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Spettacoli

Gomorra in classifica NY Times tra serie top internazionali 2021

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Gomorra di nuovo nella prestigiosa classifica di fine anno del New York Times sui migliori show. La serie prodotta da Cattleya gia’ nel 2016 era stata inserita al 3 posto nella stessa classifica dell’autorevole quotidiano americano e nel 2019 al 5 posto tra le migliori produzioni internazionali (non US) degli ultimi 10 anni, sempre per il New York Times. Tutto questo mentre in Italia sta andando in onda con grande successo la stagione conclusiva, con gli attesissimi episodi finali in programma il prossimo 17 dicembre. Ultimo atto che gli americani vedranno prossimamente su HBO Max, mentre hanno da poco potuto godersi le stagioni 3 e 4. In questa recente classifica del NYT Gomorra e’ una delle pochissime produzioni non in lingua inglese ad essere stata selezionata dal quotidiano USA. Una nuova attestazione per Gomorra che, dal debutto nel 2014, ha collezionato riconoscimenti di pubblico e critica e ha conquistato piu’ di 190 territori nel mondo, ottenendo numerosissimi premi e contribuendo in maniera decisiva a ridefinire gli standard della serialita’ italiana. Un racconto ancora oggi in grado di competere ad altissimo livello con numerose e acclamate serie internazionali lanciate sul mercato, grazie alla qualita’ produttiva, di scrittura e di un cast di talenti straordinari. Ora la serie di Sky, nata da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo romanzo edito da Mondadori, si avvia all’atto conclusivo, con i nuovi dieci nuovi episodi girati fra Napoli, Riga e Roma, scritti dagli head writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano e con gli sceneggiatori Valerio Cilio e Gianluca Leoncini. I primi 5 episodi e il 9 sono diretti da Marco D’Amore, gli episodi 6, 7, 8 e 10 da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie. Entrambi sono anche supervisori artistici. Nel cast Salvatore Esposito con una epica interpretazione di Genny Savastano, costretto alla latitanza, in un bunker, alla fine della quarta stagione. Accanto Marco D’Amore per il grande ritorno in scena di Ciro Di Marzio, creduto morto alla fine della terza stagione e – come svelato dal film L’immortale – clamorosamente tornato in scena, redivivo, in Lettonia. Con loro Ivana Lotito nei panni di Azzurra, che abbandonata da Genny fara’ di tutto per tenere il piccolo Pietro al sicuro, lontano da suo padre e da tutto cio’ che rappresenta, e Arturo Muselli che torna a interpretare Enzo Sangue Blu, l’ex re di Forcella divorato dai sensi di colpa per aver visto troppi compagni morire per colpa sua. Nel cast anche Domenico “Mimmo” Borrelli (5 e’ il numero perfetto, L’equilibrio) e’ Don Angelo detto ‘O Maestrale, Tania Garribba (Il Primo Re, Tutto il mio folle amore) interpreta Donna Luciana, la moglie di ‘O Maestrale, nei panni di ‘O Munaciello, uno dei capipiazza di Secondigliano, Carmine Paternoster (Gomorra, L’intervallo), e ancora Antonio Ferrante (Preferisco il rumore del mare, Tutti i soldi del mondo) e Nunzia Schiano (Dogman, Reality, Benvenuti al Sud), a interpretare rispettivamente Vincenzo Garignano detto ‘O Galantommo, anziano boss di un piccolo paese alle pendici del Vesuvio, e Nunzia, donna fiera e infaticabile, da quasi cinquant’anni sua devota moglie.

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Rhianna annuncia il terzo figlio al Gala del Met

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Rihanna ama gli ingressi spettacolari al Met Gala, e oggi ha rivelato di essere incinta del terzo figlio con il rapper A$AP Rocky, uno dei “padrini” dell’evento. La cantante e imprenditrice di 37 anni è stata fotografata con addosso un completo Miu Miu attillatissimo con il pancione ben visibile, stivali al ginocchio coordinati, una stola di pelliccia marrone e un cappello cloche nero, il tutto immortalato in un ritratto pubblicato su Instagram. A$AP Rocky — co-chair dell’evento dedicato al Black dandyism — ha confermato la notizia ai giornalisti che gli hanno fatto le congratulazioni al museo: “Grazie, grazie, grazie – ha detto il rapper -, siamo felici che tutti siano felici per noi, perché noi lo siamo di sicuro”. Rihanna aveva già annunciato una gravidanza in modo spettacolare nel 2023, durante l’esibizione al Super Bowl. Lei e A$AP Rocky sono già genitori di due bambini: RZA, nato a maggio 2022, e Riot, nato nell’agosto 2023.

