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Juve, flop che costa caro: ed è allarme calcio italiano

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Speranze sono riposte ancora nell’Atalanta e nella Roma, ma nell’Europa di serie B; in quella che conta, la Champions League, delle italiane non c’e’ piu’ traccia. I bergamaschi e il Milan hanno alzato bandiera bianca gia’ ai gironi, l’Inter e’ uscita contro la corazzata Liverpool, ieri la debacle piu’ rumorosa, quella della Juventus di Allegri fuori agli ottavi contro il Villarreal, come quella di Sarri contro il Lione e di Pirlo contro il Porto. Un fallimento che, a una settimana dagli spareggi per il Mondiale, preoccupa parecchio, perche’ a finire sul banco degli imputati e’ il calcio italiano e un campionato ormai lontano parente di quello che attirava i campioni di tutto il mondo. “Capisco cosa hanno provato i tifosi, l’unica cosa da fare e’ chiedere scusa”, scrive sui social Bonucci, costretto per la prima volta in carriera a “vivere questo tipo di partite da fuori”, proprio come potrebbe accadergli in Azzurro tra una settimana. Alla Continassa e’ di nuovo tempo di riflessioni e di programmazione, anche se il rischio e’ di partire di nuovo da zero. Sarri aveva l’alibi di aver disputato una Champions inframezzata dal Covid, Pirlo aveva l’attenuante di essere un esordiente. Allegri e’ forse quello ad avere meno scuse di tutti, a maggior ragione con il mercato di riparazione che la Juve aveva deciso di condurre. Soldi veri e investimenti subito, con Vlahovic e Zakaria costati tra parte fissa e bonus quasi 100 milioni di euro. E se le casse del club erano gia’ in affanno, ora si faranno altri conti su perdite e bilanci in rosso per una campagna europea disastrosa. Il tecnico, nonostante la rabbia dei tifosi che gli hanno riservato l’hashtag “AllegriOut”, appare saldamente in sella. Tocchera’ a lui costruire la Juve del futuro, tra poche certezze e tanti punti interrogativi. Se Vlahovic non si tocca, Dybala resta in bilico per le questioni contrattuali, Morata e’ sempre in prestito con diritto di riscatto dall’Atletico Madrid, mentre De Ligt ha una valutazione che permetterebbe al club di limitare i danni economici. “Parlare di fallimento e’ disonesta’ intellettuale, ma io non posso farci niente”, si e’ difeso Allegri dopo il clamoroso 0-3 interno contro gli spagnoli. Le critiche, anche da parte degli addetti ai lavori, non sono pero’ mancate. “Se non inventi qualcosa e’ difficile passare, Allegri doveva leggere meglio la partita e inserire prima Dybala”, il commento di Fabio Capello, mentre un altro ex tecnico Juve, Didier Deschamps, difende Rabiot, colonna della nazionale transalpina e flop in bianconero: “le prestazioni – dice del centrocampista – dipendono anche dai giocatori che hai intorno e dal resto della squadra”. Pure Del Piero, arrivato apposta dall’America, e’ rimasto deluso: “Dopo un primo tempo convincente c’e’ stata una ripresa spenta”. E sui social piovono sfotto’, oltre a tanti messaggi di apprensione in vista dei prossimi appuntamenti dell’Italia. Due protagonisti della Juve, sono in fortissimo dubbio. Oltre a Bonucci Mancini rischia di non avere a disposizione Locatelli. Il centrocampista e’ in isolamento da oggi a causa del Covid. Un problema in piu’ non solo per Allegri, ma anche per il Ct: nei prossimi dieci giorni, a prescindere dalle assenze, l’Italia dovra’ evitare un’altra apocalisse mondiale. In Champions, invece, le nostre squadre ci riproveranno l’anno prossimo. Come da troppe stagioni a questa parte.

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Tonali stop anche in Inghilterra, ma da agosto in campo

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Niente prolungamento di squalifica per Sandro Tonali, che potrà tornare a giocare a fine agosto, come inizialmente stabilito dalla Federcalcio italiana. La FA, la federcalcio inglese, ha dunque deciso di non allungare la sospensione del centrocampista italiano, limitandosi a comminargli uno stop di due mesi con la condizionale per la violazione delle regole anti-scommesse. Una sospensione che Tonali non dovrà scontare se non commetterà nuovamente il reato in questione.

Le autorità inglesi avevano aperto un procedimento a carico del nazionale italiano per una serie di scommesse illecite, all’incirca 50, effettuate tra il 12 agosto, ovvero il giorno del suo debutto in Premier League con la maglia del Newcastle, e il 12 ottobre, quando gli inquirenti italiani lo avevano interrogato a Coverciano, dove si trovava in ritiro con la nazionale. Oltre allo stop di due mesi, che verrà cancellato al termine del prossimo campionato se il reato non verrà commesso di nuovo, la Fa ha inflitto al centrocampista una multa di circa 25mila euro. Una sanzione tutto sommato leggera, favorita dalla confessione dello stesso Tonali che di fatto si era auto-denunciato alla procura sportiva inglese una volta emersa la violazione.

Una ricostruzione dei fatti confermata dalla stessa Fa nel notificare le motivazioni della sentenza: “Tonali ha sempre collaborato con le indagini e ha fornito anche il suo cellulare in modo da dare alla FA tutti gli elementi per trarre le proprie conclusioni. La federazione inglese ha basato la propria indagine sull’autodenuncia di Tonali, segnalando come attenuanti l’esistenza di una squalifica già in essere, quella stabilita dalla Figc, per violazioni che – se commesse in Inghilterra – avrebbero portato ad una squalifica massima di 6 mesi”. Nel corso della sua auto-denuncia, l’ex Milan aveva confessato di aver scommesso anche su quattro partite del suo Newcastle, puntando sempre sulla vittoria, e di aver sempre giocato non per vincere o guadagnare denaro, bensì perché affetto da ludopatia.

