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Sorrentino, sono stato al gioco ma a disagio per guerra

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“Il nostro compito non e’ riuscire ma fallire nelle migliori condizioni di spirito possibile”: Paolo Sorrentino ha la valigia da fare per tornare in Italia e prende in prestito una frase dello scrittore dell’Isola del Tesoro Robert Louis Stevenson per descrivere il mood. “E’ un gioco, se non vinci ci rimani male, ma io sono sereno e felice, avevo capito perfettamente che non avrei vinto, che il premio sarebbe andato a Drive my car peraltro un bellissimo film. All’epoca della Grande Bellezza avevo sperimentato la procedura di entusiasmo intorno ad un film e ora non c’era”. La stanchezza c’e’: “ho fatto tardissimo con mio figlio Carlo, l’ ho portato ad una festa privata dove c’erano musicisti che io non conoscevo ma per lui importantissimi”. Il periodo americano e’ stato anche questo, con un po’ di famiglia e uno stato d’animo diverso dalla prima volta. La notte magica degli Oscar rivelatasi imprevedibile e poi il party fino all’alba e ora si ritorna a mani vuote ma, detto con il senno di poi, nessuno ci credeva davvero davvero. E’ andata come e’ andata comunque e’ stato un successo essere li’: la squadra italiana a Los Angeles non ha vinto nessuna delle statuette per le quali era candidata ma non c’e’ disappunto. Paolo Sorrentino lo aveva detto sin dal giorno della nomination a miglior film straniero per E’ stata la mano di Dio: “stavolta non sono il favorito, gioco dalla panchina, tutto porta verso Drive my car, ma e’ una vittoria entrare in cinquina , questo e’ un piccolo film che ha fatto molto di piu’ di quello che si poteva immaginare, il cammino fatto e’ meraviglioso”. E cosi’ e’ stato, il film del giapponese Ryūsuke Hamaguchi, adattamento cinematografico del racconto di Haruki Murakami, ha vinto la statuetta. Massimo Cantini Parrini, alla seconda nomination dopo il Pinocchio di Garrone, non ha potuto nulla con i costumi di Cyrano contro gli spettacolari ironici abiti di Crudelia realizzati da Jenny Beavan che ha portato a casa la sua terza statuetta. Ed Enrico Casarosa, vanto italiano dell’animazione, autore di Luca dedicato alla sua Genova era ad una sfida improba contro Encanto, tutta in casa Disney. Della cerimonia Sorrentino confessa di aver mancato il momento clamoroso dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock, “ero uscito a fumare me lo hanno raccontato ma non entro nel merito, non giudico, mi faccio i fatti miei, ognuno si fa gli schiaffi suoi” e poi ride quando gli si racconta che E’ stata la mano di Dio e’ diventata anche un meme per indicare il gesto violento di Smith. Fosse stato per lui avrebbe vinto “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson, “era il mio preferito”. E il vincitore Coda? Nicchia “non mi fate fare il critico, voglio parlare solo dei film che mi hanno entusiasmato”. Piuttosto su una cosa Sorrentino si sbilancia, sul disagio di essere in una situazione frizzi e lazzi in piena guerra. “Stai al gioco e giochi ma non era il momento ideale per me per andare agli Oscar, li’ forse si sente meno, la distanza conta, io da europeo la sento di piu’ questa guerra, e’ stato imbarazzante essere li’, avevamo io e ed altri la coccarda, una cosa doverosa, un segno. Non voglio fare politica, a malapena riesco a parlare di cinema, da cittadino come tutti sono contro la guerra, trovo paradossale quello che sta accadendo ma non faccio analisi. Comunque sara’ anche per quello ma a me e’ sembrata una edizione sottotono”. La trasferta e’ stata lunghissima, alla fine quasi sette mesi, prima a New York poi a Los Angeles, prima ancora della nomination in altre localita’, una campagna con l’impegno di Netflix tesa a valorizzare il suo film piu’ personale, “ma ora il cerchio si e’ chiuso, ho postato alla vigilia della Notte degli Oscar la foto di mia madre e me bambino con la dedica a lei, perche’ i film durano tanto nella testa e nella vita ma ad un certo punto devono finire. E l’avventura e’ finita ieri, l’approdo di un percorso”. La serata della Notte degli Oscar, con la moglie Daniela, il figlio Carlo, il protagonista Filippo Scotti, Luisa Ranieri e Luca Zingaretti, e’ stata vissuta, racconta, con uno spirito diverso : “8 anni fa ero a bocca aperta, a godere i lati meravigliosi, stavolta ho notato altro, ho guardato tutto con piu’ distacco e notato cose che mi facevano ridere”. Il progetto americano di Mob Girl con Jennifer Lawrence pare di capire sia ancora in stand by : “Non ho ancora prossimi progetti, tante cose – risponde   – sono in piedi, per ora non ho questa fretta di tornare a fare un film, mi sono fatto grandicello e ho voglia di fare film con calma e diradare le presenze”. Cosi’ l’immediato futuro e’ riposo, meglio se al mare, l’importante e’ non disunirsi.

