feriti, il trasporto delle salme e la rimozione dei mezzi coinvolti.

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Cronache

Auto in fiamme, muore una donna

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Tragico pomeriggio a Vado Ligure, in provincia di Savona, dove una donna è morta in circostanze misteriose a causa dell’incendio di un’auto vicino a un distributore di benzina lungo la via Aurelia. Gli eventi hanno destato preoccupazione e confusione nella comunità locale, poiché la dinamica di quanto accaduto rimane ancora avvolta nell’ombra.

Al momento, non è stata fornita alcuna chiarezza sulla natura dell’incidente. Le autorità locali stanno conducendo un’indagine approfondita per determinare se si sia trattato di un gesto deliberato o di un tragico incidente. Ciò che è certo è che la donna è stata trovata senza vita al di fuori del veicolo incendiato, a pochi passi dal distributore di benzina. La sua identità non è stata resa nota pubblicamente, in attesa di informare i familiari più stretti.

L’incidente ha richiamato prontamente l’intervento di diverse squadre di soccorso. I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme, mentre l’automedica del 118 ha tentato di prestare soccorso alla vittima. I carabinieri e i membri della Croce Rossa di Savona si sono mobilitati per garantire il controllo della situazione e fornire supporto alle indagini in corso.

 

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Last Banner, aumentano le condanne per gli ultrà della Juventus

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Sugli ultrà della Juventus la giustizia mette il carico da undici. Resta confermata l’ipotesi di associazione per delinquere, l’estorsione diventa ‘consumata’ e non solo più ‘tentata’, le condanne aumentano. Il processo d’appello per il caso Last Banner si chiude, a Torino, con una sentenza che vede Dino Mocciola, leader storico dei Drughi, passare da 4 anni e 10 mesi a 8 anni di carcere; per Salvatore Ceva, Sergio Genre, Umberto Toia e Giuseppe Franzo la pena raggiunge i 4 anni e 7 mesi, 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 3 mesi, 3 anni e 11 mesi. A Franzo viene anche revocata la condizionale.

La Corte subalpina, secondo quanto si ricava dal dispositivo, ha accettato l’impostazione del pg Chiara Maina, che aveva chiesto più severità rispetto al giudizio di primo grado. Secondo le accuse, le intemperanze da stadio e gli scioperi del tifo furono, nel corso della stagione 2018-19, gli strumenti con cui le frange più estreme della curva fecero pressione sulla Juventusper non perdere agevolazioni e privilegi in materia di biglietti. Fino a quando la società non presentò la denuncia che innescò una lunga e articolata indagine della Digos. Già la sentenza del tribunale, pronunciata nell’ottobre del 2021, era stata definita di portata storica perché non era mai successo che a un gruppo ultras venisse incollata l’etichetta di associazione per delinquere. Quella di appello si è spinta anche oltre.

Alcune settimane fa le tesi degli inquirenti avevano superato un primo vaglio della Cassazione: i supremi giudici, al termine di uno dei filoni secondari di Last Banner, avevano confermato la condanna (due mesi e 20 giorni poi ridotti in appello) inflitta a 57enne militante dei Drughi chiamato a rispondere di violenza privata: in occasione di un paio di partite casalinghe della Juve, il tifoso delimitò con il nastro adesivo le zone degli spalti che gli ultrà volevano per loro e allontanò in malo modo gli spettatori ‘ordinari’ che cercavano un posto. Oggi il commento a caldo di Luigi Chiappero, l’avvocato che insieme alla collega Maria Turco ha patrocinato la Juventus come legale di parte civile, è che “il risultato, cui si è giunti con una azione congiunta della questura e della società, è anche il frutto dell’impegno profuso per aumentare la funzionalità degli stadi”. “Senza la complessa macchina organizzativa allestita in materia di sicurezza – spiega il penalista – non si sarebbe mai potuto conoscere nei dettagli ciò che accadeva nella curva”. Fra le parti civili c’era anche Alberto Pairetto, l’uomo della Juventus incaricato di tenere i rapporti con gli ultrà.

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Malore in caserma, muore vigile del fuoco

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Ha accusato un malore nella notte tra domenica e lunedì nella caserma dei vigili del fuoco del Lingotto a Torino ed è morto dopo circa un’ora all’ospedale delle Molinette, dove era stato ricoverato. L’uomo, Samuele Del Ministro, aveva 50 anni ed era originario di Pescia (Pistoia). In una nota i colleghi del comando vigili del fuoco di Pistoia ricordano come Del Ministro avesse iniziato il suo percorso nel corpo nazionale dei vigili del fuoco con il servizio di leva, per poi entrare in servizio permanente nel 2001, proprio al comando provinciale di Torino, da cui fu poi trasferito al comando di Pistoia.

Per circa vent’anni ha prestato servizio nella sede distaccata di Montecatini Terme (Pistoia), specializzandosi in tecniche speleo alpino fluviali e tecniche di primo soccorso sanitario. Ha partecipato a tante fasi emergenziali sul territorio nazionale: dal terremoto a L’Aquila, all’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio, fino al terremoto nel centro Italia. “Un vigile sempre in prima linea – si legge ancora -, poi il passaggio di qualifica al ruolo di capo squadra con assegnazione al comando vigilfuoco di Torino e a breve sarebbe rientrato al comando provinciale di Pistoia. Del Ministro lascia la moglie e due figli”.

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