Collegati con noi

Esteri

New York: spari nella metro, almeno 16 i feriti. La Polizia: non è terrorismo

Pubblicato

del

Paura nella metropolitana a New York. Almeno 16 feriti in una stazione a Brooklyn dove un uomo ha aperto il fuoco contro i passeggeri. Di sicuro, almeno dieci feriti sono stati raggiunti da proiettili. Cinque sono in condizioni critiche ma nessuno di loro è in pericolo di vita.

All’inizio i vigili del fuoco avevano parlato del ritrovamento di ordigni inesplosi. La polizia però precisa che non sono stati trovati ordigni “attivi”. E che non si indaga per terrorismo. Si ipotizza invece l’utilizzo di un fumogeno per creare confusione. L’attentatore potrebbe averne lanciato uno – o più d’uno – prima di cominciare a sparare o subito dopo, per rendere più agevole la fuga. Di sicuro si è trattato di un attacco premeditato e organizzato fin nei dettagli.

Coinvolto un treno in direzione nord a Brooklyn. “L’uomo – ha detto la polizia – ha aperto il fuoco all’interno del convoglio”. Secondo alcune testimonianze, l’attacco è cominciato nella terza carrozza tra la 59esima e la 36esima strada, dove sono stati ritrovati molti feriti e dove si incrociano tre linee: D, N e R. È successo all’ora di punta, alle 8.30 del mattino ora locale.

A New York torna la paura. La sparatoria nella stazione della metropolitana a Brooklyn fa ripiombare la Grande Mela nel terrore riportando alla memoria le pagine piu’ nere della sua storia recente fatta di una lunga scia di attacchi che l’hanno messa duramente alla prova. Senza considerare la tragedia dell’11 settembre. La sparatoria a Sunset Park all’ora di punta, con un flusso frenetico di pendolari diretti a Manhattan, rischia ora di infliggere un nuovo duro colpo alla ripresa di New York dopo la pandemia. Dal Covid la citta’ non si e’ mai rialzata del tutto, piegata da un balzo della criminalita’ e della violenza al quale al momento non sembra esserci fine nonostante gli sforzi del sindaco, l’ex poliziotto Erii Adams. Ecco alcuni dei principali attacchi degli ultimi anni.

– DICEMBRE 2017: l’aspirante kamikaze bengalese Akayed Ullah semino’ panico con un tubo-bomba ‘fai da te’ esploso mentre attraversava il sottopasso che unisce il terminal dei bus di Port Authority alla stazione della metro di Times Square. Ullah si ispiro’ all’Isis e fu incriminato per terrorismo.

– OTTOBRE 2017: A poche decine di metri dal World Trade Center, il ‘Ground Zero’ dell’11 Settembre, un pick-up piombo’ su una delle piu’ affollate piste ciclabili di Manhattan facendo una strage: almeno otto morti e una quindicina di feriti. L’aggressore fu identificato in Sayfullo Habibullaevic Saipov, di origini uzbeke.

– MAGGIO 2017: Un’auto, poco prima di mezzogiorno, fini’ contro la folla nella centralissima Times Square uccidendo una giovane donna e provocando 22 feriti. Al volante c’era Richard Rojas, un veterano della Marina affascinato da Scientology.

– SETTEMBRE 2016: L’afgano Ahmad Kahn Rahami semino’ panico con una bomba piene di schegge fatta in casa nell’area di Chelsea. L’ordigno rudimentale era stato collocato in un cassonetto dell’immondizia

– MAGGIO 2010: Una bomba incendiaria artigianale venne stata trovata e disinnescata dentro un’auto parcheggiata vicino a Times Square, nel cuore di Manhattan. Se fosse esplosa, avrebbe provocato una palla di fuoco e probabilmente una strage.

– DICEMBRE 1994: In un gesto di rabbia per aver perso il posto di lavoro, il programmatore di computer Edward Lear alla vigilia di Natale creo’ terrore nelle viscere della metropolitana di New York con due bombe di fabbricazione artigianale, che fecero una decina di feriti.

Advertisement

Esteri

Xi vuole “lavorare con Parigi per risolvere crisi Ucraina”

Pubblicato

del

In un articolo su Le Figaro all’inizio della sua visita in Francia, Xi Jinping ha espresso l’intenzione di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale” per “risolvere la crisi” in Ucraina.

“Ci auguriamo che la pace e la stabilità ritornino rapidamente in Europa e intendiamo lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina, ha scritto il presidente cinese in un articolo sul quotidiano Le Figaro.

Continua a leggere

Esteri

Le accuse del Financial Times: la Russia prepara sabotaggi violenti in Europa

Pubblicato

del

Mosca sta preparando attentati contro le infrastrutture europee, mettendo a rischio anche la vita di civili. E’ l’allarme lanciato oggi dal Financial Times proprio nel giorno in cui le truppe russe continuano ad avanzare sul campo di battaglia ucraino. Il giornale della City sottolinea che sono state diverse agenzie di intelligence europee ad aver avvisato i loro rispettivi governi sulle nuove minacce russe, anche sulla base di diverse indagini in corso. Secondo le fonti citate dal quotidiano inglese, “la Russia ha già iniziato a preparare più attivamente in segreto attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e indirettamente, senza preoccuparsi apparentemente di causare vittime civili”.

Sebbene gli attacchi degli agenti del Cremlino in Europa siano stati finora sporadici, per il giornale, “aumentano le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato”. Una convinzione che trapela da tantissimi esponenti dell’intelligence europea, da quella tedesca a quella inglese, dai servizi francesi, svedesi a quelli cechi e estoni. In particolare, il Ft menziona il capo dei servizi di sicurezza interna tedesca, Thomas Haldenwang, il quale il mese scorso – in una conferenza – ha affermato che il rischio di atti di sabotaggio è “aumentato in modo significativo”.

