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Il Patriarca russo Kirill torna benedire guerra: dobbiamo difenderci. Da chi?

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Il Patriarca russo Kirill torna a difendere la guerra. In una celebrazione, ieri con le forze armate, quando tutto il mondo era scosso dai crimini commessi a Bucha, ha detto: “Siamo un Paese che ama la pace” ma “amiamo la nostra Patria e saremo pronti a difenderla nel modo in cui solo i russi possono difendere il loro Paese”. Per il Patriarca di Mosca “la maggior parte dei Paesi del mondo e’ sotto l’influenza colossale di una forza, che oggi, purtroppo, si oppone alla forza del nostro popolo”. “Allora dobbiamo essere anche molto forti. Quando dico ‘noi’, intendo, in primis, le forze armate ma non solo. Tutto il nostro popolo oggi deve svegliarsi”. Parole che richiamano ancora una volta alla ‘guerra santa’ e che pesano come un macigno su quell’incontro che si sta preparando, tra il Papa e lo stesso Kirill, in Libano. Ne aveva parlato ieri anche Papa Francesco il quale e’ tornato a parlare di “una guerra sacrilega” e dello “spirito di Caino”. Una affermazione che oggi l’Osservatore Romano rilancia per descrivere l’ “orrore” – questa la parole che campeggia in prima pagina sul giornale vaticano – di Bucha. Kirill resta dunque legato a doppio filo alle decisioni del Cremlino scavando una fossa sempre piu’ ampia anche con le altre Chiese cristiane. Oggi il capo ortodosso della Chiesa autocefala di Kiev (quella che nel 2018 si e’ affrancata da Mosca), Epifanio, ha paragonato questa guerra a quanto fatto dai nazisti nella seconda guerra mondiale. Parlando di quanto fatto a Bucha ha commentato: “Le uccisioni di massa di civili sono un segno di genocidio. I russi non sono venuti a liberare gli ucraini. Continuano l’opera nera e diabolica delle truppe dello zar Pietro, che rasero al suolo e bruciarono Baturyn. Stanno facendo la stessa cosa delle bande russo-bolsceviche che hanno versato fiumi di sangue durante il cosiddetto ‘terrore rosso’. Sono i successori dei crimini di Stalin, gli autori della repressione e del genocidio dell’Holodomor, pianificato nello stesso Cremlino per distruggere il popolo ucraino”. Ha parole di grande dolore per quanto accaduto a Bucha anche il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, mons. Svietoslav Shevchuk che confida sul fatto che il viaggio del Papa a Kiev sia davvero possibile: “Stiamo lavorando per garantire che la visita del Santo Padre in Ucraina abbia luogo”, “sarebbe un potente gesto per la pace”.

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Russia, respinto attacco di droni ucraini contro Mosca

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La Russia ha dichiarato stanotte di aver sventato un attacco di droni ucraini contro Mosca, pochi giorni prima delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Non è la prima volta che la capitale russa è bersaglio di simili operazioni di Kiev, sebbene rimangano rare. Il sindaco Sergei Sobyaninen ha dichiarato su Telegram che le difese aeree hanno “respinto un attacco di quattro droni diretti verso Mosca” senza causare “danni o vittime”.

L’attacco dei droni ucraini avviene pochi giorni prima della parata militare del 9 maggio nella Piazza Rossa, alla quale si prevede parteciperanno il presidente cinese Xi Jinping, il suo omologo brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e altri partner e alleati di Mosca. La commemorazione della vittoria sulla Germania nazista, avvenuta esattamente 80 anni fa il 9 maggio, è fondamentale per la narrativa patriottica del Cremlino, che insiste sul fatto che il conflitto armato contro l’Ucraina è una continuazione di quello contro Berlino durante la Seconda guerra mondiale.

In occasione delle celebrazioni del 9 maggio, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto all’Ucraina una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio, allo scopo, a suo dire, di testare la volontà di Kiev di raggiungere la pace. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica di “non credere” che la Russia rispetterà la tregua. I colloqui separati tra Mosca e Kiev, guidati da Washington, sono in corso da oltre due mesi e finora faticano a produrre risultati nella ricerca di una soluzione al conflitto scatenato dall’attacco russo all’Ucraina nel febbraio 2022.

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Trump riapre Alcatraz: “Ospiterà i criminali più spietati d’America”

Donald Trump ordina la ricostruzione e riapertura del carcere di Alcatraz. “Ospiterà i criminali più violenti d’America”, ha dichiarato su Truth.

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Il presidente americano annuncia su Truth il ritorno della famigerata prigione federale: sarà ampliata e usata per i detenuti più pericolosi

Donald Trump ha annunciato ufficialmente di aver ordinato la ricostruzione e la riapertura del carcere federale di Alcatraz, l’ex penitenziario simbolo della durezza del sistema carcerario americano, situato su un isolotto nella baia di San Francisco e chiuso dal 1963.

Con un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato che la nuova Alcatraz ospiterà “i criminali più spietati e violenti d’America“. Il presidente ha inoltre anticipato che il complesso sarà “sostanzialmente ampliato” rispetto alla struttura originale, rimasta celebre per aver ospitato gangster del calibro di Al Capone e per la sua reputazione di carcere inespugnabile.

La scelta ha già provocato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: un’operazione simbolica dal sapore fortemente propagandistico, che richiama l’idea di legge e ordine tanto cara alla narrazione trumpiana, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Non sono ancora stati diffusi dettagli tecnici né un cronoprogramma ufficiale per la ricostruzione. Ma l’annuncio rilancia l’uso di Alcatraz come deterrente mediatico, riportando nell’attualità una prigione che da sessant’anni era diventata solo un’attrazione turistica.

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Romania, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan al ballottaggio contro George Simion

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Sarà il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan lo sfidante del candidato di estrema destra George Simion (nella foto) al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Romania, secondo i risultati quasi definitivi del voto di ieri. Con il 99% delle schede scrutinate il leader del partito nazionalista Aur e sostenitore del presidente americano Donald Trump ha ottenuto il 40,5% dei voti e se la vedrà ora nel secondo turno con Dan, balzato al secondo posto con il 20,9% delle preferenze contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

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