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Aria di crisi tra Jennifer Lopez e Ben Affleck, secondo divorzio?

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C’e’ qualcosa che non va nella nella love story tra Jennifer Lopez e Ben Affleck. Non siamo ancora la divorzio, ma a neanche due anni dalle nozze celebrate a sorpresa a Las Vegas, “ci sono problemi” tra i due, ha detto un insider dei ‘Bennifer’ al sito di Us Weekly. “Le cose hanno cominciato a non andare alcuni mesi fa, quando lei ha cominciato a prepararsi per andare in tournee ed era concentratissima. Col risultato che per la maggior parte del tempo ora non sono sulla stessa pagina”, ha detto la fonte.

Le voci circolavano da giorni ed e’ da marzo che Jen e Ben non vengono fotografati assieme, cosi’, quando il 6 maggio JLo ha fatto da madrina al gala del Met ed e’ salita da sola sulla scalinata del museo, il livello del gossip e’ salito alle stelle. Vero e’ che il marito era impegnato nelle riprese di un nuovo film, The Accountant 2, ma questo non aveva impedito la sera prima al premio oscar di Argo di presenziare alla festa in onore dell’ex campione di football Tom Brady trasmessa su Netflix in diretta streaming. Solo tre anni fa, su quello stesso tappeto rosso del museo, i due si erano baciati appassionatamente rivelando ai media il ritorno di fiamma dell’antica passione.

Ed e’ cosi’ che il sito di pettegolezzi Tmz ha cominciato a indagare scoprendo che Ben vive da una settimana da solo a Brentwood, non lontano dalla casa dell’ex moglie Jennifer Garner. Ben e Jen si erano conosciuti sul set del film ‘Amore estremo – Tough Love’ (‘Gigli’ del 2003) ed erano stati in coppia una prima volta tra 2002 e 2004 arrivando sul punto di sposarsi, ma il matrimonio era stato cancellato a soli quattro giorni dalla cerimonia, ufficiosamente a causa della “eccessiva attenzione dei media”. Entrambi hanno ancora la fede al dito, la relazione pero’ sembrerebbe tornata sulle montagne russe. Jennifer nei giorni scorsi e’ stata fotografata con un’amica mentre visitava case da comprare a Los Angeles: “Solo per investimento”, ha assicurato l’insider.

Mentre un’altra fonte ha spifferato a InTouch che i due si sono imbarcati in una terapia di coppia: “Ben ci crede fino a un certo punto, ma e’ pronto a impegnarsi con mente sgombra da pregiudizi, anche se trova l’intero processo umiliante”. Ben e Jen si sono sposati il 17 luglio 2022 su una Cadillac rosa confetto nella celebre Little White Wedding Chapel di Las Vegas davanti ai rispettivi figli: lei ne ha avuti due con il terzo marito Marc Anthony, lui tre dalla Garner. “Valeva la pena di attendere. Ieri e’ stata la notte piu’ bella delle nostre vite”, aveva scritto all’epoca la nei Mrs. Affleck sulla sua newsletter “On the JLo”.

