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Cultura

“Terra”, la prima mostra al Rione Terra di Pozzuoli

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Si chiama “Terra” ed è un programma di iniziative di valorizzazione del patrimonio archeologico dell’area flegrea declinata in tre grandi eventi e una serie di azioni correlate, che avrà luogo in sedi diverse del Parco e che intende coniugare gli aspetti della ricerca scientifica con quelli divulgativi e di valorizzazione del territorio attraverso l’esposizione dei reperti inediti, frutto delle campagne di scavo che costantemente arricchiscono il patrimonio archeologico e la conoscenza storica.

“Terra” ’è stato presentato presso l’atrio di Palazzo Migliaresi al Rione Terra a Pozzuoli alla presenza del direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano, del direttore generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania Rosanna Romano e del sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia il programma di iniziative“Terra”.

La prima mostra in programma “Terra. La scultura di un paesaggio” è la mostra che, a partire dal 18 dicembre, si propone di raccontare, nei locali collocati al piano terra di Palazzo De Fraja nel Rione Terra di Pozzuoli, al grande pubblico, l’eccezionalità delle scoperte frutto delle recenti ricerche archeologiche nell’area di Cuma, condotte da diverse équipes italiane e straniere, che stanno letteralmente riscrivendo la storia del sito. L’obiettivo è di narrare le antiche storie di Cuma, attraverso reperti mai esposti al pubblico in precedenza, allestendo un percorso innovativo che possa garantire chiavi di lettura trasversali legate anche alla dimensione sociale e antropologica del contesto di esposizione. «La mostra “Terra. La scultura di un paesaggio” è la finalizzazione di un lungo percorso intrapreso dal Parco archeologico dei Campi Flegrei” – dichiara il direttore del Parco Archeologico Campi Flegrei Fabio Pagano. Abbiamo messo la ricerca al centro della nostra attenzione e rafforzato le relazioni con Università ed Enti che indagano il nostro territorio. Con loro abbiamo scelto di costruire un’esposizione per far conoscere al pubblico gli importanti risultati raggiunti dalle indagini archeologiche nel sito di Cuma negli ultimi anni, esponendo per la prima volta al pubblico straordinari reperti. Non ci siamo però accontentati di una “canonica” esposizione di materiale archeologico, ma abbiamo volutoc ostruire una narrazione, accompagnata da supporti multimediali, che porta i reperti e le loro intime storie a raccontare l’evoluzione di un paesaggio straordinario come quello flegreo. Nelle sale della mostra il paesaggio prende forma dalla scultura iniziale prodotta dalla natura e si plasma, in forme sempre rinnovate, grazie all’apporto dell’attività umana edei grandi temi che hanno accompagnato e indirizzato le azioni dell’uomo. La mostra vuole narrare paesaggi antichi, fisici e mentali, ma ci porta a riflettere anche sul nostro paesaggio contemporaneo. Per questo abbiamo fortemente voluto che questa nostra esposizione fosse allestita nel Rione Terra di Pozzuoli, splendido paesaggio materiale ma anche luogo dell’anima, con la speranza che la narrazione delle storie antiche possa specchiarsi nelle sensazioni contemporanee.

La mostra è parte di un progetto più ampio,sostenuto dalla Regione Campania, che prevede un convegno di studi sull’archeologia flegrea che si svolgerà presso il Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello diBaia dal 14 al 16 dicembre. Un ulteriore tassello per consolidare il ruolo del Parco archeologico dei Campi Flegrei nel nostro territorio».L’allestimento presso il Museo della Città a Rione Terra prevede, dunque, l’esposizione di reperti rinvenuti negli ultimi 15 anni di ricerca archeologica nel sito di Cuma, inediti e ancora mai usciti dai depositi del Parco. L’exhibit design, oltre alla produzione di specifici contenuti multimediali, propone due tipologie di interventi fortemente integrati, uno finalizzato allo sviluppo di un sistema software e hardware per la messa in onda dei prodotti digitali, l’altro alla realizzazione dei dispositivi per l’allestimento fisico dei reperti. L’ingresso alla mostra presenta il concept dell’allestimento, sviluppando con mappe grafiche il percorso nel tempo e nei luoghi delle storie narrate. Pannellature in forex saranno integrate con 3 schermi ultra wide per aggiungere livelli di cinematismo ai contenuti a stampa, intervallando a raffigurazioni piane scenari tridimensionali riferiti ai luoghi della mostra. “Cuma e il Rione Terra rappresentano due poli di attrazione turistico-culturale di un valore assoluto per Pozzuoli e per l’intera area Flegrea – dice il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia. E non è certamente un caso che la mostra “Terra. La scultura di un paesaggio”, la quale raccoglie i frutti di un lavoro straordinario compiuto appunto a Cuma, ricco di testimonianze e fucina inesauribile di storia e cultura, sia ospitata al Rione Terra. In attesa che trovi la definitiva esecuzione il progetto di un museo civico e archeologico da realizzare proprio nei locali del Palazzo De Fraja. Un altro tassello di quel mosaico che va pian piano componendosi e che fa dell’antica rocca un sito archeologico, architettonico,culturale e religioso di assoluta eccezionalità. Oggi il Rione Terra rappresenta una grande opportunità di sviluppo che dà rassicurazioni nel raggiungimento degli obiettivi. E lo stesso dovrà essere per il Parco archeologico di Cuma. Attorno ad entrambi i poli ruoterà il movimento culturale e turistico che si svilupperà da qui a non molto nei Campi Flegrei, anche sulla scia dell’interesse che susciterà Procida Capitale italiana della Cultura”.

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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Cultura

“L’avvocato del D10S”: Angelo Pisani e la battaglia giudiziaria per Maradona

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Il libro “L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani non è solo un tributo a Diego Armando Maradona, ma anche una narrazione intensa e appassionata delle battaglie legali che hanno segnato la vita del leggendario calciatore. L’opera, pubblicata da LOG edizioni e lunga 159 pagine, è disponibile al prezzo di 14,90 euro e si rivela un testo cruciale per chi desidera comprendere a fondo le vicende giuridiche e umane del “pibe de oro”.

Angelo Pisani, che ha rappresentato Maradona nelle aule di giustizia, descrive con fervore la sua lotta per dimostrare l’innocenza del calciatore di fronte alle accuse di evasione fiscale e altri gravi addebiti mossi dalla giustizia italiana. Attraverso un lavoro legale che si è esteso per decenni, Pisani è riuscito a infrangere il “muro di titanio” di Equitalia, sancendo giuridicamente l’innocenza di Diego.

Il titolo del libro, “L’avvocato del D10S”, è una chiara dichiarazione di stima e devozione verso Maradona, e il sottotitolo “Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” stabilisce inequivocabilmente il tono dell’opera. Le prefazioni e le postfazioni scritte da noti esponenti del tifo calcistico partenopeo e figure chiave dell’ambiente sociale latino, come Maurizio de Giovanni, Gianni Minà e Nicola Graziano, arricchiscono ulteriormente il testo, aggiungendo diverse prospettive sulla figura di Maradona.

Il libro offre un ritratto inedito di Maradona, non solo come sportivo eccezionale ma anche come eroe umano e difensore dei più deboli, costantemente in lotta contro figure potenti come i presidenti della FIFA, Joao Havelange e Sepp Blatter. Inoltre, evidenzia il supporto di Maradona ai governi di sinistra in America Latina, una posizione che lo ha reso un bersaglio politico tanto quanto una stella del calcio.

Pisani non manca di ricordare il sostegno di Fidel Castro a Maradona durante i suoi momenti più bui, come la lotta contro la tossicodipendenza, un periodo durante il quale Maradona stesso riconoscerà il suo debito verso il leader cubano tatuandosi l’immagine del Che Guevara.

Il culmine del libro si raggiunge nel racconto del 25 maggio 2014, quando la giustizia italiana, dopo una lunga serie di battaglie legali, ha finalmente scagionato Maradona da ogni accusa di evasione fiscale. Questo evento non solo ha rappresentato una vittoria legale, ma ha anche simboleggiato la riscossa di un uomo contro un sistema che sembrava schiacciarlo.

“L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani è quindi molto più di un semplice racconto giuridico; è un’affascinante biografia che intreccia diritto, sport e politica, mostrando come la vita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi sia stata incessantemente intrecciata con le dinamiche del potere a livello mondiale.

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