Arriva la stretta per contenere la quarta ondata del Covid: nelle prossime ore il Consiglio dei ministri varera’ il decreto con le misure per evitare nuove chiusure, che con il Natale alle porte bloccherebbero la ripresa economica dell’Italia e darebbero un colpo mortale al turismo invernale, e per impedire che con l’aumento dei casi il sistema ospedaliero torni in sofferenza. Un intervento la cui necessita’ trova conferma nei dati dell’Agenas: in 8 regioni sale la percentuale dei posti letto occupati nei reparti ordinari dai pazienti Covid e in 6 aumenta quella delle terapie intensive, con il Friuli Venzia Giulia che, con l’incidenza di 317 ogni 100mila abitanti, le rianimazioni al 15% e i ricoveri al 17%, ha superato tutti i parametri che fanno scattare la zona gialla. I tecnici di palazzo Chigi e dei ministeri stanno scrivendo il provvedimento ma l’impianto di base e’ delineato, con il presidente del Consiglio Mario Draghi che sarebbe ormai determinato a seguire il modello tedesco delle 2G, vale a dire il doppio binario per il certificato verde: un super green pass per vaccinati e guariti, che potranno accedere a ristoranti, cinema, teatri, piscine, palestre, stadi, e un pass per chi ha scelto di non immunizzarsi, ottenibile con un tampone antigenico o molecolare, che consentira’ di accedere solo ai luoghi di lavoro e ai servizi essenziali come supermercati e farmacie, oltre che a treni ed aerei. “Non ci possiamo piu’ permettere – dice il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini – di tornare alla stagione dei lockdown e dei ristori”. Una linea condivisa da quasi tutti i presidenti di Regione – alle critiche del governatore delle Marche Francesco Acquaroli si sono aggiunte quello del presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio secondo il quale “e’ inefficace e crea false aspettative” – e dalla maggioranza dei ministri, da Speranza a Franceschini, da Bonetti a Brunetta. “Chi non vuole vaccinarsi – ribadisce il titolare della Pubblica Amministrazione – dovra’ fare casa e lavoro perche’ altrimenti metterebbe in pericolo gli altri”. Non si sono finora pronunciati i ministri leghisti e lo stesso Matteo Salvini, al termine dell’incontro con i governatori del Carroccio, ha mantenuto una posizione attendista, senza pero’ dire no alla stretta e ribadendo il suo “secco no” al green pass per gli under 12 anni. “Si lavora con il governo con buonsenso, per evitare chiusure, eccessive complicazioni per gli italiani e messaggi allarmistici”. Non tutto pero’ e’ deciso e la cabina di regia della maggioranza che precedera’ il Consiglio dei ministri dovra’ sciogliere sostanzialmente due nodi: da quando scattano le nuove misure e a partire da quale fascia di colore si applica il super green pass. Per quanto riguarda l’entrata in vigore, due sono le date sul tavolo: lunedi’ 29 novembre, quindi lunedi’ prossimo, o il primo fine settimana di dicembre. In entrambi i casi, comunque, le misure sarebbero gia’ operative per la festa dell’Immacolata, con milioni di italiani che in quei giorni si sposteranno nelle localita’ sciistiche.

Quanto alle fasce in cui si applichera’ il super green pass, l’ala rigorista del governo e buona parte delle Regioni vorrebbe che scattasse fin dalla zona bianca. In sostanza, il doppio binario dovrebbe esserci a prescindere dalla situazione in cui si trova la Regione. Altri governatori e parte del governo ritengono invece che le misure debbano scattare dalla zona gialla. In ogni caso servira’ una modifica della norma sul sistema dei colori per ‘legarla’ al super green pass, altrimenti al superamento di determinati parametri le limitazioni scatterebbero comunque. Sara’ Draghi a fare la sintesi delle diverse posizioni. Sarebbero stati invece tutti sciolti i nodi politici sulle altre due misure che verranno introdotte con il decreto: la riduzione della durata del green pass, che passera’ da 12 a 9 mesi, e l’introduzione dell’obbligo della terza dose per i sanitari e il personale che lavora nelle Residenze sanitarie assistite. Non ci dovrebbero quindi essere almeno per il momento ne’ l’obbligo vaccinale per altre categorie, a partire da quelle piu’ a contatto con il pubblico (forze di polizia, dipendenti della pubblica amministrazione e professori), ne’ una riduzione della durata dei tamponi antigenici da 48 a 24 ore e dei test molecolari da 72 a 48 ore, interventi entrambi di cui si discute da giorni nella comunita’ scientifica. Quanto all’obbligo della mascherina all’aperto, dovrebbe rimanere a partire dalla zona gialla, anche se a livello locale governatori e sindaci si stanno gia’ muovendo: lo ha deciso l’Alto Adige, la ha stabilito il sindaco di Padova per il centro storico della citta’ e lo sta valutando il primo cittadino di Firenze Dario Nardella.