“Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia” che hanno segnato l’unita’ nazionale in questo 2021, “ci deve accompagnare anche il prossimo anno”. Mario Draghi sembra fare un primo bilancio degli undici mesi di governo, davanti agli ambasciatori italiani riuniti alla Farnesina. Rivendica il “ruolo centrale” conquistato dall’Italia sulla scena internazionale. E rinnova la sua chiamata alla responsabilita’ della politica e delle istituzioni, ma anche delle parti sociali, di fronte alle “significative” sfide della lotta al Covid e dell’attuazione del Pnrr. Perche’ ne va della “credibilita’” davanti “ai cittadini e ai partner” stranieri. E perche’ il Recovery plan “non e’ il piano di rilancio di questo governo”, non e’ legato al nome di Draghi, ma e’ di “tutto il Paese”. Le parole del presidente del Consiglio arrivano all’indomani dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti alle alte cariche dello Stato, un discorso di “congedo” segnato da un appello alla “responsabilita’” e all’unita’ dei partiti, per continuare ad affrontare senza divisioni la crisi Covid. In nome di quella responsabilita’ i partiti hanno risposto alla chiamata del capo dello Stato per il governo Draghi. Ma la sfida, avverte ora il presidente del Consiglio, non si e’ esaurita: l’Italia “ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi piu’ dure con coraggio, determinazione, unita’” e deve continuare a farlo. A poche settimane dal voto del capo dello Stato, mentre dal teatro del Maggio di Firenze si leva per Mattarella una nuova ovazione con richiesta di bis, tra i parlamentari c’e’ chi legge il discorso di Draghi come la conferma della necessita’ che il premier resti alla guida del governo. Ma piu’ d’uno, al contrario, vi legge un ideale passaggio del testimone da Mattarella e in questo senso legge anche la sottolineatura di Draghi sul Pnrr come piano “di tutti” e quindi slegato dalla sua permanenza alla guida del governo. Chi e’ vicino al presidente del Consiglio pone l’accento sulla volonta’ di Draghi di ricordare le ragioni alla base del lavoro che sta compiendo da premier, nell’interesse del Paese. Alle domande che rimbalzano tra i partiti e gli osservatori, anche stranieri, sul suo futuro politico rispondera’ in prima persona nelle prossime ore, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. Intanto a Palazzo Chigi si lavora per chiudere tutti i dossier ancora aperti in vista di un Consiglio dei ministri, giovedi’, che si annuncia denso, perche’ potrebbe avere all’ordine del giorno la relazione sull’attuazione del Pnrr da inviare alle Camere, le nuove misure sul Covid, la riforma del Csm, il decreto Milleproroghe. Prima del Cdm Draghi riunira’ la cabina di regia sul Covid, per decidere le nuove misure per le festivita’, anche alla luce di dati in netto peggioramento nelle ultime ore. “L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”, spiega agli ambasciatori. Ma aggiunge che bisogna proseguire con i vaccini, che hanno permesso di “salvare vite e riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della socialita’”. Sono state “somministrate finora 106 milioni di dosi” e l’Italia – sottolinea – spinge per l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro meta’ 2022. Quanto al Pnrr, il governo si prepara ad annunciare la chiusura di tutti i 51 obiettivi fissati per quest’anno. Ma bisognera’ realizzare obiettivi ancor piu’ corposi nei prossimi anni, fino al 2026, se si vorranno ottenere tutti i 191,5 miliardi in ballo: “Spetta a tutti, politici, funzionari, parti sociali, contribuire alla realizzazione del piano in modo rapido, efficiente, onesto”. Sul terreno della politica estera il premier, lodando il lavoro di Luigi Di Maio e di tutti i diplomatici, rilancia l’idea di un “multilateralismo efficace” che ha segnato il G20 e rivendica la centralita’ dell’Italia in tutti gli scenari, dalla Libia all’Afghanistan. Oggi il Paese e’ “piu’ forte, piu’ influente e credibile” anche nel chiedere all’Ue una gestione della transizione ecologica che aiuti le imprese e i cittadini piu’ deboli: il trattato del Quirinale con la Francia e il “piano d’azione” con la Germania consegnano all’Italia due importanti alleati.