La Russia, ha aggiunto, ora sembra a suo agio nell’eseguire operazioni sul suolo europeo “con un alto potenziale di danno”. Haldenwang era intervenuto pochi giorni dopo l’arresto di due cittadini russo-tedeschi a Bayreuth, in Baviera, accusati di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. Un caso simile era accaduto anche nel Regno Unito: a fine aprile, ricorda l’articolo, due uomini sono stati accusati di aver dato fuoco a un magazzino contenente aiuti per l’Ucraina. Per la procura inglese, hanno agito anche loro su mandato di Mosca.

Stessa storia, in Svezia: i servizi di sicurezza di Stoccolma stanno indagando su una serie di recenti deragliamenti ferroviari e sospettano che siano atti di sabotaggio appoggiati da uno Stato ostile. La Russia, inoltre, ha tentato di distruggere i sistemi di segnalamento delle ferrovie ceche, aveva detto il mese scorso, sempre all’Ft, il ministro dei Trasporti ceco. Secondo il servizio di sicurezza interna estone inoltre, sono stati gli uomini dell’intelligence russa ad aver attaccato a febbraio le auto del ministro degli Interni e quelle di alcuni giornalisti. Anche il ministero della Difesa francese ha messo in guardia quest’anno su possibili azioni di sabotaggio da parte della Russia contro siti militari.

“La conclusione ovvia è che c’è stato un reale incremento dell’attività russa”, ha commentato Keir Giles, consulente senior del think tank Chatham House. Un alto funzionario governativo europeo ha inoltre dichiarato al giornale che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni su una “chiara e convincente azione russa”, coordinata e su larga scala. Ora, ha concluso, è giunto il momento di “aumentare la consapevolezza e l’attenzione” sulla minaccia della violenza russa sul suolo europeo. Infine, appena giovedì scorso la Nato ha diffuso una nota in cui si affermava che i Paesi alleati sono “profondamente preoccupati” per le recenti “attività ostili” della Russia, di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca.

Continua a leggere

Esteri

Zelensky finisce nella lista dei ricercati di Mosca

Pubblicato

del

La foto segnaletica è precedente alla guerra, scattata quando indossava ancora camicia e giacca, senza la barba e la mimetica che dal febbraio 2022 sono diventate simbolo del suo ruolo di guida della resistenza ucraina. In una mossa a sorpresa, Volodymyr Zelensky è finito sulla lista dei ‘most wanted’ del ministero dell’Interno russo, dopo che nei suoi confronti è stato aperto un non meglio specificato procedimento penale. Nel database infatti il presidente ucraino, nemico numero uno dello zar Vladimir Putin, è ricercato ai sensi di “un articolo” del codice penale russo. Quale sia resta un mistero, mentre il ministero degli Esteri ucraino ha liquidato la faccenda come l’ennesima “prova della disperazione della macchina statale e della propaganda russa, che non ha altre scuse degne di nota da inventare per attirare l’attenzione”.

Secondo Kiev, l’unico mandato d’arresto “del tutto reale e soggetto a esecuzione in 123 Paesi del mondo” è quello emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti di Vladimir Putin con l’accusa di crimini di guerra. E sui media ucraini corre l’ipotesi che l’inserimento di Zelensky nella lista dei ricercati nasca proprio dal desiderio di vendetta per quel mandato internazionale, uno schiaffo senza precedenti mai digerito dallo zar. Oltre a Zelensky, il ministero dell’Interno russo ha emesso un ordine di arresto anche per l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko e l’ex ministro ad interim della Difesa e attuale rettore dell’Università nazionale di difesa dell’Ucraina, Mikhail Koval. Anche per loro mancano i reati contestati, così come avvenuto in altri ordini di arresto nei mesi scorsi. Dall’inizio dell’invasione, sono diversi infatti i politici e personaggi pubblici stranieri inseriti nella lista nera di Mosca che conta decine di migliaia di voci.

L’anno scorso, i russi hanno dichiarato ricercati l’allora capo delle forze armate Valery Zaluzhny e l’allora comandante delle forze di terra Oleksandr Syrsky, oggi a capo dei militari di Kiev. E proprio a seguito dell’ordine di arresto emesso contro Putin è finito nell’elenco dei ricercati anche Rosario Aitala, il giudice italiano responsabile di quel mandato. A febbraio, è stato aggiunto il nome della premier estone Kaja Kallas insieme a quelli di altri funzionari dei paesi baltici. Per loro la motivazione è stata resa nota ma suona draconiana: “Falsificazione della storia”. Mentre la Russia mischia la guerra con la giustizia interna, lo scontro prosegue in Ucraina, dove il tempo stringe per Zelensky che chiede “decisioni tempestive e adeguate sulla difesa aerea dell’Ucraina, fornitura tempestiva di armi ai nostri soldati”.

Secondo il leader ucraino, “solo questa settimana i terroristi hanno compiuto più di 380 attacchi contro le nostre città e regioni”. Un uomo è morto e cinque persone sono rimaste ferite negli attacchi di Mosca dell’ultima giornata sulla martoriata Kharkiv mentre le forze di Kiev continuano ad attaccare le regioni russe di confine: cinque feriti nell’ultimo raid su Belgorod. Nel frattempo giungono raccapriccianti resoconti delle politiche portate avanti dai russi nei territori del Donbass, dove anche i neonati innocenti sono vittime della guerra: il capo dell’amministrazione militare del Lugansk, Artem Lysogor, ha annunciato che da lunedì prossimo le madri che partoriscono negli ospedali della regione dovranno dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori del neonato affinché quest’ultimo possa essere dimesso dall’ospedale. Una norma – sottolinea il think tank americano Isw – che rappresenta una palese violazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto