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Cronache

Scomparso nel Milanese:ucciso e bruciato, fermato figlio

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Le liti burrascose tra padre e figlio, la convivenza difficile e poi, forse, un’ultima discussione sfociata nella violenza, mortale. E’ questa l’ipotesi sulla morte Corrado D’Errico, il 65 enne scomparso il 30 dicembre scorso dal suo alloggio a Cusano Milanino (Milano). Ora si e’ scoperto che e’ suo corpo carbonizzato ritrovato il 21 gennaio a Cerro Maggiore, nel Milanese, all’interno di una fabbrica abbandonata. Ad essere sospettato del delitto e’ suo figlio Lorenzo, che viveva con lui e che per un mese intero, anche attraverso la trasmissione tv “Chi l’ha Visto”, si era lanciato in un disperato appello al padre, perche’ tornasse a casa. Nel suo racconto pero’ gli investigatori hanno rilevato diverse incongruenze, tanto da decidere di approfondire accertamenti e indagini. E oggi di fermarlo. Questa mattina i carabinieri del Ris di Parma, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Milano e quelli della compagnia di Sesto San Giovanni, sono entrati nella villetta sequestrata dai magistrati monzesi alla ricerca di tracce, soprattutto ematiche, per decretare se il 65 enne sia stato ucciso e se il delitto sia avvenuto all’interno della sua casa. E hanno individuato molteplici tracce di sangue all’interno dell’abitazione e anche segni di trascinamento, D’Errico sarebbe stato quindi ucciso in casa e poi il suo corpo e’ stato poi portato in auto a Cerro Maggiore. Sentito dagli inquirenti, gia’ prima del fermo, Lorenzo ha ammesso di avere un rapporto difficile con il padre, tanto da trascorrere le sue giornate chiuso in camera. Infatti, ha spiegato ai carabinieri e al magistrato, la sera della scomparsa del padre non si sarebbe neppure accorto che era uscito, in pigiama e ciabatte, “per andare a prendere una pizza”. Questo perche’, secondo il quadro emerso nelle ultime ore, da quella casa il 65 enne non e’ uscito, per lo meno non da solo e non vivo. Un altro elemento che ha destato sospetti e’ stato il ritrovamento dell’auto della vittima, diversi giorni dopo la sua scomparsa, a poco piu’ di trecento metri da casa, quando inizialmente sembrava sparita nel nulla. Nel garage della villetta inoltre, i carabinieri hanno sequestrato una pistola, non regolarmente detenuta ne’ dal padre ne’ dal figlio, con tanto di proiettili. Anche sull’arma saranno svolti tutti gli accertamenti balistici del caso. La svolta per la possibile soluzione del caso e’ arrivata nel tardo pomeriggio di oggi, quando le indagini della procura di Busto Arsizio (Varese) a seguito del ritrovamento del corpo carbonizzato a Cerro Maggiore. A scoprire quello che inizialmente era un cadavere senza nome sono stati tre giovani entrati nella struttura dismessa per realizzare un video musicale. Nei giorni scorsi era stato reso noto che quel corpo apparteneva a un uomo italiano di mezza eta’, probabilmente colpito alla testa con un corpo contundente. Oggi e’ stato confermato che si tratta di Corrado D’Errico. A quel punto sono scattate le manette per il figlio Lorenzo, unico indagato, sottoposto a fermo per indiziato delitto per omicidio. Gli inquirenti dovranno ora cristallizzare tutte le fasi che hanno portato al presunto delitto e capire in che modo il corpo del 65 enne sia arrivato a Cerro Maggiore e, soprattutto, se prima o dopo la sua morte.

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Lavoratore 21enne morto a Scafati in un incidente

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Lavorava in nero il 21enne Alessandro Panariello, che ieri è morto in un incidente avvenuto a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro. A denunciarlo sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, che assistono la famiglia del giovane lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni Panariello è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. “L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale”.

“Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati la madre Flora, il compagno di quest’ultima (il papà di Alessandro è morto da anni) e la fidanzata del 21enne, Annachiara – ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta; sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restuirci il nostro Alessandro”. Il 21enne aiutava economicamente, nonostante la sua giovane età, l’intera famiglia.

“Queste morti – dice l’avvocato Caracciolo – accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante”.

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Turista Usa denunciata a Capri per furto con destrezza

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Dopo aver acquistato un articolo, ha misurato un bracciale in ottone del valore di 500 euro e, approfittando della distrazione della commessa, lo ha fatto scivolare all’interno della sua borsa, per poi allontanarsi. E’ successo nei giorni scorsi in una boutique di Capri. La donna – una turista statunitense – è stata però identificata perchè, avendo effettuato il pagamento col sistema “tax free”, ha consegnato il suo documento all’esercente commerciale. Questo ha consentito agli agenti del locale commissariato di identificarla e, poco dopo, di rintracciarla in una struttura ricettiva dell’isola, dove è stata trovata in possesso del bracciale rubato. La turista è stata denunciata all’autorità giudiziaria per furto con destrezza.

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Nappi, il Comune si preoccupi del degrado della Galleria Umberto

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“È assurdo e paradossale che davanti al degrado totale che attanaglia la Galleria Umberto I, ci si preoccupi prima di tutto di smantellare il salottino allestito per l’inaugurazione dello store Mondadori. Le irregolarità vanno sempre combattute e sanzionate, ma allo stesso modo mi chiedo: il Comune perché non interviene anche per riportare il decoro in uno dei luoghi simbolo della città? Perché continua a non vedere la sporcizia che interessa ogni angolo della struttura storica, l’accampamento di clochard, le facciate dei palazzi dai colori diversi, i vetri rotti e tutto ciò che mortifica e arreca danno all’immagine di Napoli  e dei napoletani?”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.

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