Lo stato d’emergenza Covid non sara’ prorogato oltre il 31 marzo: l’orientamento del governo, nell’aria da qualche giorno, e’ stato confermato questa sera dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha annunciato anzi di avere come obiettivo “riaprire del tutto, al piu’ presto”. Dal 1 aprile, dunque, addio alle mascherine all’aperto, alle Ffp2 e alle quarantene nelle scuole, ma anche alla ormai familiare ‘mappa a colori’ della Penisola. L’uso del Green pass invece sara’ progressivamente allentato, limitando via via l’obbligo del ‘rafforzato’. “Il Governo – ha detto Draghi a Firenze, di fronte a una platea di imprenditori che ha accolto le sue parole con un lungo applauso – e’ consapevole del fatto che la solidita’ della ripresa dipende prima di tutto dalla capacita’ di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica e’ in forte miglioramento grazie al successo della campagna vaccinale – ha aggiunto – e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese”. Con la fine dello stato d’emergenza, dunque, arriveranno novita’, a cominciare dalle scuole: “Resteranno sempre aperte per tutti – ha detto il premier – Saranno infatti eliminate le quarantene da contatto e cessera’ l’obbligo delle mascherine Ffp2 in classe”. Sempre da aprile cessera’ ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e “non sara’ piu’ in vigore il sistema delle zone colorate”. Un annuncio accolto con soddisfazione dalla Lega, che pero’ lascia intendere quale sara’ il prossimo fronte di dibattito in maggioranza: “Molto bene la fine dello stato di emergenza, cosi’ come chiesto da Matteo Salvini – hanno commentato i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo – Ora occorre fare l’ultimo passo e togliere anche il Green pass”. Rispetto al ‘foglio verde’, pero’, Draghi ha messo in chiaro stasera che il criterio sara’ quello della progressivita’, a cominciare dall’uso del ‘super’: “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato rafforzato – ha detto – a partire dalle attivita’ all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli”. In ogni caso, ha assicurato il capo del governo, “continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze”. Nel frattempo i numeri parlano di una pressione sempre minore sugli ospedali: i ricoveri sono in discesa da quattro settimane e negli ultimi 7 giorni il calo e’ stato del 12%. Il quadro emerge innanzitutto dall’ultima rilevazione del Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, riferita alla giornata di ieri. Una diminuzione che appare piu’ netta nei reparti ordinari (con un -12,6%); nelle terapie intensive invece si attesta al -3,8%. Anche i dati Agenas aggiornati al 22 febbraio danno conto di un trend positivo: rispetto al giorno precedente, la percentuale di posti letto in intensiva occupata da pazienti con il Covid e’ scesa di un punto, arrivando al 9%, sotto la soglia di allerta del 10%. L’occupazione dei reparti di area medica invece e’ ferma al 20% ma scende in 10 regioni. Risultati frutto, secondo gli esperti, anche dell’allargamento del ‘popolo’ dei vaccinati, sebbene i dati del bollettino quotidiano suggeriscano che la pandemia non e’ alle spalle: 49.040 i contagi nelle 24 ore (ieri 60.029) e 252 (contro 322) le vittime. Il tasso di positivita’, che ieri era al 9,9%, e’ salito al 10,2%. Sono poi 886 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 in meno rispetto al giorno prima. “Ci sono ancora 10 milioni di persone che devono fare il booster – ha ricordato infatti il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – e anche per questo le misure di allentamento devono essere graduali. Con la fine dello stato d’emergenza – ha detto ancora Costa – iniziera’ una nuova fase”, ma su alcuni aspetti, come il certificato verde, “va fatta una netta distinzione: per gli over 50 sui posti di lavoro l’obbligo del rafforzato dura fino al 15 giugno”.