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Amici, la sfida a sei per la vittoria finale

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I ballerini Marisol e Dustin, i cantanti Petit, Holden, Mida e Sarah: sono i sei giovani artisti che domani sera si sfideranno alla finale di Amici, in diretta in prima serata su Canale 5. Un percorso netto per tutti e sei, entrati nella scuola a settembre scorso. Dopo otto mesi, uno di loro alzerà la coppa del vincitore, scelto dal pubblico da casa. Padrona di casa, come da 23 anni a questa parte, è la regina della tv Maria De Filippi. Angelina Mango, che proprio ad Amici ha iniziato il percorso che l’ha poi portata a vincere il festival di Sanremo e a partecipare all’Eurovision Song Contest, è la super ospite. In studio anche gli insegnanti che hanno guidato gli artisti nel percorso: Alessandra Celentano, Rudy Zerbi, Lorella Cuccarini, Emanuel Lo, Anna Pettinelli, Raimondo Todaro e i giudici Cristiano Malgioglio, Giuseppe Giofrè e Michele Bravi. I sei ragazzi si sono fatti conoscere durante questi mesi e sono pronti a darsi battaglia.

Marisol, 18 anni, padre cubano, prima a conquistare la finale, ha dimostrato di avere il ballo nel sangue e si è già aggiudicata la gara improvvisazione che la porterà il 17 luglio ad esibirsi sul palco del Carla Fracci Mon Amour. Dustin, 21 anni, arriva dall’Australia, le sua capacità artistiche lo hanno portato ad ottenere l’accesso al palco del gala internazionale Danza nel vento, al workshop Aterballetto, al Gala di stelle danzanti, ad un workshop presso il Balletto di Montecarlo e ad uno in Finlandia e una summer intensive per la Alvin Ailey School di New York.

Il 19enne Petit, che scrive canzoni da quando ha 13 anni, è entrato ad Amici con l’inedito Brooklyn. Durante la scuola, ha pubblicato quattro brani: Che Fai, Guagliò, Tornerai e Mammamì. è uscito anche il suo primo EP, che porta il suo nome. Holden, figlio di Paolo Carta, marito di Laura Pausini, ha 24 anni. Anche lui ha pubblicato quattro brani (Dimmi che non è un addio, Nuvola, Solo stanotte e Randagi) e il 24 maggio uscirà un ep con il suo nome. Si è anche aggiudicato la presenza sul palco del Red Valley Festival in Sardegna, in agosto. Mida, classe ’99 nato a Caracas da madre venezuelana e padre italiano e cresciuto a Milano, si avvicina alla musica all’età di 11 anni.

Ha pubblicato l’ep Il sole dentro, con i brani Vita terremoto, Rossofuoco, Mi Odierai, Fight club e Que pasa. La scorsa settimana ha ottenuto la possibilità di registrare un originale Spotify Singles. Sarah, classe 2006, in questi mesi ha pubblicato i brani Touché, Viole e violini, Mappamondo e Sexy Magica, contenuti nell’ep omonimo. A scegliere chi premiare sarà il pubblico da casa attraverso il televoto o tramite app wittytv, app mediaset infinity, sito www.wittytv.it e smart tv e decoder abilitati: al vincitore assoluto andrà un premio del valore di 150mila euro in gettoni d’oro, al vincitore di categoria un premio di 50mila euro in gettoni d’oro.

Altri 50mila euro in gettoni d’oro saranno assegnati come Premio della critica, offerto da Tim e decretato da una giuria composta dai giornalisti di Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero, Qn, Libero, Il Mattino, Il Tempo, Il Secolo XIX, ANSA, Adnkronos, Lapresse, Askanews, Fanpage.it, TgCom24.it, Open.online, Billboard.it, Tvblog.it, ilfattoquotidiano.it, davidemaggio.it, Tiscali.it, Rockol.it, Vanityfair.it, allmusicitalia.it e superguidatv.it. Otto network radiofonici (Rtl 102.5, Radio Zeta, Radio Italia, Radio 105, R101, Rds, Radio Norba, Radio Kiss Kiss) assegneranno il Premio radio. E ancora: 40mila euro per il Premio speciale Amici per la comunicazione offerto da Tim, 30mila euro per il Premio speciale Amici Spirito libero offerto da Oreo, 7mila euro per il Premio Keep dreaming offerto da Marlù a ciascun finalista.