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Mercato: su Conte ora c’è il Chelsea, Milan ecco Martinez

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Sono sempre gli allenatori i protagonisti, almeno per ora, del calciomercato in Italia. Ha tenuto banco, per giorni, la questione di LOPETEGUI al Milan, con tanto di hashtag dei tifosi rossoneri contrari all’arrivo dell’ex ct della Spagna. Il quale ha fatto sapere di essere molto contrariato per l’accaduto e ora riflette sulla proposta del Manchester United, mentre al Milan salgono le quotazioni di MARTINEZ, attuale ct del Portogallo, FONSECA e DE ZERBI, che però ha una clausola rescissoria di 14 milioni con il Brighton. E a proposito di club inglesi: il Chelsea avrebbe deciso di esonerare Pochettino a fine stagione, e la prima scelta del patron del club, Todd Boehly, sarebbe CONTE.

Ci sarebbero già stato contatti con l’entourage dell’ex ct azzurro, che con il Chelsea ha vinto il titolo della Premier League nel 2017. Se il ritorno del tecnico leccese ai Blues si concretizzasse, potrebbe tornare a Londra per rimanerci LUKAKU, molto stimato da Conte. Il quale è nei piani anche del Napoli, che però ora potrebbe orientarsi su altri, in primis PIOLI, stimato da De Laurentiis.

Sulla scena è tornato anche MOURINHO, con uno spot in cui allude a Londra, forse non solo come sede della finale di Champions ma anche per un suo possibile futuro (il West Ham cerca un manager per la prossima stagione). A Bologna si registra il crescente interessamento del Tottenham per CALAFIORI e si cerca di risolvere i rebus THIAGO MOTTA, sempre in pole per la Juventus se andrà via ALLEGRI, e ZIRKZEE, per il quale si è rifatta sotto la Juventus. I bianconeri, con il ds Giuntoli, guardano anche a ZHEGORVA, 25enne esterno offensivo della nazionale kossovaro che gioca in Francia nel Lilla. Fonti vicine al giocatore riferiscono dell’interesse della Roma per CHIESA, mentre in casa Lazio si tenterà l’approccio con il Monza per COLPANI. IMMOBILE potrebbe rimanere a Formello, mentre al Milan, che per la difesa segue DIEGO CARLOS dell’Aston Villa (BUONGIORNO del Torino costa troppo), c’è Ibrahimovic che in prima persona sta cercando di risolvere la grana CAMARDA, giovanissimo bomber che ha appena compiuto 16 anni e quindi deve firmare il primo contratto.

L’agente Beppe Riso ha fatto delle richieste che il Milan ritiene troppo elevate, ‘Ibra’ si è arrabbiato, il Borussia Dortmund segue la questione a fari spenti ma con grande interesse. Il Napoli, che cederà OSIMHEN (il Paris SG è la destinazione più probabile), si sta invece muovendo per prendere DAVID dal Lilla e FERGUSON dal Bologna, Quest’ultimo però potrebbe rimanere dov’è perché vorrebbe giocare la Champions. KVARATSKHELIA avrà un adeguamento dell’ingaggio, pare a 4 milioni all’anno, così da poter respingere le lusinghe del Barcellona, al quale è stato proposto VERRATTI, già stanco del calcio del Qatar. Si è mossa anche l’Inter, che ha chiesto al Frosinone informazioni su BRESCIANINI.

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Ayrton Senna, trent’anni dopo: un mito e una bella persona

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Scusate il ritardo ma dopo trent’anni parlare di Ayrton che non c’è più a me fa ancora male. Soprattutto non mi piace celebrare una scomparsa. Per questo arrivo solo il giorno dopo.
L’ho conosciuto che correva in Formula Ford, si chiamava Ayrton Senna da Silva ma poi ha scelto di portare solo il cognome di sua madre, di origini napoletane e l’ho seguito durante la sua carriera, mi ha regalato molti scoop emozionanti ma il giorno che è morto non ero a Imola perché avevo l’esame di subacquea. E chi se la dimentica quella giornata: ero appena uscita dall’acqua per la prova per il brevetto open, ero a Sant’Angelo, nella mia Ischia. I miei colleghi sub mi dissero: vedi che Senna ha avuto un brutto incidente. Tornai di corsa a casa di mio fratello dove stavo in quei giorni ed accesi la tv giusto quando annunciarono che Ayrton era morto. E da allora io non me la sento di vedere la Formula 1.

Senna

Ogni volta ci provo ma troppi ricordi affollano la mia mente: Ayrton che pulisce il casco mentre siamo seduti sulle gomme nella prima intervista. Che mi fa entrare mentre sta girando uno spot pubblicitario a dispetto dello sponsor. Che si concede alle mie domande per l’Europeo mentre non parla con gli altri. Che telefona con me al mio direttore di allora, Marcello Sabbatini. E quando mi offre un suo pass per entrare al GP di Francia… E l’ultima intervista quando tutti dicevano che si sarebbe ritirato… E poi ai box suo fratello, mamma Joanna, l’impegno nel sociale per aiutare i bimbi sfortunati, la pastasciutta e quel messaggio registrato per un ragazzino ricoverato in coma all’ospedale di Imola . “Ana, non lo scrivere”, mi disse allora: pudico sempre quando faceva qualcosa per aiutare gli altri. Faceva tanto bene ma non lo diceva a nessuno. Una perdita vera, non solo per l’ automobilismo (un mondo al quale stava diventando scomodo quale paladino della sicurezza) e per la sua famiglia, ma per tutti, perché era un esempio positivo. Addio, Ayrton. Trent’anni dopo, un ricordo immutato.

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