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Economia

Ducati, 2021 anno magico:record di 59.447 moto vendute

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Un “anno magico” per Ducati che nel 2021 ha raggiunto il record di vendite con 59.447 moto consegnate ai clienti in tutto il mondo, registrando un incremento del 24% sul 2020 (48.042) e del 12% sul 2019 (53.183). “Un numero mai raggiunto in 95 anni di storia dell’azienda” ha commentato l’amministratore delegato, Claudio Domenicali. “Abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo il titolo di campione del mondo costruttori MotoGp – ha ricordato Domenicali – e abbiamo dato inizio all’era elettrica della nostra azienda con il prototipo V21L, che anticipa la moto che correrà nel campionato MotoE dal 2023.

La pandemia tutt’ora in corso, oltre a generare tanta sofferenza, ha anche reso più complesse molte attività, costringendoci a continue riorganizzazioni interne. Le catene di fornitura hanno creato ritardi nelle consegne per i quali voglio scusarmi con tutti i Ducatisti, ringraziandoli per la pazienza”. Nonostante tutte queste difficoltà “stiamo investendo in un percorso di crescita estremamente ambizioso che porterà l’azienda a migliorare ancora, anche con l’ingresso in nuovi segmenti – ha proseguito l’a.d. -. Con la DesertX avremo da quest’anno una proposta molto attraente per gli appassionati delle adventure, e altri progetti ambiziosi sono attualmente in sviluppo. I valori chiave della marca, Style, Sophistication, Performance e Trust, sono più attuali che mai. La crescita futura avverrà nel rispetto di questi valori, offrendo al nostro appassionato cliente prodotti sempre più rappresentativi di un mix unico di bellezza, tecnologia e distintività, come il meglio del Made in Italy”.

Nel 2021 Ducati cresce in tutti i principali paesi, a partire dagli Stati Uniti che riconquistano il posto di primo mercato per la Rossa di Borgo Panigale con 9.007 unità pari a un +32% sul 2020, seguiti dall’Italia con 8.707 moto (+23% sul 2020) e dalla Germania con 6.107 unità (+11% su 2020). Crescono anche il mercato cinese con 4.901 moto (+21%), quello francese con 4.352 (+12%) e quello inglese con 2.941 unità (+30%). “Questi risultati – ha spiegato Francesco Milicia, VP global sales Ducati – rappresentano anche il frutto di uno straordinario lavoro diretto al continuo miglioramento della rete vendita globale, sia in termini quantitativi, con 84 nuove concessionarie, sia in termini qualitativi puntando sulla digitalizzazione dei processi e l’omnicanalità”. Si conferma il grande successo registrato nel corso dell’anno per la Multistrada V4, che risulta la più venduta e apprezzata dai Ducatisti nel 2021 con 9.957 moto consegnate ai clienti. Segue la famiglia degli Scrambler 800 con 9.059 unità e il Monster, che raggiunge le 8.734 moto vendute. Per il 2022 sono 9 i nuovi modelli che Ducati ha presentato al pubblico nel corso della Ducati World Première web series.

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Ita, per la prima volta Ebit positivo

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Risultato operativo positivo per Ita Airways, a 3 milioni di euro nel 2024, per la prima volta e “in anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale, senza aver beneficiato delle sinergie con il gruppo Lufthansa grazie a performance operative e commerciali”. Lo rende noto il cda della compagnia italiana che ha approvato il bilancio chiuso con una perdita di 227 milioni, rilevando come grazie a questi risultati “Ita si posizioni fra i tre migliori vettori a livello europeo”.

I ricavi hanno raggiunto 3,1 miliardi (+26% rispetto al 2023) di cui 2,7 dal traffico passeggeri (+26%), il margine operativo lordo è di 337 milioni. Secondo l’amministratore delegato e direttore generale della società, Joerg Eberhart, le sinergie con il gruppo aereo tedesco rendono “plausibile raggiungere anche un pareggio sostenibile del risultato netto”. In cassa a fine anno c’erano 476 milioni. Il presidente di Ita, Sandro Pappalardo, rileva inoltre come “prosegua il percorso virtuoso” dell’aviolinea iniziato nel 2021 con l’obiettivo di “rendere il Paese orgoglioso della nostra compagnia e garantire sempre maggiore connettività ai territori e ai passeggeri”.