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Spettacoli

La Svizzera vince l’Eurovision con Nemo, Angelina Mango settima

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Era tra i candidati alla vittoria alla vigilia, e alla fine Nemo, rappresentante della Svizzera, ha vinto l’Eurovision Song Contest 2024 con il brano The Code. Il cantante ha portato sul palco della Malmo Area anche una bandiera con i colori giallo, bianco, viola e nero, ovvero la bandiera non binaria, che rappresenta le persone di genere non binario, in cui l’artista si riconosce. Nemo, dopo Lys Assia e Celine Dion, riporta così il microfono di cristallo nello stato federale. Sul podio la Croazia con Baby Lasagna e l’Ucraina con il duo Alyona Alyona e Jerry Heil.

Angelina Mango, quarta per le giurie con 164 punti e con 104 da parte del televoto, si è piazzata settima nella classifica generale con La noia, il brano con il quale aveva vinto il festival di Sanremo a febbraio. Venticinque i Paesi che si sono sfidati nella gara, dopo che nel pomeriggio era stata decisa l’esclusione dell’artista olandese Joost Klein, per una denuncia presentata da una donna del team di produzione. Un’edizione che, forse come non mai, ha avuto anche risvolti politici, per la difficile situazione internazionale. Il conflitto in Medio Oriente ha impattato sia dentro che fuori la Malmo Arena, dove si è tenuto l’Eurovision Song Contest, che quest’anno aveva scelto il claim “United by music”, uniti dalla musica.

Nei giorni scorsi per le strade della città ci sono state diverse manifestazioni, ma i riflessi di ciò che sta succedendo in Israele e a Gaza si sono fatti sentire anche stasera durante la finale. Eden Golan, l’artista che rappresenta Israele, è stata pesantemente fischiata dal pubblico in sala, come già successo nella semifinale, così come la giuria al momento delle votazioni, mentre all’esterno dell’arena manifestanti filo-palestinesi, tra questi anche Greta Thunberg con la kefiah al collo, hanno tentato di avvicinarsi con un corteo non autorizzato. Sono stati fermati e allontanati dalla polizia, che ha poi creato un cordone di sicurezza a 200 metri dagli ingressi dell’edificio per impedire nuovamente l’avvicinarsi dei manifestanti e per garantire il deflusso a fine serata. Alla fine Golan si è classificata quinta, spunta dal televoto (ben 323 i punti raccolti).

Sul palco non sono mancati gli artisti che hanno invocato la pace, come Iolanda, in gara per il Portogallo, convinta che “la pace prevarrà” o come il concorrente francese Slimane che ha gridato “uniti dalla musica, dall’amore e dalla pace”. In segno di protesta, si sono ritirati dal ruolo di portavoce delle rispettive giurie anche Alessandra Mele per la Norvegia, motivando la sua decisione con un netto “C’è un genocidio in corso”, e Kaarija per la Finlandia. Ma un altro conflitto è stato ricordato durante la serata: quello tra Ucraina e Russia. È stato il duo formato dalla rapper Alyona Alyona e da Jerry Heil, in rappresentanza di Kiev, a chiedere “Unità per il mondo. Pace e libertà per l’Ucraina”.

Tra le contestazioni, anche quella contro Martin Osterdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest, nel momento dell’annuncio dei voti delle giurie con il consueto “Good to go”. Un Eurovision che, dal punto di vista dello show, ha comunque riservato il solito carico di trash tra improbabili mise, eccessi scenici e canzoni non sempre indimenticabili. Angelina Mango, nonostante il tifo eccellente da Marco Mengoni a Damiano David dei Maneskin, passando per Amadeus, Adriano Celentano, Laura Pausini, Fiorello, non ha vinto ma ha ben figurato e la sua esibizione non è passata inosservata ed è stata ben accolta da giurie tecniche e pubblico a casa.

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