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Corsa al vaccino prima delle feste, record di terze dosi

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Ieri il via libera alla fascia 40-59 anni e la possibilita’ di anticipare il richiamo a 5 mesi dall’ultima somministrazione. Presto l’obbligo per i sanitari e, forse, per altre categorie (potrebbe decidere gia’ domani il Consiglio dei ministri), mentre si valuta la possibilita’ di aprire anche agli under 40. Il Governo spinge sulle terze dosi ed e’ corsa alle prenotazioni per gli italiani che vogliono evitare il possibile ‘ingorgo’ di Natale: in Lombardia gia’ in 2 milioni hanno aderito al richiamo, con una media giornaliera di 128.644 prenotazioni; nel Lazio sito preso d’assalto: 40mila le prenotazioni oggi, in 14mila hanno anticipato in seguito alla circolare dei 5 mesi. In Puglia in due giorni sono triplicate le prenotazioni. E ieri a livello nazionale si e’ registrato il record di somministrazioni delle terze dosi, oltre 182mila. “Abbiamo fatto una campagna capillare, e’ un successo italiano”, ha commentato il commissario Francesco Figliuolo. “Siamo – ha spiegato il generale – alla quarta ondata. Intorno a noi, specie ad Est, i dati sono abbastanza allarmanti, i contagi in salita, ma gli ospedali stanno tenendo e, oltre alla grande professionalita’ di chi vi opera, va detto che il vaccino sta facendo la sua parte”- La terza dose, ha rilevato da parte sua la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, “e’ indispensabile per metterci in sicurezza”. Le restrizioni ormai alle porte per chi non e’ immunizzato imprimeranno un’accelerazione alle somministrazioni ed il sistema si sta ‘settando’ per rispondere alle esigenze. Ovviamente, ha precisato Figliuolo, “non e’ che da oggi si parte e tutti contemporaneamente si fanno la vaccinazione; ci saranno i tempi tecnici, il sistema di prenotazioni”. Da parte sua la struttura commissariale sta mettendo da parte le ‘munizioni’. Entro la fine dell’anno arriveranno (una parte e’ gia’ in Italia) ulteriori 8,6 milioni di dosi (4 milioni Pfizer e 4,6 milioni Moderna). Se necessario si potranno aggiungere a questi quantitativi le 2,5 milioni di dosi della riserva centralizzata. La materia prima c’e’, dunque. Si tratta ora di far decollare le somministrazioni ed i dati segnalano un trend in salita.

La parte del leone la fanno ormai sempre di piu’ le terze dosi. Ieri delle 224.404 iniezioni complessivamente somministrate, 182.061 erano richiami (record), 21.285 prime dosi e 21.085 seconde. La scorsa settimana la media giornaliera di terze dosi si e’ attestata su 147mila. In totale sono 4.341.632 gli italiani cui sono stati inoculati i richiami, pari al 7,33% della popolazione. Grandi i margini di crescita, dunque, man mano che si allarghera’ la platea dei vaccinabili: con l’apertura agli over 40 e con l’anticipo a 5 mesi del booster partiti ieri. E domani il Consiglio dei ministri potrebbe dare ulteriori indicazioni. Per proseguire nella somministrazione dei richiami la struttura del commissario Figliuolo ha anche prorogato fino al prossimo 31 luglio l’accordo quadro con le Agenzie per il lavoro relativo al personale sanitario che supporta le Regioni. In Lombardia sono oltre 800mila le terze dosi inoculate. “Ottimo – commenta il vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti – l’andamento delle somministrazioni della terza dose nelle Rsa che ha superato abbondantemente quota 75mila tra ospiti ed operatori, mentre sono piu’ di 10.000 le somministrazioni fatte nelle farmacie e poco piu’ di un migliaio quelle, prevalentemente domiciliari, effettuate da medici di medicina generale e Asst”. Nel Lazio ieri le terze dosi sono state l’85% di quelle complessivamente somministrate e da questa mattina sono partite le prenotazioni per l’anticipo dei cinque mesi. Al momento nella regione sono disponibili per dicembre oltre 300mila slot per la prenotazione del vaccino e oltre 500mila per gennaio. Presto sara’ anche riaperto l’hub vaccinale della Cecchignola, a Roma. In Puglia rispetto ad una media di 6mila prenotazioni al giorno effettuate nella settimana dal 15 al 21 novembre, tra ieri e oggi, queste sono quasi triplicate, passando ad oltre 16mila al giorno. “Andiamo avanti cosi'”, dice il governatore Michele Emiliano. In tutta Europa, stretta nella morsa dei contagi, si moltiplicano gli appelli alla vaccinazione. “Il processo – osserva il presidente del Consiglio Ue Charles Michel – si muove nella giusta direzione. Dobbiamo dare un’ultima spinta per superare le esitazioni e per affrontare la disinformazione”. L’Austria, intanto, ha deciso di anticipare il booster a quattro mesi dall’ultima dose.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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