Ita sottolinea che la perdita è stata influenzata “dagli effetti negativi dell’adeguamento contabile dei debiti e crediti in valuta estera ai tassi di cambio di fine anno, oltre che dagli oneri finanziari associati ai contratti di leasing relativi al piano di ammodernamento e incremento della flotta”. Che sarà di 99 aerei totali a fine anno (26 quelli nuovi già entrati) di cui il 65% di nuova generazione. Buono l’andamento del primo trimestre 2025 con la crescita dei principali indicatori: ricavi per circa 600 milioni (+15% sullo stesso periodo del 2024), 3,7 milioni di passeggeri trasportati (+1%) e 81% di load factor (+4 p.p.). Bene la performance della puntualità (87,9% di voli atterrati entro 15 minuti dall’orario previsto) e della regolarità (99,6% di voli effettuati rispetto a quelli previsti). Nel 2024 Ita ha operato circa 138mila voli di linea (+11% sul 2023) e trasportato circa 18 milioni di passeggeri (+19%) grazie alla maggiore capacità offerta e incrementando la propria quota di mercato domestico.

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Giorgetti: Unicredit libera su Bpm. Sale ipotesi addio

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Sono da muovere, e in parte lo saranno questa settimana, alcuni tasselli del risiko bancario che da Mps passando per Mediobanca e Banca Generali portano a Generali e si incrociano con Unicredit-Banco Bpm. Dalla partita non è escluso il governo che secondo Bloomberg non è intenzionato ad alleggerire i paletti, imposti col golden power, all’offerta di scambio promossa dal gruppo di Piazza Gae Aulenti sulla banca guidata da Giuseppe Castagna. Quest’ultimo ha già invitato Unicredit a dire se intende andare avanti o no. E’ ragionevole che nel cda del gruppo capitanato da Andrea Orcel, convocato domenica per approvare la trimestrale, si parli dello stato dell’arte sull’ops. Più difficile prevedere se sarà presa una decisione sull’operazione. Uno stop è comunque considerato probabile se davvero le condizioni imposte dall’esecutivo non verranno ammorbidite.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha rinviato tutto a Piazza Gae Aulenti: “Fanno quello che vogliono”, ha risposto sull’ipotesi di una rinuncia all’offerta. Su un altro fronte, a Palazzo Chigi, potrebbe recarsi l’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, nell’ambito degli incontri che sta programmando questo mese per convincere della bontà dell’ops su Banca Generali non solo le istituzioni ma anche i suoi azionisti che il 16 giugno saranno chiamati in assemblea a votare l’offerta. Tra questi l’amministratore delegato di Mediolanum, Massimo Doris, ha espresso apprezzamento sull’operazione dopo l’apertura già fatta dal numero uno di Delfin, Francesco Milleri.

“L’ops di Mediobanca su Banca Generali è una bella operazione, ammesso che vada a buon fine, e dal punto di vista industriale è un’operazione che ha sicuramente senso”, ha commentato Doris, primo azionista col suo gruppo (3,49%) e con la holding di famiglia Finprog (0,96%) nel patto di consultazione di Piazzetta Cuccia, che raggruppa l’11,87% del capitale. Banca Mediolanum, ha sottolineato, non teme la concorrenza di un gruppo rafforzato nel wealth management. Del resto Mediolanum aveva già visto di buon occhio la nascita di Chebanca! poi diventata Mediobanca Premier. Se l’ops sia poi compatibile o meno con l’offerta di Mps su Piazzetta Cuccia ha rimandato all’amministratore delegato del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio: “più che rispondere io ha risposto Lovaglio dicendo che l’operazione diventa ancora più interessante.

E questo lo decide chi ha lanciato l’offerta”. Doris ha detto di non aver ancora avuto un incontro formale con Nagel ma i due si sono sentiti. Sarà più avanti un cda ad hoc di Mediolanum a decidere come votare sull’ops di Mediobanca su Banca Generali in assemblea e per valutare l’offerta di Mps. Mercoledì nel consiglio di amministrazione di Generali, chiamato a formare i comitati interni, si inizierà anche a discutere – come ha indicato il presidente Andrea Sironi – il processo da seguire per valutare l’ops sulla controllata Banca Generali per la quale Piazzetta Cuccia ha messo sul piatto azioni del Leone pari al 6,5% del capitale della compagnia.