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Spettacoli

Morta a Palermo l’attrice Serena Barone

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E’ morta stamane a Palermo l’attrice Serena Barone. Aveva 64 anni. Il suo nome è legato al Teatès di Michele Perriera e ad altri protagonisti del mondo teatrale come Franco Scaldati, Claudio Collovà, Emma Dante, con la quale ha lavorato anche al cinema: ha interpretato una delle “Sorelle Macaluso” nell’omonimo film della regista. Compagna del critico teatrale Guido Valdini, Barone “era Serena di nome e di fatto – ricorda l’attrice Giuditta Perriera, che ha lavorato con lei in numerosi spettacoli diretti dal padre -. Ironica e dolcissima, s’avventurava nei personaggi rimanendo sempre se stessa e creando un legame fortissimo con tutti. Ne ‘La cantatrice calva’ di Eugène Ionesco faceva la parte di un pendolo, un oggetto, con tutta la serietà che il ruolo e il mestiere richiedevano”. I funerali saranno mercoledì alle 10.30 al cimitero del Rotoli, a Palermo.

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Nicoletta Romanoff: «Ho perso mio fratello, ma la fede mi ha salvata. Oggi sono felice anche nel dolore»

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Dall’apparente vita da principessa alla quotidianità vissuta con concretezza, passando per un dolore profondo che ha segnato la sua esistenza: Nicoletta Romanoff, attrice e oggi anche scrittrice, si racconta in un’intervista intensa al Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo primo libro, Come il tralcio alla vite (Rizzoli).

Una principessa con i piedi per terra

«Sarà che per dieci anni ho fatto ginnastica artistica, avevo un bel portamento… ma mamma mi tagliava i capelli corti e pratici», racconta Romanoff, smontando con autoironia l’immagine di nobile algida. Figlia di Giuseppe Consolo e discendente degli zar di Russia, dice: «Il sangue blu è più culturale che reale. Mio nonno Nicola parlava sempre di storia. Diceva: se non hai letto un libro almeno otto volte, lo hai solo sfogliato».

Il dolore indicibile per la perdita del fratello

Per la prima volta, Nicoletta racconta la morte del fratello Enzo Manfredi, che a 21 anni si tolse la vita nel 1997. «Con lui se n’è andata una parte di me. Avevo 18 anni e 12 giorni. Da allora mi sono sentita divisa». La ferita è ancora aperta: «Non ci sono risposte, ma da quel momento la fede è diventata parte fondamentale della mia vita. Dio è la mia ancora».

Una maternità precoce che l’ha salvata

A soli 19 anni è diventata madre. A 21 ha avuto il secondo figlio. «Mi ha salvata. Mi ha ridato speranza». La maternità ha significato anche rinunce: «Ho detto tanti no. I registi non ti aspettano. Ma non mi sono mai pentita». Anche quando ha rinunciato a un ruolo importante in un film francese con Daniel Auteuil: «C’era troppo eros. Ho pensato ai miei figli».

Il cinema arrivato per caso

Romanoff non cercava il cinema. «Ero a Parigi, volevano modelle alte e magre. Ma mi dicevano: con quella parlantina andrai lontano». E così è stato. Scelta tra 600 candidate per Ricordati di me di Muccino: «Ero talmente preparata da sapere le battute al contrario». Con Gabriele Muccino ha imparato a lasciarsi andare, con Carlo Verdone ha scoperto la leggerezza sul set: «Un maestro gentile».

L’amore, la famiglia, il presente

Conobbe Giorgio Pasotti durante una fiction nel 2004: «Con lui ho avuto mia figlia Maria. È stata una storia importante e voglio proteggerla». Oggi è sposata con Federico, un amore ritrovato dopo trent’anni. «Ci conoscevamo da sempre, i nostri nonni abitavano nella stessa palazzina».

La fede come bussola di vita

«La fede è come mangiare bene e allenarmi. Ci parli con Dio, ti confidi». Un equilibrio interiore costruito anche grazie al dolore, come dopo la perdita recente del padre, morto in mare nel luglio 2024. «Credevo di essere vaccinata alla sofferenza. Ma lo strazio è l’amore che non puoi più dare».

Una felicità costruita anche nel dolore

Oggi Nicoletta Romanoff si dice serena, felice, nonostante tutto: «La felicità la trovi anche nel dolore. Basta saperla vedere nelle piccole cose. E anche la sofferenza, alla fine, si trasforma in amore».

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