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Economia

Torna il Btp Italia, durata 7 anni e premio finale

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Torna il Btp Italia. A oltre due anni di distanza dall’ultima emissione, il ministero dell’Economia e delle Finanze ‘rispolvera’ il titolo indicizzato al tasso di inflazione pensato soprattutto per il risparmiatore individuale e annuncia una nuova emissione, la ventesima, dal 27 al 30 maggio. Avrà una durata di 7 anni e un premio finale extra pari all’1% per coloro che acquistano il titolo all’emissione e lo detengono fino a scadenza, il 4 giugno 2032. Come per le precedenti emissioni, il titolo sarà collocato sul mercato in due fasi: la prima si svolgerà dal 27 al 29 maggio, salvo chiusura anticipata, e sarà riservata esclusivamente al mercato retail, ovvero risparmiatori individuali e affini; la seconda avrà luogo nella mattinata del 30 maggio e sarà riservata agli investitori istituzionali.

I tassi minimi garantiti saranno comunicati lunedì 26 maggio. I risparmiatori retail potranno sottoscrivere il Btp Italia attraverso il proprio home banking o rivolgendosi al proprio referente in banca o all’ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli. Come per gli altri titoli di Stato, la tassazione è agevolata al 12,5%. Il titolo è inoltre esente dalle imposte di successione, e, come previsto dalla legge di bilancio 2024, concorre all’esclusione dal calcolo Isee fino a 50.000 euro investiti in titoli di Stato. Il collocamento avverrà sulla piattaforma elettronica Mot (il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso tre banche dealers: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm.

La prima emissione del Btp Italia risale al marzo 2012: il titolo aveva una durata di 4 anni, con un premio del 4 per mille lordo. Dopo le tre emissioni del primo anno, il Tesoro ha riproposto il Btp Italia in due appuntamenti annuali, in primavera e in autunno (ad eccezione del 2015). Nel 2014 la durata del titolo è salita a 6 anni, nel 2018 a 8. La 14esima emissione, quella del novembre 2018 segna un flop, con una raccolta di appena 2,1 miliardi, la seconda peggiore di sempre. Dopo una pausa ad inizio 2019, il Btp Italia torna in autunno. Nel maggio 2020 il titolo viene messo al servizio del Covid con un’emissione, la 16esima, interamente dedicata a finanziare le spese dei provvedimenti del governo a supporto del sistema sanitario: per la prima volta il titolo ha scadenza a 5 anni e un premio fedeltà che raddoppia all’8 per mille. Dopo un nuovo stop nel 2021, il Btp Italia torna con due emissioni nel 2022 e una nel marzo del 2023, l’ultima prima di questa nuova emissione.

Dopo il Btp Italia, il Tesoro ha proposto altri titoli dedicati al mercato retail. Come il Btp Futura, lanciato nel 2020: un titolo della durata da 8 a 16 anni, pensato come formula di tutela del risparmio per sostenere la ripresa del Paese dopo il Covid e proposto finora con 4 emissioni nel 2020-21. Oppure il Btp Valore, titolo che ha riscosso molto successo, con 4 emissioni nel 2023 e 2024, che hanno raccolto complessivamente oltre 64 miliardi. Ultimo in ordine di tempo, il Btp Più, primi titolo della famiglia Btp Valore a prevedere un’opzione di rimborso anticipato del capitale: la prima e unica emissione, nel febbraio scorso, ha avuto un’accoglienza positiva, raccogliendo quasi 15 miliardi.

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Economia

Boom accessi precompilata, stop and go del sito Entrate

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Giornata difficile, tra rallentamenti e stop and go, per il sito dell’Agenzia delle Entrate. Preso d’assalto dai contribuenti accorsi a modificare e inviare la precompilata. Ma complice anche la serie di scadenze fiscali e contributive che si concentrano a metà mese, fra cui il versamento della terza rata 2024 per i contribuenti Iva. Disagi subito segnalati dai commercialisti, che hanno quindi sollecitato una proroga dei termini in scadenza oggi. Fin dalla mattina il sito dell’Agenzia ha registrato delle difficoltà, con blocchi e rallentamenti, dovuti ad un incremento importante degli accessi per la precompilata, per la quale da ieri è aperto il canale per la trasmissione.

All’ora di pranzo, dopo l’intervento di Sogei, il sito risultava funzionante. Ma ancora nel pomeriggio, provando ad accedere all’area riservata, il servizio risultava rallentato: “al momento l’avanzamento della coda è in pausa”. A contribuire al boom di accessi anche i diversi adempimenti fiscali che scadono proprio oggi: dalla terza rata dell’Iva relativa al 2024 per i contribuenti Iva, ai versamenti per enti pensionistici, enti pubblici e sostituti d’imposta, dallo Split Payment alla Tobin Tax, fino all’imposta sull’attività svolta ad aprile per i soggetti che esercitano attività di intrattenimento.

Il malfunzionamento del sito viene subito segnalato dal Consiglio Nazionale dei commercialisti: “Dalle 10.30 circa di questa mattina gli intermediari telematici non riescono ad accedere alle funzionalità del sito”, fa sapere. E il presidente Elbano de Nuccio, in una lettera al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, chiede di “prorogare i termini dei numerosi adempimenti in scadenza in data odierna”. Sollecitazione cui si associa anche il Codacons, che chiede inoltre che ai contribuenti che non sono riusciti a presentare oggi la documentazione all’Agenzia delle Entrare non venga “applicata alcuna penale o sanzione”. La richiesta di una proroga arriva anche dall’Associazione nazionale commercialisti (Anc), che definisce “inaccettabile” il disservizio in una giornata cruciale per gli adempimenti fiscali ed esprime “profonda preoccupazione e indignazione per l’ennesimo blocco del sito”.