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Nagel incontrerà soci e istituzioni per ops su Banca Generali

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A una settimana dal cda di Mediobanca che ha approvato l’offerta pubblica di scambio su Banca Generali, nei prossimi giorni – da quanto si apprende – i vertici della banca guidati dall’amministratore delegato Alberto Nagel (foto Imagoecnomica) spiegheranno ad azionisti, istituzioni e dipendenti le ragioni industriali e i dettagli dell’operazione che recide il legame con Generali per dare vita a un polo italiano nella gestione del risparmio. Intanto Mediobanca ha pubblicato il documento informativo relativo ad operazioni di maggiore rilevanza con parte correlata.

Dal documento emerge che il comitato parti correlate, che si è riunito domenica scorsa prima del cda che ha approvato l’offerta, ha espresso parere favorevole sull’interesse della banca al compimento dell’operazione, nonché sulla relativa convenienza e correttezza sostanziale delle relative condizioni. Il sì del comitato composto da quattro consiglieri, è arrivato con l’astensione del presidente Sandro Panizza, che è stato eletto nel board nella lista di Delfin – azionista di Mediobanca con il 19,8% – , votata anche dal gruppo Caltagirone (7,3%).

“Panizza, pur comprendendo le ragioni industriali alla base dell’operazione, ha ritenuto di astenersi in considerazione del ridotto tempo disponibile per l’analisi di un’operazione così trasformativa per la banca, avuto riguardo a talune ipotesi industriali del management poste a base della valutazione e taluni assunti valutativi dell’advisor finanziario”. Così il documento di Mediobanca spiega l’astensione del presidente del comitato parti correlate sull’ops su Banca Generali.

Nel documento sono soprattutto esposti i benefici che, verosimilmente, i vertici della banca spiegheranno negli incontri delle prossime settimane a tutti gli stakeholder. In particolare, “Mediobanca ritiene che l’integrazione con l’Emittente, che darebbe vita ad un leader nel Wealth Management in Italia, sia nell’interesse di tutti gli stakeholders e del sistema finanziario italiano nel suo complesso: – gli azionisti di Banca Generali beneficerebbero di una rilevante possibilità di valorizzazione del proprio investimento, atteso che Mediobanca riconoscerà un corrispettivo superiore al massimo storico delle quotazioni di borsa di Banca Generali con un premio”; “gli azionisti di Mediobanca beneficerebbero di un significativo potenziale di creazione di valore derivante da sinergie di costo, di ricavo e di funding, unitamente ad una migliore diversificazione del rischio e del quality of earnings, oltre che a una maggiore generazione di capitale e conseguente capacità di distribuire dividendi; – i clienti di Banca Generali beneficerebbero del posizionamento distintivo di Mediobanca nel Private & Investment Banking” mentre “i clienti del gruppo Mediobanca beneficerebbero a loro volta della maggiore scala operativa del gruppo integrato, nonché della combinazione delle curve di esperienza e best practices; – i dipendenti dei gruppi di Banca Generali e di Mediobanca beneficerebbero della significativa combinazione di due realtà bancarie costruite secondo gli stessi fondamenti di cultura manageriale”; “i consulenti finanziari entrerebbero a fare parte di un campione nazionale con una posizione di leadership in molti ambiti di operatività, con un brand unico”.

Infine “il sistema finanziario italiano potrebbe contare su un operatore finanziario di alto profilo, leader in segmenti strategici dei servizi finanziari, con un progetto industriale distintivo, prospettive di crescita significative e creazione di valore per tutti gli stakeholders, con beneficio sia per il Gruppo Assicurazioni Generali, che fruirebbe di un partner bancario con accresciuta capacità distributiva e potenziale di crescita, sia per tutti gli azionisti di Banca Generali che riceveranno azioni Assicurazioni Generali qualora aderissero all’Offerta”.

Se Alberto Nagel riuscirà a convincere gli stakeholder e in particolare gli azionisti, chiamati a esprimersi nell’assemblea del 16 giugno, Mediobanca stima che “l’aggregazione tra Emittente e Offerente potrà consentire la piena valorizzazione delle potenzialità di entrambi, con un’elevata capacità di creazione di valore a beneficio degli azionisti, dei clienti, dei dipendenti e di tutti gli stakeholders. In particolare come è stato già indicato quando lunedì è stata comunicato l’ops, “facendo leva sulla maggiore massa critica del gruppo nel medesimo ambito di operatività, si generano significative economie di scala ed una migliorata efficienza operativa, con sinergie di costo lorde stimate a regime per circa 150 milioni”.

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