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Economia

Unipol resta sotto il 20% di Bper con derivato

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Unipol conferma che non intende restare al di sopra del 20% del capitale di Bper per effetto dell’offerta di scambio lanciata dalla banca emiliana sulla Popolare di Sondrio. Non c’è “sul tavolo in questo momento alcuna richiesta di autorizzazione” alla Bce, ha ribadito l’amministratore delegato, Matteo Laterza. La compagnia bolognese, ha spiegato agli analisti, ha già sottoscritto uno strumento finanziario che le consentirà di vendere a termine le azioni eccedenti il 20% di Bper, soglia che Unipol, azionista di entrambe le banche con il 19,7% del capitale, si ritroverà a superare in modo più o meno consistente in presenza di un’adesione non totalitaria all’offerta di Bper.

Se le adesioni si fermeranno al 35%, soglia minima perché l’ops sia dichiarata valida, Unipol si ritroverebbe in mano il 24,87% di Bper, e regolerà la vendita delle azioni eccedenti consegnando solo titoli. In caso di adesione totalitaria all’ops, la vendita a termine verrà regolata in contanti, mentre nell’ipotesi di adesione intermedia tra i due estremi Unipol utilizzerà un mix di azioni e cash. Le indicazioni arrivano all’indomani di una trimestrale che ha visto l’utile salire del 17,8% a 285 milioni – 407 milioni se si considera anche il contributo al 31 marzo di Bper e Sondrio – e i premi del 18,8% a 5 miliardi. Laterza ha parlato di “trimestre buono” sia per il danni che per il vita, con un “forte miglioramento della redditività tecnica” e “una buona crescita della premialità”, sostenuta da tutti i canali, “in particolare” quello bancassicurativo.

In Borsa Unipol ha ritoccato i massimi da fine 2009 (+0,4% a 17,26 euro), con gli analisti di Barclays che hanno definito “forte” l’avvio d’anno e di piano strategico, grazie a “margini tecnici e rendimento degli investimenti superiori al consenso, trainati principalmente dal settore auto”. La vendita degli hotel Una, su cui non ci sono aggiornamenti, avverrà solo a fronte di una proposta che offra ritorni di “soddisfazione”, ha intanto detto Laterza, mentre per quanto riguarda il miliardo di capitale in eccesso che Unipol sta costruendo restano ferme le tre strade indicate dal piano: cuscinetto contro le turbolenze di mercato, munizioni per la crescita o restituzione agli azionisti.

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Economia

Illimity: prezzo dell’opas congruo, dubbi sul futuro

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A 3 giorni dal via all’offerta pubblica di scambio di Banca Ifis su illimity la banca fondata da Corrado Passera  (nella foto in evidenza) prende una posizione. “Sulla base della documentazione esaminata e tenuto conto di quanto espresso dagli advisor finanziari Jefferies e Wepartner” il verdetto del consiglio di amministrazione è che “il corrispettivo sia congruo dal punto di vista esclusivamente finanziario”. Tuttavia illimity precisa che la valutazione finanziaria sul prezzo “deve essere letta unitamente alle considerazioni sull’offerta svolte dal consiglio di amministrazione, da cui emergono rischi e incertezze”.

I rischi e le incertezze paventati sono connessi alle “carenze informative, alle sinergie attese, ai differenti modelli industriali dell’emittente e dell’offerente, ai rischi di realizzazione dell’operazione e al livello di patrimonializzazione del nuovo gruppo bancario”. Elementi questi ultimi che, secondo illimity, “pur a fronte dei risultati delle analisi svolte esclusivamente da un punto di vista finanziario”, rendono “difficile” compiere una valutazione dell’offerta.

L’offerta pubblica di scambio, che fonti vicine al dossier definivano ‘amichevole e non concordata’, era stata lanciata da Banca Ifis lo scorso 8 gennaio a 3,55 euro per azione. Una cifra che comprendeva un corrispettivo di 1,414 euro in denaro, più un’azione di nuova emissione ogni 10 titoli illimity conferiti, per un valore totale di 298 milioni. L’obiettivo della famiglia Fürstenberg, che scenderà per la prima volta sotto al 50% di Banca Ifis mantenendone comunque il controllo, è di “creare un player industriale europeo – spiegava il presidente Ernesto Fürstenberg Fassio al lancio dell’Opas – capace di affrontare con solidità e lungimiranza le sfide che il mercato bancario ci richiede, soddisfacendo le aspettative di tutti gli azionisti che decideranno di partecipare”.

Da allora la reazione di illimity è sempre stata piuttosto fredda ma, nell’immanenza dell’operazione, c’è stata la parziale apertura sul prezzo. I soci di illimity avranno tempo fino al 27 giugno per decidere se aderire o meno, ma la strada è ormai in discesa. La valutazione del Cda di illimity era solo l’ultimo ostacolo da superare dopo una serie di via libera da Antitrust, Bce, Bankitalia e Consob, giunti tutti tra il 10 marzo e il 7 maggio. Poco mossi i titoli in Piazza Affari, con illimity in rialzo dello 0,49% a 3,68 euro e Banca Ifis dello 0,34% a 23,4 euro.

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